Gaza, ancora morti e disperazione. Dagli Usa nuova proposta per una tregua
Valerio Palombaro - Città del Vaticano
Mentre proseguono incessanti i raid israeliani sulla Striscia, dove la popolazione allo stremo ha assaltato i magazzini di aiuti del Programma alimentare delle Nazioni Unite (Wfp), sembra aprirsi uno spiraglio per una tregua nella devastazione di Gaza.
La proposta dell'inviato Usa Witkoff
Sul piano diplomatico - mentre da varie capitali si leva la protesta per la situazione umanitaria drammatica nella Striscia - l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha annunciato una possibile svolta. «Siamo sul punto di inviare un nuovo accordo preliminare; ho ottime sensazioni», ha dichiarato, confermando precedenti affermazioni di Hamas, che aveva annunciato il raggiungimento di un accordo sulla tregua con lo stesso Witkoff. La nuova proposta statunitense per un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza, secondo quanto indicano i media israeliani, comporterebbe il rilascio di nove ostaggi vivi e di 18 corpi di prigionieri. Non è invece chiaro quanti prigionieri palestinesi complessivamente verrebbero liberati. Se non si raggiungesse un accordo al termine della tregua, spiega il quotidiano "Times of Israel", Israele avrebbe la possibilità di riprendere i combattimenti o di estendere il cessate il fuoco in cambio di altri ostaggi.
Nuovi raid e vittime
Ma la quotidiana devastazione nella Striscia, al momento, non accenna a mutare. Secondo l’emittente Al-Jazeera, sono almeno 37 i palestinesi morti nei nuovi raid effettuati dalle Forze di difesa israeliane (Idf) dall’alba di oggi. Nel campo profughi di Bureij si contano ben 19 vittime. L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che 7 persone, tra cui anche donne e bambini, sono stati uccisi in seguito al bombardamento di una casa e di un asilo a Jabaliya, nel nord della Striscia. Un uomo e sua moglie incinta, inoltre, sono stati uccisi e altri civili sono rimasti feriti quando un drone israeliano ha colpito un gruppo di persone a sud di Khan Yunis. Tra le ultime vittime delle operazioni israeliane a Gaza figura inoltre un altro giornalista, Moataz Mohammed Rajab, cameraman e redattore del canale televisivo Al-Quds al-Youm. Con la sua morte, sottolinea l’ufficio stampa di Hamas, sale a 221 il numero dei giornalisti uccisi a Gaza.
L’assalto ai magazzini del Wfp
In questo contesto di disperazione, migliaia di palestinesi hanno saccheggiato un magazzino di aiuti del Wfp a Deir el-Balah. Il Wfp ha confermato l’assalto al suo magazzino e le immagini diffuse dall’agenzia Afp mostrano una folla di palestinesi che irrompe nel sito gestito dall’agenzia Onu, rubando provviste alimentari mentre risuonano colpi d’arma da fuoco. «Un’orda di affamati ha fatto irruzione nel magazzino», ha scritto il Wfp sui social. Fonti ospedaliere riferiscono che nei disordini almeno quattro persone sarebbero morte. Per l’ufficio stampa di Hamas, le vittime sarebbero persino dieci e oltre 60 i feriti nelle ultime 48 in diversi episodi che hanno visto assaltati punti di distribuzione degli aiuti umanitari. Difende il suo operato, invece, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), che da alcuni giorni sta gestendo la distribuzione degli aiuti nel sud della Striscia di Gaza, in base a un piano sostenuto da Stati Uniti e Israele: «Non sono stati sparati colpi contro la folla palestinese, non ci sono state vittime», si legge in una nota della Ghf.
L'uccisione di Muhammad Sinwar
«Abbiamo eliminato Muhammad Sinwar», ha intanto dichiarato il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, durante un dibattito alla Knesset, che si è tenuto dopo che l'opposizione ha ottenuto 40 firme per chiedere la partecipazione del premier. Finora Israele non aveva dichiarato ufficialmente che il leader di Hamas, succeduto al fratello Yahya ucciso in ottobre, fosse effettivamente morto dopo gli attacchi delle Idf su Gaza. A Tel Aviv, infine, si sono registrati scontri tra la polizia e manifestanti antigovernativi davanti alla sede del Likud, il partito del premier Netanyahu. La polizia afferma, in una nota citata da “Times of Israel”, che 62 persone sono state arrestate negli scontri e per aver assaltato il quartier generale del partito.
Nuovi insediamenti in Cisgiordania
Tensione anche in Cisgiordania, dopo che Israele questa mattina ha annunciato la creazione di 22 nuovi insediamenti. Questa mossa, presa dal gabinetto di sicurezza israeliano e annunciata dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, rischia di inasprire ulteriormente i rapporti già tesi tra il governo di Israele e buona parte della comunità internazionale. L'approvazione da
parte di Israele di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania rappresenta una "palese sfida alla volontà internazionale e una grave violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite", ha denunciato tramite una nota Hamas.
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