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L'incontro tra l'arcivescovo di Aleppo Tobji e l'arcivescovo polacco Gadecki L'incontro tra l'arcivescovo di Aleppo Tobji e l'arcivescovo polacco Gadecki 

Caritas Polonia per la Siria: Tobji, ad Aleppo bimbi abbandonati per strada

Intervista con mons. Joseph Tobji, arcivescovo della Chiesa maronita di Aleppo, in questi giorni in viaggio in Polonia per parlare della situazione in Siria e illustrare il programma di Caritas Polska “Famiglie per le famiglieâ€

Giada Aquilino - Città del Vaticano

“Ogni famiglia della Polonia che partecipa all’iniziativa sostiene una famiglia in Siria, fornendo un aiuto mensile per la vita quotidiana: penso sia un’iniziativa di carità e di amore, perché uno pensa all’altro, con una partecipazione quotidiana alla vitaâ€. Così mons. Joseph Tobji, arcivescovo della Chiesa maronita di Aleppo, raggiunto telefonicamente a Danzica, in Polonia, illustra il programma di Caritas Polska “Famiglie per le famiglieâ€, attraverso il quale oltre 1100 nuclei familiari siriani sono stati presi in carico da altrettanti polacchi (Ascolta l'intervista a mons. Joseph Tobji).

La missione in Polonia

Il presule sta compiendo in questi giorni una missione per aggiornare il Paese europeo sulla situazione in Siria. Nei giorni scorsi ha incontrato a Varsavia il presidente dei vescovi polacchi, l’arcivescovo Stanislaw Gadecki, che ha sottolineato come Aleppo sia il “simbolo della sofferenza†della Siria, proprio mentre a Roma il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, ha ricordato come cinque milioni e mezzo di siriani siano oggi rifugiati e oltre sei milioni siano sfollati interni. Cioè 12 milioni circa sono fuori dalle proprie case.

L’emergenza per i bambini

Ad Aleppo est, in particolare, ci sono tra i 2 mila e i 6 mila bambini in strada. “Sono quelli che non hanno più case perché - spiega l’arcivescovo Tobji - la guerra ne ha distrutte più della metà in città. Quindi vivono letteralmente ‘ammucchiati’ in una stanza o stanno per strada. Vengono aiutati dalle organizzazioni internazionali, ma non basta. Ci sono la Croce Rossa, la Mezzaluna Rossa, le organizzazioni cristiane come Jesuit Refugee Service e altre realtà, ma il bisogno è grandeâ€. Anche Caritas, aggiunge, “sta lavorando per i bambini, attraverso il sostegno dell’educazione e per altri bisogni dell’infanzia. Un’altra questione molto importante riguarda le persone anziane; i giovani hanno lasciato il Paese, hanno lasciato magari i loro parenti e man mano le persone che restano invecchiano ed hanno bisogno di qualcuno che stia loro accantoâ€.

I rifugiati e i cristiani

Nella Giornata mondiale del Rifugiato, l’arcivescovo maronita di Aleppo pensa ai “problemi quotidiani†di chi ha dovuto abbandonare tutto per la guerra, che dura ormai da oltre 7 anni, ed è fuggito: “manca il minimo necessario per vivere come l’acqua, l’elettricità, il lavoro, la sanità, l’educazione. Non so come - prosegue mons. Tobji - ma la gente si arrangia. Non posso dire che sia abituata, perché non ci si abitua†a tale dramma. Poi, aggiunge, “bisogna pensare al sostegno, soprattutto in campo medico, perché quando una persona viene colpita da qualche malattia o deve subire interventi chirurgici, non ce la fa. È un disastroâ€. Quindi un pensiero per i cristiani: al riguardo, evidenzia, “l’emergenza è l’emigrazione che sta svuotando il Paese. Questa è una ferita aperta che speriamo - conclude - non faccia poi morire il corpoâ€.

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20 giugno 2018, 13:41