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Il camino di una centrale elettrica a turbina a gas a ciclo combinato a Drogenbos, in Belgio Il camino di una centrale elettrica a turbina a gas a ciclo combinato a Drogenbos, in Belgio

I vescovi del Sud del mondo: l’ONU sostenga l’obiettivo climatico di 1,5° C

I pastori provenienti da Africa, Asia, America Latina e Caraibi scrivono ai leader delle Nazioni Unite chiedendo un’azione urgente sulla crisi climatica in vista della Cop30 che si terrà in Brasile dal 10 al 21 novembre prossimi: “L'urgenza del momento non lascia spazio a ritardi, compromessi o mezze misure"

Vatican News

È un forte appello quello lanciato dai vescovi che rappresentano le Chiese cattoliche di Africa, Asia, America Latina e Caraibi ai leader mondiali riuniti a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e l’evento di alto livello sull’azione per il clima. In una lettera indirizzata al segretario generale dell’Onu, António Guterres, alla presidente dell'80ª Assemblea generale, Annalena Baerbock, e a Simon Stiell, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), i vescovi esprimono “buona volontà” e, al contempo, “grande preoccupazione” per il futuro del pianeta. Sollecitano pertanto i leader a rispettare l’Accordo di Parigi e impegnarsi a incrementare i contributi determinati a livello nazionale in linea con l'obiettivo di 1,5°C.

“Noi vescovi del Sud del mondo siamo onorati di portare alla vostra attenzione il messaggio... in occasione della Cop30”, si legge nel documento firmato dal cardinale Jaime Spengler del Brasile, presidente del CELAM; dal cardinale Filipe Neri Ferrao dell’India, presidente della FABC; e dal cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), presidente del SECAM. I presuli invocano “conversione ecologica, trasformazione e resistenza alle false soluzioni” e sottolineano che la loro dichiarazione è già stata presentata a Papa Leone XIV e alle Chiese locali, come segno di “responsabilità condivisa e impegno per la nostra casa comune”.

No a ritardi e compromessi

Per i vescovi l’urgenza della crisi attuale "non lascia spazio a ritardi, compromessi o mezze misure": il riscaldamento globale ha raggiunto 1,55°C nel 2024. Dunque non si tratta semplicemente di “un problema tecnico” ma di “una questione esistenziale di giustizia, dignità e cura della nostra casa comune”. “La Chiesa non resterà in silenzio – scrivono i presuli -. Continueremo a far sentire la nostra voce al fianco della scienza, della società civile e dei più vulnerabili, con verità, coraggio e coerenza, finché non sarà fatta giustizia”.

Rifiutare le false soluzioni

La lettera denuncia inoltre quelle che definisce “false soluzioni” come il capitalismo verde, la tecnocrazia, la mercificazione della natura e l’estrattivismo, che “perpetuano lo sfruttamento e l’ingiustizia”. Chiedono invece politiche che diano priorità all’equità, alla giustizia e alla protezione. “Le nazioni ricche devono pagare il loro debito ecologico con finanziamenti equi per il clima, senza indebitare ulteriormente il Sud del mondo”, affermano. Su questa scia ribadiscono l’invito ai leader mondiali a fornire finanziamenti sufficienti per il clima a sostegno delle comunità resilienti nel Sud del mondo e proteggere i popoli indigeni, la biodiversità e le generazioni future.

Appello al dialogo e alla cooperazione

Da qui, un appello in vista della Cop30 in Brasile: “Restiamo fiduciosi che un dialogo autentico, fondato sulla verità e sulla giustizia, possa guidare la comunità internazionale verso le profonde trasformazioni richieste”.

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11 settembre 2025, 15:00