Giubileo della Consolazione, storia di Andreana: nel lutto può nascere vita nuova
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Buio e luce, morte e vita. Più volte Andreana Bassanetti ricorre a questi contrasti quando spiega il cammino di fede che Figli in cielo, l’associazione da lei fondata, propone in maniera strutturata. Unico percorso – racconta – approvato nel 2017 dalla Conferenza Episcopale italiana. Una strada forse obbligata quando un figlio perde la vita, quel dolore che, come ha ripetuto più volte Papa Francesco, non ha nome perché innaturale, violento, disperato.
Andreana è psicologa clinica e psicoterapeuta di Parma, una donna che da sempre ascolta i problemi degli altri, le incomunicabilità tra genitori e figli che provocano traumi profondi, le sofferenze di tanti ragazzi. Il 27 giugno 1991 la sua vita cambia perché Camilla, la figlia di 21 anni, mette fine alla sua esistenza, apparentemente serena e tranquilla. “Io ero sottoterra con mia figlia. Non avevo risposte”. La vita, un tempo movimentata e dinamica, diventa una paralisi. La storia potrebbe finire qui, sono tanti i casi in cui questo accade, ma Andreana trova nella Chiesa quella luce che la riporta a respirare, a restituire ciò che ha ricevuto nel perdono, nella misericordia, nella consolazione.
Un rapporto che continua nell’assenza
“Noi ci occupiamo del lutto ma non di elaborazione del lutto, preferiamo chiamarla evangelizzazione del lutto”: racconta la fondatrice di Figli in cielo. “L'elaborazione è, lo dice la parola stessa, la fatica di fare ma non ha la possibilità di una vita nuova. Fa rimanere nell'umano, nello psicologico cioè nella morte. Lo dico da psicoterapeuta”. “La vita vera – spiega Andreana - viene solo attraverso il cammino in Cristo, con Maria”. Non è un caso che il Giubileo della Consolazione cada il 15 settembre, festa dell’Addolorata. “È la Vergine che ci ha insegnato il cammino che bisogna fare per passare da una maternità, paternità umana, a una maternità, paternità divina, una genitorialità divina”. Una chiamata a continuare il rapporto genitoriale nell'assenza. “I nostri figli non sono distaccati da noi ma più presenti, in modo diverso e questo proprio ce lo insegna lo Spirito Santo che in quasi 34 anni ci ha accompagnati in modo sorprendente”
Una luce per l’altro
L’associazione oggi conta più di 100 comunità in Italia e anche all'estero. È un’esperienza umana ma fortemente spirituale e questo si avverte negli incontri quando attraverso la Parola di Dio la realtà si vede con occhi nuovi. Una Parola che può ferire, provocare o sostenere ma che comunque fa avvertire, dice Andreana, la presenza del Signore che aiuta. “In questi incontri, l'uno diventa luce per l'altro e a sua volta l'altro diventa luce per gli altri”. C’è emozione per l’incontro con Papa Leone XIV che vedranno lunedì in Piazza San Pietro in occasione del Giubileo della Consolazione, “arriveranno tantissime persone dalla Sicilia, dalla Sardegna, alcuni camminano insieme da anni, altri sono nuovi. Tra di noi si crea una comunione che va oltre noi, immagino – sottolinea la presidente - come i nostri figli in cielo vivano nell'amore di Dio, così anche noi, di riflesso, viviamo questo miracolo di amore che è indescrivibile”. Unità che diventa famigliarità e che diventa scintilla di resurrezione.
La Parola è verità
Ma chi non ha fede come può convivere con la morte di un figlio? “Chi non ha fede – spiega Andreana – è facilitato perché cerca consolazione da chiunque ed è una cosa che però io sconsiglio perché bisogna cercare la verità attraverso la Parola. Sarà poi la verità che ci consolerà, perché la verità ci dice che i nostri figli sono ancora vivi e sono in un regno di amore”. “La psicologia – continua - arriva alla rassegnazione, la vita può migliorare, il dolore della morte può alleggerirsi attraverso dei consigli, attraverso anche delle opere a favore del figlio che possono gratificare, che possono attutire il dolore ma non fa fare il passaggio dalla morte alla vita, perché sono parole umane”. “La morte richiede parole divine. Noi dobbiamo passare attraverso la morte. È la luce che il Signore ci dà ad illuminarla ed è lì che la verità ci viene incontro. Dobbiamo soltanto avere fede”.
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