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Foto di Pier Giorgio Frassati tratta dal libro di Luciana Frassati, "Pier Giorgio Frassati. I giorni della sua vita" Foto di Pier Giorgio Frassati tratta dal libro di Luciana Frassati, "Pier Giorgio Frassati. I giorni della sua vita" 

Repole: Frassati e la vita, una “palestra” per incontrare Dio

Il cardinale, arcivescovo di Torino, racconta nel giorno della canonizzazione l’impegno della sua diocesi che ha vissuto un anno frassatiano: “Piergiorgio per i giovani è una persona da scoprire, una volta incontrato ne subiscono il fascino e, attraverso di lui, comprendono che il Vangelo può illuminare la vita”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Ventiquattro anni di vita spesi intensamente, senza risparmiarsi nulla, scalando montagne, impegnandosi politicamente, esercitando la carità perché l’unica direzione da intraprendere era quella di seguire il Vangelo di Cristo. Forse bastano poche righe per raccontare Pier Giorgio Frassati meglio ancora quel motto che ha scandito la sua vita: “Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere”. Papa Leone XIV lo canonizza oggi,  domenica 7 settembre in piazza San Pietro, insieme al millennial Carlo Acutis. A dividerli 90 anni di differenza, ad unirli l’amore per Dio, la Chiesa e gli uomini soprattutto gli scartati.

Pier Giorgio nasce a Torino il 6 aprile 1901 da una famiglia abbiente. Il padre Alfredo è fondatore e direttore del quotidiano “La Stampa”, la madre Adelaide è una donna di fede tiepida, dal carattere forte e un temperamento d’artista, da lei arrivano i primi insegnamenti cattolici che poi germoglieranno in Frassati nell’adesione alla Società della Gioventù cattolica Italiana di cui fa suo il motto: preghiera, azione, sacrificio. Da lì un cammino fatto di crisi, di momenti difficili ma sempra unito a Dio nella preghiera, nel totale abbandono. 

Sulle orme del Vangelo

Torino in questo anno frassatiano ha ricordato Pier Giorgio con molte iniziative culminate a inizio luglio con la celebrazione della sua memoria, con l'inaugurazione di “Casa Frassati”, una sorta di museo multimediale nel quale sono raccolte tante testimonianze sulla personalità, sulla vita, sulla missione del giovane. In molti sono giunti in Vaticano per partecipare alla messa di canonizzazione presieduta dal Papa, tra di loro anche l’arcivescovo di Torino, il cardinale Roberto Repole. “Pier Giorgio Frassati - afferma - è una persona da scoprire, per i giovani di oggi non è un riferimento comune, immediato, però quando lo incontrano sperimentano la possibilità di vedere che anche la giovinezza è luogo decisivo per la vita cristiana e che è possibile fare delle scelte importanti sulle orme del Vangelo”. Il porporato sottolinea che, una volta incontrato, i ragazzi restano affascinati “dal fatto che il Vangelo può illuminare la loro vita che è molto simile, pur a distanza evidentemente di tantissimi anni”.

La luce del Vangelo

San Giovanni Paolo II, beatificando Frassati il 20 maggio 1990 in Vaticano, aveva parlato dell’“uomo delle Beatitudini”, colui che riesce a comunicare ai fratelli l’amore e la pace testimoniando che la santità è possibile per tutti. Una definizione che ben si sposa con la vita di Pier Giorgio. “Hai l'impressione - sottolinea l’arcivescovo Repole - di trovare un giovane comune che ha preso veramente sul serio il Vangelo, provando a farlo diventare luce, capace di illuminare tutto nella serialità della vita: una serialità fatta di studio, fatta di presenza al mondo, di impegno politico, di cura per i diseredati, i più poveri”. Una normalità che è spunto per i ragazzi a prendere la vita sul serio, non “vivacchiando” come diceva Frassati.

Speranza e pace

La canonizzazione del giovane torinese, scomparso a soli 24 anni per poliomelite durante il Giubileo della Pace, avviene nel Giubileo della speranza: una coincidenza particolare che dimostra, sottolinea il cardinale, che “un cammino di speranza non può che essere intrecciato a un cammino di pace”. I tempi di Frassati, sconvolti dalla guerra, molto assomigliano a quelli di oggi e questo porta con se - dice Repole - l’urgenza della conversione dei cuori.

Il santo laico

Torinese Frassati, torinese anche il cardinale che confessa di aver scoperto Pier Giorgio in giovinezza trovandolo una figura affascinante. “Se devo essere sincero non ha influito più di tanto nella mia scelta vocazionale all'epoca perché probabilmente non l'avevo ancora incontrato con la profondità che mi è stata concessa negli anni successivi. Posso dire però che certamente è stata una figura significativa nel farmi percepire che valeva la pena di essere cristiano e di essere cristiano sin di fondo”. Per il porporato Piergiorgio Frassati è “il cristiano che ha la consapevolezza che l'annuncio del Vangelo si consuma nelle cose di questo mondo: lo studio, l'incontro con le altre persone, il lavoro, la partecipazione politica”. Un santo laico che ha fatto della vita “il luogo e la palestra della sequela di Cristo e dunque della santità”.

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07 settembre 2025, 08:00