Il Politecnico di Torino ricorda con una mostra lo studente Pier Giorgio Frassati
Isabella H. de Carvalho e Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Pier Giorgio Frassati è un esempio per “tutti gli universitari” perché come studente di ingegneria mineraria voleva mettere “le proprie competenze tecniche” al “servizio della società e in particolare dei più deboli”. Il professore Stefano Sacchi, vicerettore per la Società, la Comunità e per l'Attuazione del programma del Politecnico di Torino, sottolinea così ai media vaticani questo aspetto “di modernità formidabile” della vita del giovane, che questa domenica, 7 settembre, verrà canonizzato dal Papa, insieme a Carlo Acutis. Dal 1 al 5 settembre l’ateneo del capoluogo piemontese di Frassati ha ospitato una mostra intitolata “Conosci Pier Giorgio” che oltre a soffermarsi sulla sua profondità spirituale, sul suo impegno sociale e politico e sulla sua passione per la montagna, è anche stata arricchita da quattro nuovi pannelli dedicati specificamente alla sua esperienza universitaria. Utilizzando materiali inediti e testimonianze dirette dell’Archivio del Politecnico, il percorso espositivo creato da Mediacor per l’Azione Cattolica Italiana, presenta i suoi studi, “la rete di amicizie e gli interessi maturati tra i banchi dell’ingegneria meccanica”.
Gli studi per aiutare i più deboli
“Pier Giorgio è stato nostro studente di ingegneria mineraria e alla data della sua morte gli mancavano solo due esami e la tesi. Gli venne poi conferita la laurea in occasione del centenario della sua nascita nel 2001, quindi possiamo parlare di Frassati come un nostro laureato”, afferma il professore Sacchi, aggiungendo come anche se le lezioni non sono ancora iniziate, vari studenti e professori sono all’ateneo piemontese per le sessioni degli esami e quindi la mostra è stata molto visitata. “Sebbene breve, la vita di Pier Giorgio al Politecnico è stata intensa”, come testimonia il percorso espositivo, continua il vicerettore. “Ci sono dei pannelli che scherzano sul fatto che non avesse voti altissimi in casa. La sua famiglia era dell’altissima borghesia liberale, tutti con studi classici alle spalle, e dicevano che Pier Giorgio non sapeva scrivere. Lui aveva scelto di fare ingegneria mineraria per aiutare le classi più deboli, le classi dei minatori”.
Mettersi al servizio degli altri
E per il professore Sacchi è proprio questo l’elemento più significativo della vita universitaria di Frassati e che rende il Politecnico “particolarmente orgoglioso” di averlo avuto come studente. “Lui è un giovane che sceglie uno studio come vocazione laica, c’era una dimensione spirituale di vicinanza alle classi popolari, ma anche una dimensione di dovere. Venendo da una famiglia abbiente il suo dovere era quello di studiare per contribuire al miglioramento delle condizioni materiali di vita delle classi popolari”, evidenzia il vicerettore. Ribadisce poi che questo è anche un esempio per tutti gli studenti che riflettono sul ruolo sociale che devono svolgere. “Il quid pluris dell’esperienza di Pier Giorgio al Politecnico di Torino è proprio questo: mettersi al servizio degli altri, e in particolare dei più deboli anche attraverso le proprie competenze tecniche”, insiste Sacchi.
Questa attenzione di Frassati “alle condizioni materiali di vita” dei più bisognosi si estendeva anche alla sua vita personale. “Era di una famiglia ovviamente molto abbiente quindi dava anche degli aiuti economici ai più poveri, ma non si limitava a questo. Per esempio se veniva data una casa a una famiglia popolare lui ritirava i mobili e andava personalmente a portarli, a fare i traslochi. Si ingaggiava fisicamente per aiutare”, prosegue il vicerettore.
L’attività politica di Frassati
Il professore Sacchi inoltre spiega che la mostra si sofferma anche sull’attività politica di Pier Giorgio, specialmente il suo impegno per il Partito Popolare - nonostante venisse da una “famiglia liberale giolittiana”. “Il Partito Popolare aveva una bacheca all’interno del Politecnico, come gli altri gruppi politici. Frassati la curava e si lamentava che gli strappassero i manifesti e le locandine che metteva,” racconta il vicerettore. La morte improvvisa di Frassati, avvenuta nel 1925, si colloca in un periodo storico importante ovvero “tra il discorso di Benito Mussolini, che assume su di sé le responsabilità dell’assassinio di Giacomo Matteotti, e l’introduzione delle leggi che fanno del regime fascista un regime autoritario”. In quell’anno, sottolinea il professor Sacchi, Frassati ha “potuto osservare la trasformazione del regime fascista in un regime di privazione delle libertà dei cittadini e lui si schierò contro. Nella sua attività politica al Politecnico di Torino difese i valori in cui credeva, partecipando a un partito di ispirazione cristiana”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui