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Un uomo rema su una barca attraversando un tratto inquinato del Lago Dal a Srinagar, Kashmir. (Foto di Tauseef MUSTAFA / AFP) Un uomo rema su una barca attraversando un tratto inquinato del Lago Dal a Srinagar, Kashmir. (Foto di Tauseef MUSTAFA / AFP)

Cop30, le Reti cattoliche: non può esserci giustizia climatica senza pace

Il messaggio di Caritas Internationalis, Cisde e Pax Christi International, in vista dell'assemblea in programma nella città amazzonica di Belém dal 10 al 21 novembre

Beatrice Guarrera - Città del Vaticano

"Non può esserci vera pace senza giustizia climatica, e non può esserci giustizia climatica senza pace". È "la verità semplice ma urgente" che affermano in un comunicato congiunto i segretari generali di Caritas Internationalis, Cisde (Coopération internationale pour le développement et la solidarité) e Pax Christi International. "Come rappresentanti delle reti cattoliche globali impegnate per la pace, la giustizia e la cura del creato, uniamo le nostre voci" hanno scritto nel messaggio intitolato "Pellegrini di speranza per un mondo giusto e di pace" diffuso oggi, lunedì 8 settembre, e presentato attraverso un incontro online. Il testo contiene le tematiche più urgenti da porre all'attenzione, in vista della 30ª Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Cop30), in programma nella città amazzonica brasiliana di Belém dal 10 al 21 novembre.

Crisi intrecciate

"Le crisi intrecciate del collasso ecologico, di un ordine globale frammentato e di una povertà estrema implacabile - spiegano le reti cattoliche - non sono problemi paralleli: sono fili intrecciati di una minaccia globale condivisa. Non stiamo semplicemente affrontando una crisi di emissioni di gas serra, una confluenza di conflitti di confine o cicli di povertà regionale. Stiamo affrontando una convergenza di sofferenza di massa attuale e rischi di danni futuri, perpetuati da un sistema politico ed economico che rischia di disintegrarsi completamente". La situazione in cui ci troviamo è, infatti, "conseguenza del rifiuto collettivo di pensare alle generazioni future" (Laudato si' 159), dell'avidità (LS9), della miopia (LS32) e per risolverla è necessaria "una nuova solidarietà universale" (LS14). Si fa sempre più evidente, infatti, che "il cambiamento climatico stia già esacerbando i conflitti in tutto il mondo", e questa è una tendenza pericolosa che si prevede si intensificherà con il continuo aumento delle temperature globali. Secondo le reti cattoliche, la crescente frequenza e gravità degli eventi estremi, unitamente alla mutevole disponibilità di risorse e alla resa inabitabile di territori, "porterà a massicci spostamenti forzati di persone". Questo, a sua volta, rischia di destabilizzare ulteriormente le regioni vulnerabili e di esacerbare le tensioni esistenti.

L'azione per il clima è vitale per la pace  

"In questo contesto, l'azione per il clima  - affermano Caritas Internationalis, Cisde e ax Christi International - non è solo un imperativo ambientale, ma anche una componente vitale della costruzione della pace globale". Dunque, le sfide del nostro tempo hanno una radice comune nello sfruttamento e nella diseguaglianza, prodotti di "un sistema globale sempre più plasmato da interessi politici a breve termine e da un potere concentrato". Così anche la soluzione necessita di essere comune. La proposta è dunque quella di scegliere "l'opzione preferenziale per i poveri": "Significa porre al centro la conoscenza indigena e il loro diritto a vivere in armonia con la propria terra, promuovere la giustizia del debito, ridurre gli esorbitanti bilanci militari e garantire una rappresentanza inclusiva ai tavoli decisionali, dalle Nazioni Unite ai consigli locali". "Oggi - concludono le organizzazioni. - alziamo la voce per unirci a Papa Leone, ad altri leader religiosi e alle persone di buona volontà, in coro, chiedendo di fermare la marcia verso la guerra, invertire la rotta, rinnovare la nostra passione per la pace e tornare a credere che un mondo pacifico è possibile".

Una preoccupazione condivisa

L'idea di questo messaggio congiunto viene dalla "condivisa preoccupazione per la crisi climatica in corso" e per il crescere dei conflitti nel mondo, si è detto nella presentazione della dichiarazione, moderata da Musamba Mubanga di Caritas Internationalis. Ad intervenire con un video messaggio anche il cardinale Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, che ha ricordato che siamo tutti chiamati a contribuire allo sviluppo ma anche alla cura del creato: "Il futuro delle prossime generazioni dipende dalle decisioni di uomini e donne che saranno in grado di costruire un domani migliore, con una responsabilità etica", senza dimenticare l'incoraggiamento della fede cristiana in questo percorso. In un mondo in cui si vedono sempre di più i contrasti tra ricchi e poveri e l'aumento delle disegueglianze, bisogna lavorare per "attaccare alle radici il sistema della povertà" con una visione a lungo termine per proteggere tutti e in particolare i poveri, ha detto Alistair Dutton, segretario generale di Caritas Internationalis.

Il coraggio arriva dall'unione

Martha Inés Romero, segretaria generale di Pax Christi International, ha insistito sul "potere delle azioni non violente" e sull'importanza del dialogo e della riconciliazione per l'appianamento dei conflitti, oltre alla fondamentale diffusione di una "cultura della cura" del pianeta. "Siamo in un mondo in fiamme per il cambiamento climatico e le guerre", ha aggiunto Josianne Gauthier, segretario generale di Cisde. "Sperimentiamo una crisi ecologica emergenziale e abbiamo visto l’economia mondiale trasformarsi in un’economia di guerra". Dunque occorre  agire: "Dobbiamo amare abbastanza da difendere ciò che consideriamo prezioso", ha detto Gauthier, cercando quel coraggio che inizia dalla condivisione: "Per questo ci riuniamo per alimentare la solidarietà". Le comunità, ha concluso suor Brigit Weiler, membra del gruppo di consulenza teologica del Celam, "chiedono alla Chiesa di essere loro alleate" in questo percorso.

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08 settembre 2025, 17:59