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Carlo Acutis, che sarà canonizzato il 7 settembre Carlo Acutis, che sarà canonizzato il 7 settembre

"Un santo del banco accanto", il ricordo di suor Monica, insegnante di Carlo Acutis

La religiosa, docente del futuro “santo millennial” alle scuole medie dell’Istituto Marcelline di piazza Tommaseo, lo ricorda per la sua “eroicità della fede”, vissuta con vivacità e curiosità nel cercare “il senso profondo delle cose”. Tra qualche nota sul registro, la passione per l’informatica e i videogiochi, e i gesti di solidarietà come l’aiuto a un compagno bullizzato, il ricordo del giovane continua a vivere nelle aule della scuola che lo ha visto crescere.

Edoardo Giribaldi e Benedetta Capelli - Città del Vaticano

“Non era un santo da immaginetta”. Chi si aspetta uno studente modello, con tutti Ottimo in pagella, deve ricredersi. Sul diario di Carlo Acutis non mancavano le note, che oggi fanno sorridere suor Monica Ceroni. Le sue parole offerte ai media vaticani scorrono semplici ma custodiscono memorie preziose. È stata lei, religiosa delle Marcelline e oggi preside dell’Istituto di Piazza Tommaseo a Milano, a insegnare religione al primo “santo millennial” della Chiesa: nato a Londra nel 1991, sarà canonizzato il prossimo 7 settembre, nello stesso giorno in cui diventerà santo un altro giovane Pier Giorgio Frassati. Per otto anni, dai sei ai quattordici, Carlo ha vissuto nei corridoi della scuola meneghina: banchi, voci di compagni, giochi nel cortile. Un percorso ordinario, diventato col tempo straordinario.

Ascolta l'intervista a suor Monica Ceroni

Figlio, amico, studente

“Carlo era un bravo figlio, un bravo amico, un bravo studente — spiega suor Monica — ma non nel senso stereotipato”. Non sempre i compiti erano in ordine: la sua vivacità e curiosità lo spingevano a cercare il senso profondo delle cose. Un alunno “fuori dalle righe”, che a volte non ripeteva perfettamente una lezione perché stava “cercando altro”. La pagella non era impeccabile, ma alla voce religione compariva sempre il voto massimo. “E io non faccio tanti sconti”, sottolinea la religiosa. Carlo era anche un amico fidato: sapeva rendere importanti tutti, soprattutto chi veniva emarginato. Come Andrea, il compagno considerato lo “sfigato di turno”, che grazie a lui si è sentito accolto. Era un bravo figlio, obbediva alla mamma, pur nella tipica voglia di libertà dei quattordici anni. Dietro l’aura di santità restava un adolescente concreto: sorriso pronto, domande intelligenti, piccoli stratagemmi per sfuggire ai compiti. “Ricordo — sorride suor Monica — quella volta in cui si nascose nell’armadio con un compagno, Lorenzo. Uscirono gridando ‘Boo!’, facendo prendere un colpo alla professoressa di matematica, che chiamò la preside”.

Suor Monica Ceroni
Suor Monica Ceroni   (©suor monica ceroni)

Fede senza ostentazione

Per suor Monica, “l’eroicità della fede” di Carlo non era ostentazione, ma vita. “Non girava con il rosario in mano recitando preghiere particolari”. La sua amicizia con Gesù era “bussola quotidiana”. È questo che lo rende vicino ai giovani: dimostrare che si può essere vivaci, appassionati di videogiochi e informatica — allora agli inizi — e allo stesso tempo vivere da “eroi della fede”. Proprio questa autenticità, secondo l’insegnante, spiega la fascinazione che Carlo esercita ancora oggi. “Io vivo in mezzo ai giovani: loro chiedono testimoni credibili. Carlo lo è stato: coerente, innamorato dell’Eucaristia, capace di rendere la fede accessibile, non distante”.

L'eco dopo la morte

Quando Carlo morì nel 2006, a soli 15 anni, per una leucemia fulminante, in tanti si strinsero intorno alla sua famiglia. Suor Monica ricorda in particolare persone "semplici, umili", raccolte quasi con timore in fondo alla chiesa, ma grate di poter partecipare. Eppure, per la religiosa, Carlo resta soprattutto quel ragazzo che correva giù per le scale e saltava sui corridoi appena lucidati. "Quando passo davanti alla sua foto, appesa tra quelle degli altri studenti, gli affido i ragazzi che incontro. Gli dico: 'Ciao Carlo, pensaci tu'". Un “santo del banco accanto”, che continua a vivere nei gesti semplici e quotidiani della scuola che lo ha visto crescere.

Carlo Acutis
Carlo Acutis   (ANSA)

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05 settembre 2025, 08:00