Messico: con Carlo Acutis, nuovo fermento tra i giovani e le parrocchie
Eleanna Guglielmi ed Eugenio Bonanata - Città del Vaticano
Il Messico oggi rappresenta un esempio di ciò che Carlo Acutis suscita ovunque venga accolto: un movimento che nasce dalla fede semplice delle famiglie e raggiunge giovani, anziani, malati e poveri. “La santità non è un miraggio lontano: essere cattolici non è tradizione ricevuta, ma decisione che impegna la vita interaâ€, ripetono i giovani delle pastorali diocesane mentre si preparano alla canonizzazione.
Carlo da Monterrey a Guadalajara
A Monterrey, il campo ‘Santi con lo zaino’ invita a camminare e pregare sotto le stelle. Ad Acapulco, ‘Una notte con Carlo’ raduna comunità intere tra musica e adorazione. A Città del Messico, l’iniziativa ‘Come conquistarci il cielo?’ attraversa le parrocchie e culmina nella cattedrale di Iztapalapa con il motto: ‘Il cielo si conquista camminando con i santi’. A Guadalajara, il ‘Carlo Fest’ trasfigura la Basilica di Zapopan in una liturgia di Eucaristia e canto giovanile.
Un fenomeno nazionale
Da nord a sud, molti descrivono già questo fervore come un ‘fenomeno nazionale’: una generazione che scopre nella fede un orizzonte di senso e testimonia che essere cattolici non è abitudine ereditata, ma scelta personale, libera e consapevole.
Famiglie in missione
“Da quando abbiamo ricevuto la reliquia, l'1 marzo 2024, qualcosa nel nostro cuore è mutatoâ€, scrive la famiglia Jiménez Albarrán in una lettera indirizzata ad Andrea e Antonia, Francesca e Michele Acutis (rispettivamente genitori, sorella e fratello di Carlo). Con essa, Carlo ha cominciato a percorrere le vie del Messico: è entrato in parrocchie e ospedali e si è fermato in scuole e gruppi giovanili. Juan Carlos, Jeanine, María e Ana Paula raccontano che, ovunque arrivi, i volti si illuminano: giovani che non avevano mai varcato la soglia di una chiesa chiedono di Cristo, altri tornano alla confessione dopo anni di lontananza, intere famiglie si raccolgono per pregare. “Carlo apre la strada, spalanca porte, mostra che la santità non è privilegio di pochi, ma di tutti coloro che amano senza misuraâ€, scrivono.
La reliquia tra giovani, malati e anziani
La reliquia viene portata in scuole e parrocchie affinché, attraverso Carlo, la gente incontri Gesù nell’Eucaristia e, per sua intercessione, quel sacramento torni a essere il centro della vita. Questo gesto si è trasformato in movimento pastorale che attraversa diocesi intere. La reliquia è stata accolta a Città del Messico, a Matashi, a Puebla e Guerrero, a Cuernavaca e Guanajuato, a Tixtla, fino a Baja California e Veracruz. In ogni luogo germogliano iniziative: cresime, congressi familiari, ore sante settimanali, pellegrinaggi imponenti come quello al Cubilete con 40.000 giovani, incontri di catechesi e celebrazioni nelle scuole. Negli ospedali, la reliquia si è posata su bambini e malati, suscitando speranze di guarigione e conversione. Nei conventi e monasteri è stata accolta tra canti e lacrime. Così, da nord a sud, il Messico vive una corrente di fede. Carlo è, per molti, un amico prossimo che conduce a Cristo e ricorda con la sua vita che la santità è accessibile a tutti.
Quanto oggi avviene in Messico, famiglie, giovani, anziani e malati radunati attorno alla sua figura, è parabola concreta di ciò che significa la sua canonizzazione: la certezza che la santità non appartiene solo alle pagine della storia, ma continua a scuotere la Chiesa e l’intera società.
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