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il cardinale Fridolin Ambongo, Arcivescovo di Kinshasa e presidente rieletto del Secam. il cardinale Fridolin Ambongo, Arcivescovo di Kinshasa e presidente rieletto del Secam. 

Il cardinale Ambongo: la Chiesa in Africa sia fonte di riconciliazione e speranza

Molte sfide restano ancora da affrontare, ma la Chiesa nel grande continente sta andando nella giusta direzione. Ne è convinto l'arcivescovo di Kinshasa e presidente rieletto del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar, intervistato dai media vaticani al termine della 20.ma assemblea plenaria del Secam, conclusa il 4 agosto a Kigali, in Ruanda

Jean-Paul Kamba - Città del Vaticano

A Kigali, in Ruanda, dove si è tenuta la 20.ma assemblea plenaria del Secam, il Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar, conclusa il 4 agosto, l'attenzione dei vescovi si è concentrata sul tema “Cristo, fonte di speranza, riconciliazione e pace: la visione della Chiesa-Famiglia di Dio in Africa per i prossimi 25 anni (2025-2050)”. Al di là delle grandi sfide che la Chiesa deve affrontare in Africa, si vedono segni di speranza. La Chiesa africana ha bisogno di prendere maggiore coscienza delle proprie responsabilità. Un tema su cui il cardinale congolese Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa e presidente rieletto del Secam, intervistato dai media vaticani, insiste molto nelle sue conclusioni sui risultati del'assemblea.

Cosa possiamo ricordare dei lavori della 20.ma assemblea plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (Secam)?

Abbiamo innanzitutto analizzato la situazione sociopolitica dell'Africa. Ci sono zone che stanno emergendo e che avanzano nella giusta direzione. Ma molti altri luoghi sono schiacciati da conflitti, guerre, colpi di stato, catastrofi naturali e altre cose. A ciò si aggiunge il fatto che gran parte dei giovani africani abbandona il continente per cercare il benessere altrove. Molti di loro, purtroppo, finiscono il loro viaggio nel deserto o nel Mar Mediterraneo. Tutti questi elementi rimandano alla responsabilità dei leader politici. Il nostro lavoro è consistito innanzitutto nel prendere coscienza di questa realtà e nel metterci in discussione, per vedere cosa possiamo fare per uscire da questa crisi. È nel mezzo di questo sforzo che Cristo ci è apparso come fonte di speranza. Cristo ha dedicato tutto il suo tempo all'opera di riconciliazione, al riscatto dell'essere umano. Tenendo gli occhi fissi su Cristo, la Chiesa africana può diventare, a sua volta, fonte di speranza, riconciliazione e pace per il popolo africano.


In che modo la Chiesa in Africa intende concretamente testimoniare la riconciliazione?

Il primo compito della Chiesa è quello di un'evangelizzazione profonda. Un popolo evangelizzato, trasformato dall'interno e consapevole del proprio ruolo profetico, non può che risollevare la nazione. Nel continente africano ci sono molti cattolici battezzati. Tuttavia, quando sono impegnati negli affari o in politica, o nel mondo religioso, non si vede più traccia del battesimo. È proprio qui che dobbiamo prendere coscienza della necessità di una vera conversione. Il secondo aspetto è legato al lavoro che la Chiesa deve svolgere in termini di azioni o iniziative concrete per la riconciliazione tra i popoli. Si tratta di portare le comunità a dialogare laddove, ad esempio, le persone non si parlano.

Conclusione della XX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (Secam), tenutasi a Kigali, in Rwanda.
Conclusione della XX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (Secam), tenutasi a Kigali, in Rwanda.

Quali strategie avete definito per raggiungere questo obiettivo?

A livello continentale, non si può dire che esista un'unica strategia, data la varietà della natura dei conflitti. Tuttavia, abbiamo preso come esempio il caso della Repubblica Democratica del Congo, dove la Chiesa cattolica e quella protestante hanno avviato l'iniziativa denominata “Patto per la pace e il vivere meglio insieme”. Questa iniziativa è stata accolta con favore e sostenuta da tutti i partecipanti come un esempio concreto da replicare in altre situazioni simili.


La 20.ma Assemblea del Secam si è conclusa con una celebrazione eucaristica, nella quale sono stati protagonisti in particolare i giovani. Quale messaggio desiderate trasmettere ai giovani africani? 

Il messaggio principale è quello di non perdere mai la speranza di fronte alle difficoltà. Chiunque ripone la propria fiducia nel Signore non sarà mai deluso. Da questa speranza nel Signore può scaturire l'energia necessaria per affrontare tutti i problemi che potranno presentarsi.

Che significato attribuisce alla sua rielezione alla presidenza del Secam? 

Significa che l'impulso che abbiamo dato al Secam negli ultimi anni è stato riconosciuto, accolto con favore e apprezzato dai vescovi dell'Africa e del Madagascar. Dobbiamo promuovere una leadership che dia visibilità alla Chiesa dell'Africa e delle isole. Oggi ci sono tutte le condizioni affinché la Chiesa africana diventi una Chiesa veramente sorella, alla pari con le altre. È abbastanza matura per essere considerata tale. Ma se vogliamo essere rispettati, ci sono ancora delle sfide che dobbiamo affrontare. Le sfide riguardano in particolare l'adozione di una teologia che ci aiuti a puntare la luce del Vangelo sulle nostre realtà africane. In Africa abbiamo un enorme potenziale per affrontare queste sfide e vorremmo che questo fosse più evidente.

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06 agosto 2025, 11:57