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I protagonisti della 20.ma Assemblea generale del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) I protagonisti della 20.ma Assemblea generale del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam)

La Chiesa in Africa: i battezzati siano messaggeri e costruttori di speranza

Si è conclusa ieri, 4 agosto, la 20.ma Assemblea generale del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) apertasi il 30 luglio, a Kigali, in Ruanda. Nel messaggio finale, i vescovi invitano la comunità ecclesiale locale a “ravvivare e vivere la sua vera identità di Chiesa-Famiglia di Dio”.

Jean-Paul Kamba, SJ ed Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

La missione fondamentale, comune a tutti i battezzati, è quella di "essere messaggeri e costruttori di speranza". Una visione che si articola in due dimensioni: "da un lato, ravvivare e vivere la nostra vera identità come Chiesa-Famiglia di Dio — Dio come nostro Padre, la Chiesa come nostra Madre, e gli altri come fratelli e sorelle"; dall’altro, "abbracciare pienamente la grande missione della riconciliazione". È quanto affermano, nel messaggio finale, i vescovi che hanno preso parte alla 20.ma Assemblea generale del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam), conclusasi ieri, 4 agosto a Kigali, in Ruanda.

Segni di speranza

Aperto il 28 luglio, l'evento ha visto la partecipazione del cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, insieme a oltre 200 delegati: 13 cardinali, 85 vescovi, 72 sacerdoti e numerosi religiosi e laici, uomini e donne. Per l’occasione, il 3 agosto, Papa Leone XIV ha inviato un telegramma firmato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin indirizzato al cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa e presidente del Secam. Il Papa ha esortato a promuovere l’unità in una società divisa, incoraggiando le Chiese locali a farsi segni concreti di speranza "per tutte le persone". I lavori si sono aperti con l’intervento del porporato, che ha lanciato un appello accorato a porre fine a violenze, persecuzioni e conflitti armati, invocando pace per le regioni africane devastate da guerre, povertà, sfollamenti forzati e crisi ambientali.

La "grande insicurezza" in Africa

Nel messaggio conclusivo dell’Assemblea, svoltasi sul tema Cristo, fonte di speranza, di riconciliazione e di pace, i vescovi sottolineano uno status quo che perdura dall'ultima assemblea plenaria tenutasi in Ghana nell'agosto 2022: “la grande insicurezza che regna in diverse regioni del nostro continente, a causa dell'instabilità socio-politica, della violenza, della povertà economica, della debolezza delle strutture sanitarie, dell'insurrezione, del terrorismo, dello sfruttamento della religione a fini politici e della mancanza di rispetto per l'ambiente e il buon governo". Sebbene queste sfide rimangano ancora da affrontare, il Secam rimane convinto che "Cristo è fonte di speranza per l'Africa e i suoi popoli".

Nel solco di Papa Francesco

Come filo conduttore dei lavori, i vescovi hanno scelto il cammino sinodale avviato da Papa Francesco, ponendosi, come obiettivo, quello di rendere Cristo sempre presente nelle diverse comunità. Per i presuli, non bisogna perdere di vista che, in materia di sinodalità, è Lui il fine ultimo: "Egli è la ragione della nostra speranza e del nostro impegno a portare la croce al suo seguito". Esortano poi le comunità locali ad aprirsi alla speranza cristiana, che si fonda sulla priorità del Regno di Dio. È su di essa che i cristiani dell'Africa e delle isole dovranno fare affidamento per diventari "architetti" del loro continente. Essa non è un guscio vuoto né una fuga dalla realtà umana concreta, avverte il Secam. "È un impegno, una presenza attiva, nel nome del Signore Gesù, accanto a coloro che soffrono, a coloro che subiscono ingiustizie, a coloro che sono lasciati ai margini"

Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa e presidente del Secam
Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa e presidente del Secam

Accanto a coloro che soffrono

In quest'ottica, i vescovi invitano la Chiesa dell'Africa e del Madagascar a fare propria l'opzione preferenziale per i poveri predicata da Cristo. Concretamente, si impegnano per i prossimi 25 anni a "coltivare l'audacia di una parola che scuote e disturba questo mondo". Ciò passa attraverso il rinnovamento della "nostra comprensione e pratica di essere una Famiglia di Dio e di servire le nostre comunità e il nostro continente con il Vangelo della riconciliazione, della giustizia e della pace".

"Una Chiesa in uscita"

L'impegno a favore di un'umanità trasformata in Famiglia di Dio è il ruolo di ogni cristiano. Questo è ciò che rappresenta la "Chiesa in uscita" promossa da Papa Francesco. Una comunità "costituita da cristiani impegnati nella costruzione di un mondo nuovo, di un cielo nuovo e di una terra nuova". Come modello di questo impegno, i membri del Secam hanno ricordato la recente beatificazione, avvenuta lo scorso 15 giugno a Roma, del giovane laico congolese Floribert Bwana Chui, riconosciuto come "martire dell'onestà e dell'integrità morale".

padre Dirk Bingener interviene all'Assemblea
padre Dirk Bingener interviene all'Assemblea   (© missio)

Riconciliazione, perdono e pace

Di fronte alla dolorosa constatazione delle tensioni interetniche o interstatali che persistono in diverse regioni africane, impoverendo e paralizzando così l'intero continente, i presuli propongono i valori di riconciliazione, perdono e pace come essenziali per lo sviluppo in tutte le dimensioni della vita umana. Una pace, ricordano i vescovi dell'Africa e delle isole, citando Papa Leone XIV, che sia "disarmante, umile e perseverante. Essa viene da Dio che ci ama tutti incondizionatamente".


Dare speranza per il futuro

I vescovi invitano inoltre "alla riconciliazione e al perdono di tutti i battezzati in conflitto affinché l'armonia e la convivenza instaurate dall'atto salvifico di Cristo diventino una scelta di vita per tutti". E questo messaggio di speranza che vuole farsi urgente, vista la persistenza di situazioni in cui "tanti uomini e donne, bambini e anziani sono calpestati nella loro dignità, nella loro integrità fisica, nella loro libertà, compresa quella religiosa, privati della solidarietà comunitaria, della speranza nel futuro".

Un momento dell'assemblea
Un momento dell'assemblea

Avere a cuore il bene dei popoli

Concludendo il suo messaggio, il Secam raccomanda a tutti i leader politici di avere a cuore il bene dei popoli che governano e di proteggere i più deboli promuovendo il dialogo e una migliore convivenza. Allo stesso tempo, invita la Chiesa, testimone della sofferenza della popolazione nelle zone di conflitto armato, a "impegnarsi in modo più vigoroso in termini di sensibilizzazione e azione concreta per la pace".

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05 agosto 2025, 12:00