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Monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste Monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste

L'appello del vescovo di Trieste: preghiamo per la pace a Gaza e nel mondo

In un messaggio pubblicato sul sito della diocesi, monsignor Trevisi invita ogni chiesa e realtà civile ad un momento di "silenziosa indignazione" per non abituarsi “a ciò che è inumano e incivile”, richiamando l’attenzione sui conflitti che insanguinano il mondo: non solo in Medio Oriente e in Ucraina, ma anche in Sudan e in Congo. “La pace non è un’utopia spirituale” – afferma – “ma una via umile, fatta di gesti quotidiani”

Vatican News

Un accorato appello "a un momento di preghiera, a un momento di silenziosa indignazione" da tenere domani, domenica 27 luglio, in ogni chiesa e realtà civile, per manifestare la "decisa riprovazione" per ogni conflitto. Nel suo messaggio pubblicato sul sito della diocesi, il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi, ha denunciato con fermezza l’orrore della guerra, oggi come in passato, chiedendo un impegno concreto e universale per la pace. “A pagarne le conseguenze non sono stati solo gli eroi e i patrioti – ha affermato – ma la povera gente, spesso civili inermi di tutte le età: uccisi, deportati, reclusi, seviziati, lasciati morire di stenti, infezioni, fame.”

I fronti di guerra

Trevisi ha puntato l’attenzione su conflitti attuali spesso ignorati dai media: “Nulla ci viene detto della catastrofe umanitaria del Sudan, per esempio. E assai poco delle sevizie dei russi sui prigionieri di guerra ucraini e sul rapimento dei bambini ucraini.” Particolare dolore ha espresso per la situazione a Gaza, denunciando l’assenza di volontà diplomatica: “Con pertinacia non si vuole lasciare spazio alla diplomazia ma insistere con lo sterminio, fatto di bombe e di fame, e di bombe su chi ha fame e di ostaggi usati come ricatto.”

"Non stanchiamoci di pregare"

Il vescovo ha chiamato in causa direttamente le parti in conflitto: “Chiediamo allo Stato di Israele, ma chiediamo anche ad Hamas, di togliere l’assedio alla popolazione civile palestinese. Entrambi sono colpevoli di quanto sta succedendo, perché intestarditi a vincere a qualsiasi costo, causando la morte, la strage, l’eccidio di bambini, di donne, di anziani". "Non stanchiamoci di pregare. Non abituiamoci a ciò che è inumano e incivile, a ciò che contraddice il disegno di Dio sull’umanità", l'appello, a cui ha fatto seguito un forte invito a tutte le componenti della società a mobilitarsi: “I politici richiamino gli ambasciatori per un consulto, la società civile alzi la sua voce, le religioni promuovano dialogo e conversione”.

La pace, "via umile"

A livello locale, l’auspicio è che anche Trieste si impegni a generare operatori di pace, educazione alla nonviolenza e giustizia riconciliativa. “La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa”.

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26 luglio 2025, 13:00