Pime, il nuovo superiore padre Rapacioli: l'IA sfida per la nostra missione
Daniele Piccini – Città del Vaticano
“Vorrei chiedere a tutti gli istituti di vita contemplativa un'intercessione, una preghiera, affinché i missionari del PIME e tutti i missionari ad gentes possano svolgere il proprio compito come mandato della Chiesa e come espressione del soffio dello Spirito Santo”. È una richiesta di vicinanza e preghiere il primo appello di padre Francesco Rapacioli da nuovo Superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME).
Lo ha eletto proprio ieri mattina - dopo i due mandati di padre Ferruccio Brambillasca, che era alla guida del PIME dal 2013 - la XVI Assemblea generale dell’Istituto, in corso dal 22 giugno, presso il Centro internazionale di animazione missionaria di Roma.
Orgoglio per un Papa missionario
Nel giorno in cui si compiono i primi due mesi di pontificato di Papa Leone XIV, forti sono le aspettative per tutto ciò che potrà portare il magistero di un Papa con un passato nelle missioni. “Siamo evidentemente molto orgogliosi di avere un Papa missionario”, ammette padre Rapacioli, 62 anni e una lunga esperienza da missionario in India e Bangladesh. “La missione, infatti, è altamente formativa per tutti coloro che sono chiamati a compierla. Sono dunque convintissimo che i suoi 20 anni di vita trascorsa, prima da missionario e poi da vescovo in Perù, nel Sud America, abbiano senz'altro contribuito alla sua formazione, alla sua sensibilità e al suo modo di pensare. La sua esperienza diretta sul campo promuoverà una nuova consapevolezza e una nuova comprensione”.
Valorizzare la pluralità
Tante le sfide per il nuovo Superiore generale del PIME, un Istituto che proprio quest’anno celebra i suoi 175 anni dalla fondazione e che è presente con i suoi 400 missionari in 20 Paesi. “Intanto – dice padre Rapacioli provando ad elencare i temi su cui si focalizzerà il suo mandato - vogliamo essere missionari in quanto comunità plurale ed internazionale, valorizzando la ricchezza, il background dei nostri confratelli che provengono da chiese con storie diverse”. In secondo luogo, prosegue il nuovo Superiore generale del PIME, “vogliamo ribadire il nostro carisma fondamentale che è quello della missio ad gentes. Questo per noi significa lasciare il proprio Paese per dedicarsi all'evangelizzazione in un altro contesto diverso dal nostro e farlo per tutta la vita”.
IA nuovo territorio per le missioni
Dal 1850, anno in cui monsignor Angelo Ramazzotti fondò il PIME con l’originario nome di Seminario Lombardo per le Missioni Estere, il mondo in cui i missionari sono chiamati ad operare è diventato complesso e suoi cambiamenti più veloci. “Il tema dell'intelligenza artificiale, del cosiddetto ‘sesto continente’, ci interpella e, in quanto missionari, non possiamo ignorarlo”, spiega ancora padre Rapacioli provando a tracciare il profilo del lavoro del PIME nei prossimi anni. “È un tema che accomuna tutti i continenti e anche diverse fasce di età. È un luogo di evangelizzazione dalle grandi potenzialità, ma che presenta anche qualche pericolo. Sarà un ambito che ci interpellerà nei prossimi anni. Dovremo continuare a formarci – conclude - ed interpellare i giovani, che sono più familiari con questi mezzi, per riuscire a impiegare questi strumenti nella direzione dell'evangelizzazione”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui