Reina: c'è una solitudine che uccide, Frassati ci insegna a socializzare con i poveri
Antonella Palermo - Città del Vaticano
"I social sono un campo minato dove si rischia di disperdere tante energie. Pier Giorgio ci dice che se vogliamo socializzare dobbiamo farlo con i poveri". Così il cardinale Baldo Reina, vicario per la diocesi di Roma, che, ieri pomeriggio 26 luglio, ha presieduto a Roma, nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, una Messa per l'arrivo delle spoglie del giovane Frassati, che sarà canonizzato da Papa Leone XIV il prossimo 7 settembre, insieme a Carlo Acutis. La celebrazione avvia le iniziative diocesane per il Giubileo dei Giovani. Il corpo del beato resterà fino al 4 agosto ai piedi dell’altare maggiore di questo straordinario luogo di culto, nel cuore della capitale che già custodisce i resti mortali di santa Caterina da Siena, di cui peraltro il ragazzo torinese, terziario domenicano, era molto devoto. Alla celebrazione anche l'ausiliare monsignor Michele Di Tolve e numerosi sacerdoti. Hanno partecipato anche alcuni familiari del beato.
Reina: la solitudine uccide, Frassati insegna la potenza della preghiera
Durante la celebrazione il vicario per la diocesi di Roma ha anche conferito il mandato a circa 4 mila ragazzi che da lunedì presteranno servizio nelle strutture di accoglienza per i giovani in arrivo a Roma. Reina si è soffermato nell'omelia proprio sull'universo giovanile, ricco di potenzialità ma che presenta anche molte insidie preoccupanti. In questo senso, il modello di santità incarcanto da Frassati ha tanto da insegnare perché educa una società schiava dei social alla "vera forma di socialità che è l’amore ai poveri". Il tema della solitudine, particolarmente caro al cardinale, è stato evidenziato nelle sue parole: "Siamo tentati di pensare che siamo uniti perché iperconnessi – ha affermaato – ma siamo soli, di una solitudine che uccide. Pier Giorgio ci insegna la potenza della preghiera per far sì che la solitudine non diventi isolamento. Ci insegna che in soli 24 anni di vita si può centrare l’obiettivo di una vita pienamente realizzata in Dio. Chiediamo la sua intercessione per vivere bene la nostra vita". E poi ha toccato anche il tema del consumo di "sostanze": il beato aveva scelto un'altra "sostanza, l’Eucaristia di cui si nutriva quotidianamente".
Vivere, non vivacchiare
I frati domenicani, ha spiegato padre Fabrizio Cambi, priore del convento di Santa Maria Sopra Minerva, percepiscono la presenza del corpo del beato in basilica come "un fratello tornato a casa". Qui inoltre è possibile approfondire la vita e la spiritualità di Frassati attraverso fotografie d’epoca, esposte per l'occasione, che lo ritraggono in montagna - è nota la sua passione per l'alpinismo - o con gli amici. Ricorre l'anno 'frassiatano' - si celebra infatti il centenario della morte del beato - e don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile di Roma, ha sottolineato come nelle sue lettere per l’Anno Santo 1925, Pier Giorgio scriveva quanto fosse importante “vivere, e non vivacchiareâ€. L'attualità per l'oggi è evidente, ha precisato il sacerdote che ha parlato di "un giovane testimone della cristianità vissuta con lo spirito della gioia festosa. Ricorda a tutti noi il desiderio autentico di felicità. Il suo è un modello che trascende le categorie tradizionali, è una speranza concreta per tutti".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui