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Suor Vincenzina Botindari, religiosa della congregazione delle Suore francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria e missionaria digitale Suor Vincenzina Botindari, religiosa della congregazione delle Suore francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria e missionaria digitale

Evangelizzare con un clic, la missione di suor Vincenzina

Dove scorrono like e commenti, da Instagram a TikTok, suor Botindari semina silenziosamente la Parola. In un tempo frammentato, offre senso e direzione. La sua vocazione prende forma anche attraverso lo schermo di uno smartphone, un tablet o di un computer

Sara Costantini - Città del Vaticano

I suoi profili Instagram e TikTok contano in totale 50mila followers. Post e video che raccolgono brevi riflessioni, parole di speranza, messaggi ispirati al Vangelo e momenti di vita condivisa con autenticità. Con il Vangelo in una mano e il cellulare nell’altra, Suor Vincenzina Botindari porta la sua missione nel cuore del mondo digitale. Non è un’alternativa alla vocazione, ma un’estensione concreta del suo annuncio. È così che si definisce, con semplicità e consapevolezza: “una missionaria digitaleâ€. Un titolo che a prima vista può sembrare insolito, ma che lei incarna con naturalezza: «I miei canali social sono aperti già dal 2008, quindi diciamo che sono una missionaria digitale da diversi anni. L’intento è comunicare il Vangelo, la Parola, ma anche i valori della Chiesa Cattolica, perché spesso ci sono molti luoghi comuni e informazioni errate», spiega.

Una vocazione digitale

Per Suor Vincenzina, religiosa della congregazione delle Suore francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria, non si tratta di una moda né di un’esibizione. L’evangelizzazione digitale è una vera presenza, un esserci tra le persone che cercano – consapevolmente o meno – un significato più profondo: «Essere missionaria digitale significa esserci così come sei, senza filtri. Comunicare un Vangelo che non è lontano dalla gente, ma molto vicino, perché nasce sulle strade di questo mondo. Dio non è lontano».

Un'altra immagine di suor Vincenzina
Un'altra immagine di suor Vincenzina

Un linguaggio semplice e vero

La sua forza sta nell’autenticità: un linguaggio semplice, quotidiano, che parla a chi è in cerca, a chi naviga senza bussola. Ma il cammino digitale non è privo di ostacoli, e lei non lo nasconde: «C’è un rapporto diretto con chi mi segue, ma anche momenti di attacco. C’è chi cerca di comprendere la fede, e chi invece si lascia guidare dai luoghi comuni, attaccando la Chiesa o chi la rappresenta. Spesso, uno scandalo fa più rumore di un parroco che ogni giorno, in silenzio, vive e realizza il Vangelo nella missione».

Semi che danno frutto

Nonostante le critiche, Suor Vincenzina continua a seminare con costanza. E a volte, quei semi danno frutto, trasformandosi in storie che sorprendono e toccano il cuore. «Sì, ho incontrato persone che mi hanno scritto che da quando mi conoscono e parlo di fede hanno iniziato a cercare la verità in modo diverso. Cercano un parroco, un aiuto spirituale, iniziano un cammino. Ma per questo serve creare un legame: solo quando intuiscono che c’è verità in ciò che dici, puoi essere un mezzo per cambiare la vita di qualcuno». Dietro ogni follower, c’è una persona. E lei, questo, non lo perde mai di vista. Non si limita a postare, ma dialoga, accompagna, ascolta.

Suro Vincenzina Botindari
Suro Vincenzina Botindari

Fede virale, allora come oggi

Alla domanda su quale figura del passato sarebbe oggi un perfetto influencer della fede, suor Vincenzina risponde senza esitazioni: «San Paolo! Se avesse avuto in mano un PC, avrebbe ribaltato la storia. Già l’ha fatto, ma immaginate con che velocità il Vangelo avrebbe potuto correre… Negli Atti degli Apostoli si dice: “La Parola correvaâ€. Ecco, oggi avrebbe corso ancora più lontano». Ma accanto all’Apostolo delle Genti, un’altra figura le è particolarmente cara: «La mia fondatrice, la beata Caterina Troiani. Nell’Ottocento partì per l’Egitto e scrisse centinaia di lettere a tutti — imperatori, pascià — per salvare i bambini dalla tratta. Pensavo: se avesse avuto i social, quanto ancora avrebbe potuto fare? Forse oggi avremmo un’immagine più viva e profonda della Chiesa missionaria».

Un Giubileo per connettere

Suor Vincenzina guarda con speranza al primo Giubileo degli Influencer, fortemente voluto da Papa Francesco. Non lo vive come un evento mediatico, ma come un’occasione di comunione reale:

«Il mio desiderio è uno solo: che questo Giubileo serva a fare rete. Significa fare comunione tra noi. Non temiamo le fratture, ma desideriamo presentarci come una grande fraternità. Ci sono già profili che lavorano per questo, come La Chiesa che ascolta o Vita Nuova in Te. Insieme, vogliamo offrire un’immagine nuova: una Chiesa che annuncia, che accoglie, che cammina».

Testimoniare, non apparire

La sua giornata non inizia con un clic, ma con la preghiera. È la radice di tutto: «Inizia con la preghiera in fraternità e con l’Eucaristia. Poi, insieme ad altri missionari digitali, programmiamo i contenuti da pubblicare, riferendoci agli eventi della Chiesa, alle memorie liturgiche, ai santi. In questo momento collaboro proprio con La Chiesa che ascolta e Vita Nuova in Te, per raccontare ciò che di bello e profondo vive la Chiesa oggi». Suor Vincenzina non cerca visibilità, ma desidera testimoniare. Non punta a piacere, ma ad annunciare. Quel cellulare che per molti è solo svago, per lei è diventato uno strumento di incontro e speranza. Con una mano sul Vangelo e l’altra sullo smartphone, continua a portare la luce del Vangelo là dove spesso regna il buio dell’indifferenza.

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27 luglio 2025, 10:00