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Don Roberto Fiscer è parroco della Santissima Annunziata del Chiappeto, nel quartiere Borgoratti di Genova. Don Roberto Fiscer è parroco della Santissima Annunziata del Chiappeto, nel quartiere Borgoratti di Genova. 

Giubileo degli influencer. Don Roberto Fiscer: Instagram e TikTok, luoghi di missione

Il sacerdote genovese, seguito da centinaia di migliaia di follower sui social media, spiega che il punto di arrivo di ogni efficace evangelizzazione digitale è sempre la parrocchia e la vita reale di comunità. Consiglia poi di evitare narcisismo e protagonismo: “Per produrre buoni video bisogna seguire i suggerimenti dello Spirito Santoâ€

Daniele Piccini – Città del Vaticano

“Come influencer posso dire che i numeri di chi ti segue sui social media non contano nulla, basti pensare che Gesù è diventato famoso con soli dodici followerâ€. Il primo comandamento per un influencer cattolico è dunque osservare il primo comandamento e non sostituire Dio con gli analytics dei propri canali social media. Parola di don Roberto Fiscer, sacerdote influencer genovese di 48 anni, ordinato nel 2006, parroco della Santissima Annunziata del Chiappeto, nel quartiere Borgoratti di Genova.

Dai social media alla parrocchia

Benché le performance dei suoi canali social media mostrino parabole di crescita costantemente ascendente – quasi 800 mila followers su TikTok e quasi 250 mila su Instagram – don Roberto è ben attento a non confondere il fine con i mezzi: “I numeri servono solo come cassa di risonanza, che ti dà la possibilità di fare qualcos’altro. Per esempio è grazie al numero dei miei follower che vengo invitato dalle diocesi, dove poi finalmente posso incontrare le persone dal vivoâ€, racconta ai media vaticani.

Don Fiscer durante un incontro al Santuario del Divino Amore a Roma.
Don Fiscer durante un incontro al Santuario del Divino Amore a Roma.

Cos’altro ha imparato usando i social media per l’evangelizzazione?

Ho imparato che ci si deve proporre, ma mai imporre. Non si deve fare il ‘sapientone’ che arriva e ti insegna la vita. E poi che c’è del bene in ogni occasione. È l’occasione che fa l’uomo santo. I social media sono solo un’occasione per lasciare un messaggio positivo. Noi missionari digitali dobbiamo essere come il seme che muore, e muore tante volte, per portare frutto.

Con che criterio usa i suoi diversi canali social media?

In genere su Facebook lascio un commento tutte le mattine. Lo faccio soprattutto per mantenere un contatto con chi mi ha conosciuto, all’inizio, proprio su questo canale. Su Facebook insomma, mi propongo come parroco. Invece utilizzo Instagram e TikTok come luoghi di evangelizzazione, di missione, di frontiera. Su questi canali sono missionario digitale.

Fino a che punto si può fare davvero missione sui social media? Prima o poi non ci sarà bisogno di farsi coinvolgere nelle attività della propria parrocchia?

Noi influencer siamo come un cartello stradale che indica in una direzione e questa direzione è la comunità reale. Ogni mattina sui social media vedo commenti dei sacerdoti che senz’altro arricchiscono la mia fede, però se poi non hai nessuno con cui condividerla, ti senti solo. Una fede vissuta da soli si scarica, come un cellulare.

Don Fiscer sottolinea l'importanza della vita di comunità in parrocchia e dei sacramenti per non rendere la fede artificiale.
Don Fiscer sottolinea l'importanza della vita di comunità in parrocchia e dei sacramenti per non rendere la fede artificiale.

Secondo la sua esperienza quanto è difficile far fare ai giovani questo passo in avanti, ossia dal primo “aggancio†con i contenuti di fede sui social media all’ingresso nelle loro chiese locali?

Intanto è importante dare loro un luogo dove stare, uno spazio, che può essere l’oratorio o un campo di calcio. Bisogna partire dalla chiesa come casa, come luogo di accoglienza. Se manca questo, il giovane prima o poi se ne andrà, poiché non ha amici, non si sente a casa. Questo passaggio insomma è difficile se il ragazzo, partendo dai social media, poi non trova una ‘pista d’atterraggio’. La chiesa, l’oratorio per me sono le piste d’atterraggio.

Papa Leone XIV ha spiegato che la scelta del suo nome è stata ispirata soprattutto dalle nuove sfide sociali, come quelle poste dall’intelligenza artificiale. Non le sembra che questo aspetto dell’artificialità sia proprio il pericolo di cui stiamo parlando?

Sono già innamorato di questo Papa, come lo ero di Francesco. Mi stupisco sempre di come lo Spirito Santo sia veramente sempre un passo avanti. Sono d’accordo con Papa Leone XIV, ossia che c’è il pericolo di creare una Chiesa e una fede artificiali, dimenticando la gente. Stamattina sono andato a portare la Comunione alle signore anziane che non possono venire a Messa. Questa è la cosa più importante per me, più importante di un video da milioni di visualizzazioni. Per me la Chiesa deve essere soprannaturale, non artificiale. E la soprannaturalità ce la garantisce solo il compiere opere di misericordia corporali.

Ascolta l'intervista integrale a Don Roberto Fiscer.

A proposito di concretezza. Il 28 e il 29 luglio si svolgerà a Roma il Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici. Passeranno attraverso la Porta Santa e lucreranno l’indulgenza plenaria. Quali sono i peccati degli influencer?

Be’, a volte sono troppo superficiali. Spesso pubblicano un video senza seguire lo Spirito Santo.

In che senso?

Intendo che prima di fare un video dovrebbero pregare e capire qual è il trend dello Spirito Santo, di cosa c’è bisogno in quel momento. Se non ascoltano lo Spirito rischiano di produrre video che invece di fare del bene, allontanano le persone dalla fede.

Mostrarsi sui social a tante persone e avere tanti “like†alla lunga non rischia di farli diventare narcisisti? In fondo è un errore in cui cadiamo tutti.

Infatti, spesso gli influencer difettano di umiltà e cadono nell’eccesso di protagonismo. Ci sono perfino degli influencer che accettano offerte per le loro attività. Per esempio quando fanno un viaggio, invitati da qualche parrocchia. Ma Dio ci ha insegnato che queste cose vanno fatte gratuitamente.

Il sacerdote influncer genovese ha quasi 800 mila followers su TikTok.
Il sacerdote influncer genovese ha quasi 800 mila followers su TikTok.

Non crede però che alla fine questo Giubileo degli influencer sarà soprattutto una grande occasione per voi?

Certamente. Il Giubileo ci servirà per essere riconosciuti in questo nostro bellissimo servizio. Ci sono per esempio insegnanti, ma anche altri professionisti, che trasmettono la loro materia sui social media. Ecco, la nostra materia mancava. Trovo bellissimo invece che chi apre un qualunque canale social media, scrollando, trovi anche qualcosa sul Vangelo, presentato naturalmente secondo i canoni di quel social media. Il Verbo si fece carne e il Vangelo deve farsi video.

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26 luglio 2025, 09:00