I vescovi Usa: promuovere la libertà religiosa con preghiera, riflessione, azione
Christopher Wells – Città del Vaticano
A partire dal 22 giugno, festa dei Santi Giovanni Fisher e Tommaso Moro, la Chiesa negli Stati Uniti celebra la Settimana della libertà religiosa che si concluderà con la solennità dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno. Questa iniziativa della Conferenza Episcopale statunitense (USCCB) invita i fedeli a promuovere "il diritto fondamentale alla libertà religiosa per i cattolici e per le persone di tutte le fedi".
"Testimoni della speranza"
Il tema di quest'anno Testimoni della speranza si basa sul rapporto annuale 2025 dell’USCCB sullo stato della libertà religiosa negli Stati Uniti, che evidenzia "l'impatto della polarizzazione politica" su tale questione. Affronta anche tematiche come le legislazioni che sostengono la fecondazione in vitro, le difficoltà dei servizi cattolici che aiutano i migranti e la scelta dei genitori per l’istruzione dei propri figli. Il tema è inoltre legato all'anno giubilare in corso, proclamato da Papa Francesco, spiega il vescovo Thomas Paprocki, della diocesi di Springfield (Illinois), che ha proposto l’evento iniziale - la cosiddetta "quindicina della libertà" - poi evolutasi nella Settimana della libertà religiosa.
Ispirandosi al versetto tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani, "la speranza non delude", monsignor Paprocki evidenzia ai media vaticani che la speranza "ci dà fiducia nel futuro e in ciò che Dio promette riguardo la vita eterna". Il vescovo sottolinea inoltre che la Settimana è un invito ai cattolici a riflettere sul significato della libertà religiosa e a pregare affinché sia protetta negli Stati Uniti e in tutto il mondo. È anche una chiamata ad agire in difesa di questo diritto: "Quindi, questi tre passi: pregare, riflettere e agire, in modo da poter essere testimoni della speranza su questo tema".
Libertà e verità
Paprocki afferma poi che la questione della libertà religiosa deve essere intesa alla luce dell'insegnamento della Chiesa sulla libertà. Citando l'insegnamento di San Giovanni Paolo II, il vescovo evidenzia che la vera libertà è legata alla verità e deve essere distinta dalla capacità di fare ciò che si desidera. “La Chiesa ha insegnato che la libertà esiste per permetterci di essere liberi di praticare la nostra fede, di perseguire ciò che è giusto e di poter dire la verità", ribadisce il presule. “Il rovescio della medaglia dei diritti, sono i doveriâ€, non solo nella Chiesa ma anche “nel contesto civileâ€, sottolinea. “Non è solo una questione della nostra libertà e dei nostri diritti, ma abbiamo il dovere di essere buoni cittadini, di contribuire a promuovere il bene comune e la nostra nazione, e di difendere la libertàâ€.
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