MAP

Un'immagine dall'alto del Festival Francescano di Bologna, foto di Ivano Puccetti Un'immagine dall'alto del Festival Francescano di Bologna, foto di Ivano Puccetti

Il Cantico delle Connessioni: spiritualità e tecnologia al Festival Francescano

In un'epoca segnata da conflitti, crisi climatiche e rapide trasformazioni tecnologiche, la XVII edizione del Festival Francescano – a Bologna dal 25 al 28 settembre – si interroga sul tema “Il Cantico delle Connessioni”. A 800 anni dalla composizione della celebre Laudes Creaturarum di san Francesco d’Assisi, il Festival propone una rilettura della spiritualità francescana alla luce delle sfide del mondo digitale

Mara Miceli - Città del Vaticano

Rimanere umani nell’era digitale

Oltre cento eventi animeranno il programma: lezioni magistrali, spettacoli, incontri, laboratori e momenti di spiritualità costruiranno un dialogo vivo tra scienza, poesia, fede e intelligenza artificiale. Tra gli ospiti attesi figurano nomi di spicco come il teologo Paolo Benanti, il botanico Stefano Mancuso, la filosofa Michela Marzano, il fisico Federico Faggin e il cardinale Matteo Zuppi. Partecipano anche il giornalista Aldo Cazzullo, il narratore Ascanio Celestini, la poetessa Mariangela Gualtieri e l’Orchestra da camera di Gerusalemme. Al centro della riflessione, una domanda essenziale: in un mondo iperconnesso, cosa significa restare umani?

Attività per bambini al Festival Francescano, foto di Alberto Berti
Attività per bambini al Festival Francescano, foto di Alberto Berti

Una bussola etica per l’uso delle tecnologie

Il concetto di “intelligenza connettiva”, elaborato dal sociologo Derrick de Kerckhove, ispira una parte del percorso del Festival, che coinvolge anche religiosi e religiose capaci di abitare consapevolmente gli spazi digitali, senza tradire l’autenticità della testimonianza evangelica. Fra Gianpaolo Cavalli, presidente del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna e direttore del Festival, sottolinea come la tecnologia debba essere letta attraverso la lente della responsabilità umana. Riprendendo le parole di Papa Francesco al G7, ricorda che l’intelligenza artificiale può collegare e processare dati, ma è sempre l’essere umano a decidere cosa farne. In questo senso, il pensiero francescano, radicato in relazioni autentiche e non strumentali, rappresenta una bussola etica per orientare un uso più umano e spirituale delle tecnologie.

Un'immagine della scorsa edizione del Festival, foto di Alberto Berti
Un'immagine della scorsa edizione del Festival, foto di Alberto Berti

Dalle creature al digitale: connessioni da riscoprire

Anche le connessioni digitali, spesso considerate fredde e impersonali, possono essere riscoperte come strumento relazionale. L’incontro di Francesco con il lupo di Gubbio diventa allora simbolo di un’apertura coraggiosa verso l’“altro”, anche quando si presenta in forme inedite. Francesco, oggi, forse loderebbe il Signore anche per l’intelligenza artificiale e per la connettività, se usate come opportunità e non come prigioni. La tecnologia, infatti, può offrire grandi possibilità: dalla medicina alla comunicazione, consente di superare barriere fisiche e rendere più accessibile la cura, la conoscenza, il sostegno. Ma resta una sfida continua: non lasciarsi illudere dalla falsa vicinanza delle connessioni digitali. Queste possono mantenere legami, ma non sostituire la prossimità reale, fatta di gesti concreti, di abbracci, di presenza.

Incontri al Festival Francescano, foto di Alberto Berti
Incontri al Festival Francescano, foto di Alberto Berti

Una spiritualità per il presente complesso

In questo scenario, la spiritualità francescana propone un approccio non difensivo ma empatico, capace di accogliere la complessità del presente. Le risposte semplici non bastano a problemi complessi. È necessario riscoprire il valore della coscienza, della libertà, della responsabilità individuale, anche nei confronti delle macchine pensanti. L’intelligenza artificiale ci interroga su quanto vogliamo delegare e su quanto invece dobbiamo continuare a custodire come umano, irriducibile, unico. Fra Cavalli si augura che il Festival lasci al pubblico la bellezza dell’incontro e la consapevolezza che affrontare insieme le sfide complesse del nostro tempo è non solo possibile, ma anche necessario. Perché ogni cammino, anche nel tempo delle connessioni, può essere condiviso.

Ascolta l'intervista a fra Gianpaolo Cavalli, presidente del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna e direttore del Festival

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

10 giugno 2025, 17:00