Le tasse nella dottrina della Chiesa cattolica
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Le tasse sono compensi che si devono corrispondere allo Stato o a un altro ente pubblico come controprestazione di un determinato servizio. “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche - afferma la Costituzione italiana - in ragione della loro capacità contributiva”. Ma è veramente giusto pagare i tributi? A questa domanda, posta da alcuni farisei, Gesù risponde con la richiesta di poter vedere una moneta. “Questa immagine e l’iscrizione - chiede il Signore - di chi sono?”. Sono di Cesare, rispondono i farisei. “Rendete a Cesare - afferma allora Gesù nel Vangelo di Matteo - quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.
Rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto
Nella Bibbia, come ha ricordato nella giornata del 31 gennaio Papa Francesco , non mancano riferimenti al tema delle tasse, come quello relativo alla vocazione di Matteo, immortalata da Caravaggio nel momento in cui “Gesù stende la mano e lo chiama”: da quell’istante la vita di quel pubblicano, che era “aggrappato ai soldi”, “è illuminata e riscaldata dalla presenza di Cristo”. “La Bibbia - ha spiegato il Papa - non demonizza il denaro, ma invita a farne l’uso giusto”. L’indicazione di San Paolo ai cristiani è sempre attuale: “Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi si devono le tasse, date le tasse; a chi l’imposta, l’imposta”. “Pagare le tasse - ha inoltre affermato Papa Francesco all’ - è un dovere dei cittadini, come anche l’osservanza delle leggi giuste dello Stato”.
L'esigenza morale del versamento delle imposte
Nel si sottolinea che “la sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del Paese”. “I cristiani abitano nella propria patria, ma come pellegrini; partecipano alla vita pubblica come cittadini, ma da tutto sono staccati come stranieri [...]. Obbediscono alle leggi vigenti, ma con la loro vita superano le leggi [...]. Così eccelso è il posto loro assegnato da Dio, e non è lecito disertarlo”.
Il sistema fiscale sia equo
Pagare le tasse è un dovere a cui si aggiunge - come sottolinea padre Gianpaolo Salvini nell’articolo del 2006 per “Civiltà Cattolica” e intitolato “Sistema fiscale ed etica” – un altro imperativo: quello, in uno Stato moderno, “di rendere il sistema fiscale più equo e di mostrare chiaramente come il denaro pubblico venga speso a favore del bene comune”.” Il denaro sottratto all’erario in uno Stato è denaro sottratto a tutti i cittadini, ai quali lo Stato non può rendere i servizi dovuti e, in particolare, ai ceti più poveri, cosa del resto che già sostenevano i Padri della Chiesa”.
La raccolta fiscale sia strumento di solidarietà
Nel si ricorda infine che “la raccolta fiscale e la spesa pubblica assumono un'importanza economica cruciale per ogni comunità civile e politica: l'obiettivo verso cui tendere è una finanza pubblica capace di proporsi come strumento di sviluppo e di solidarietà”. “La finanza pubblica – si legge ancora nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa - si orienta al bene comune quando si attiene ad alcuni fondamentali principi: il pagamento delle imposte come specificazione del dovere di solidarietà; razionalità ed equità nell'imposizione dei tributi; rigore e integrità nell'amministrazione e nella destinazione delle risorse pubbliche”. Nel ridistribuire le risorse, la finanza pubblica deve dunque “seguire i principi della solidarietà, dell'uguaglianza, della valorizzazione dei talenti, e prestare grande attenzione a sostenere le famiglie, destinando a tal fine un'adeguata quantità di risorse”.
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