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Medici e pazienti, controlli sul Coronavirus Medici e pazienti, controlli sul Coronavirus

Coronavirus, in corsia brilla la bellezza

Ci sono anche i cappellani ospedalieri sul fronte del Coronavirus, la prima linea della Chiesa in questa emergenza nuova e dura. Padre Germano Santone: siamo accanto ai malati ma anche a medici e infermieri, che non si sentono eroi

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

Difficile parlare di bellezza in queste ore drammatiche. Brilla dove non la cercheresti, negli ospedali, e ha il volto del personale sanitario che lavora senza sosta per arginare la diffusione del contagio da Coronavirus. Stiamo parlando di medici, infermieri, ausiliari: uomini e donne che stanno facendo il proprio dovere affrontando il sacrificio dei doppi turni che in alcune realtà si è già trasformato in 12 ore filate di lavoro su base giornaliera.

Un impegno quotidiano

“Viviamo quotidianamente al fianco di questi ragazziâ€, afferma padre Germano Santone, il cappellano dell’ospedale romano “San Giovanni – Addolorataâ€â€™. “Al pronto soccorso – racconta – qualcuno di loro mi ha detto: ‘non chiamateci eroi’. In effetti, solo adesso ci accorgiamo di quello che queste persone stanno facendo. Ma serve un inciso: lo fanno tutti i giorni, sempre con lo stesso impegno e la stessa professionalitàâ€.

Un supporto prezioso

Padre Germano ritiene doveroso il riconoscimento del lavoro degli operatori sanitari. L’invito è anche di riflettere sul ruolo dei cappellani a supporto della categoria. Un ruolo che esemplifica la presenza della Chiesa negli ospedali in questo momento. “Raccogliamo le loro preoccupazioni, la loro sofferenza, i loro dubbi, così come la speranza e la voglia di mettersi in giocoâ€. L’immagine più bella? “La limpidezza nello sguardo dei nostri medici e infermieri, che è segno di serenità, nonostante le faticheâ€.

Le ripercussioni in famiglia

Si tratta di padri e madri. E in questi giorni a casa la loro assenza rischia di farsi sentire. “D’altro canto – osserva padre Germano – in famiglia tutti sanno bene che i propri cari impiegati in ospedale si stanno adoperando per qualcosa di importante. In genere – spiega – l’essere medico o infermiere entra nella quotidianità domestica, portando più facilmente solidarietà e comprensioneâ€. 

L’amore reciproco

In questo clima, nelle case degli operatori sanitari sembra alleggerirsi persino il peso delle precauzioni che vengono osservate con maggiore scrupolo. “Tutto – ribadisce il religioso – viene ricompensato dall’amore reciprocoâ€. Probabilmente, anche questo suggerisce che in un periodo così difficile è possibile intravedere scampoli di bellezza.

 

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14 marzo 2020, 11:31