Sud Sudan: “Non c’è pace se potenti non si abbassano ai piedi della genteâ€
Città del Vaticano – Antonella Palermo
“Non solo chi si china compie un grosso atto di umiltà, ma anche chi si lascia baciare i piedi da un’altra persona riconosce il suo limite davanti all’altro. E’ un abbandonarsi all’altro, è il messaggio di Gesù a ciascuno di noi: lascia che sia io a prendermi cura di teâ€. Fra’ Gandolfi torna all’icona di Gesù, alla sua ‘kenosis’, e commenta quel gesto di Papa Francesco con i leader del Sud Sudan: “Ci ha toccato in particolar modo se contestualizzato nella mentalità sud sudanese, in cui molto è fatto secondo protocolli. Un gesto che rompe ogni protocollo, ci ha lasciato tutti con gli occhi sbarrati, a bocca aperta, con tanta speranza nel cuore. Spero proprio che i due leader si siano lasciati toccati dalla grazia di Dio in quel momento, che possa portarli ad avere una visione comune perché davvero senza pace questo Paese è devastatoâ€.
La povertà non ha nulla di poetico
Fra’ Gandolfi offre dei quadri di “una miseria che – dice - non si può raccontareâ€. E aggiunge: “Il Papa si è abbassato. Se non ci svuotiamo non possiamo essere ricostruiti. Bisogna abbassarsi e guardare il popoloâ€. Racconta il modo di operare dei frati minori: “Noi non facciamo grandi progetti: entriamo nei campi profughi, uno è all’interno del nostro territorio parrocchiale, due volte a settimana siamo lì e la domenica. Vediamo gente che non ha assolutamente nulla, vivono in condizioni igieniche impossibili. Finché i potenti non si abbassano a vedere e ad annusare certe situazioni, sarà difficile avere la pace in questa terra. La povertà non ha nulla di poetico. Il Papa ha baciato i piedi ai potenti, essi devono baciare i piedi alla loro gente, che li guarda sempre dal basso verso l’alto. Qui si dà la mano in continuazione, si stringono mani della folla, mani sporche. Ma è una sporcizia, questa, per me quasi santa che sarà il profumo nel Regno dei Cieli, speriamo. Finché i potenti non entrano in quelle tende, la pace sarà difficileâ€.
Qui la Via Crucis è quotidiana, ma la gente ripete: “Dio c’èâ€
“Ungiamo sporcandoci le mani, toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente; ungiamo profumandoci le mani toccando la loro fedeâ€. Riecheggiano le parole del Papa nell’omelia della Messa del Crisma. Fra Gandolfi spiega che la sua comunità vive in una zona povera del centro di Juba e che, fortunatamente, “la parrocchia è un centro di aggregazione, vitale, sempre piena, tantissimi bambini ovunqueâ€. Negli ultimi quattro anni sono stati celebrati più di 4mila battesimi. “I giovani stanno preparando gli inni per la Via Crucis che rappresenteranno in maniera drammatica. Qui la via Crucis è quotidiana. La Passione del Signore è visibile 365 giorni l’anno. Eppure la gente ha una espressione molto bella, rituale: qualunque cosa succeda, la gente dice: “Dio c’èâ€. Si fermano qua, a questa espressione basica, non vanno oltre. E per me questa non è la diminuzione della fede ma l’apice della misticaâ€.
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