La gioia dell'arcivescovo di Rabat per la visita del Papa in Marocco
Tiziana Campisi 鈥 Città del Vaticano
鈥淟a missione del Papa, come successore dell鈥檃postolo Pietro, è quella di confermarci nella fede. È questo lo scopo principale della sua visita鈥: è quanto scrive l鈥檃rcivescovo di Rabat, mons. Cristóbal López, in una 鈥淟ettera al popolo di Dio鈥, diffusa ieri dopo l鈥檃nnuncio della visita di Papa Francesco dato dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Greg Burke. Il presule spiega che il Pontefice 鈥渞ende visita al popolo marocchino e alla comunità ecclesiale, ivi compresi i numerosi fratelli che sono di passaggio in Marocco e che migrano verso l鈥橢uropa faticosamente e in situazioni assai difficili鈥.
Una visita nello spirito del dialogo interreligioso cristiano-islamico
L鈥檃rcivescovo di Rabat aggiunge inoltre che il Papa viene 鈥渘ello spirito del dialogo interreligioso cristiano-islamico鈥 che anche Re Mohamed VI vuole promuovere. 鈥淰uole conoscerci, condividere un po' della nostra vita, incoraggiarci, pregare con noi e benedirci鈥 dice di Francesco il presule. 鈥淧er noi che vogliamo vivere e far crescere la comunione fra noi e con il popolo marocchino 鈥 aggiunge 鈥 la visita di Papa Francesco sarà un鈥檕ccasione magnifica per manifestare e vivere la nostra comunione con il vescovo di Roma e, attraverso lui, con la Chiesa universale鈥.
La migliore preparazione alla visita: vivere la fede cristiana con più ardore, più autenticità e più amore
L鈥檈sortazione di mons. López è a rendere grazie a Dio per il viaggio del Papa, a rallegrarsi per questa buona novella da condividere e a pregare per il Pontefice e la fecondità del suo incontro con il popolo marocchino. 鈥淥rganizziamoci per prepararci bene 鈥 conclude il presule 鈥 il modo migliore di farlo sarà vivere la nostra fede cristiana con più ardore, più autenticità e più amore鈥.
La visita ad una chiesa di 'periferia' di appena 30 mila fedeli
In un鈥檌ntervista al collega Renato Martinez della sezione spagnola di Vatican News, l鈥檃rcivescovo di Rabat sottolinea come il Papa venga in Marocco, nella terra dell鈥檌slam, per favorire il dialogo cristiano-islamico, per fortificare nella fede i cristiani cattolici, e per favorire l鈥檈cumenismo
鈥淚eri abbiamo ricevuto la conferma della visita che aspettavamo. Possiamo dire che siamo pieni di gioia, di allegria perché è la visita del Padre che viene a visitare i suoi figli; è la visita di un fratello maggiore che viene a visitare tutti i suoi fratelli. Noi siamo molto contenti qui in Marocco di ricevere Papa Francesco. Siamo una Chiesa insignificante, perché piccola, minuscola, senza poteri. Siamo una Chiesa, almeno, vogliamo essere una Chiesa significativa perché portiamo un messaggio, siamo un segno del regno di Dio. Vorrei sottolineare anche il simbolo della visita del Papa in un Paese come il Marocco, perché il Papa ci manda tutti i giorni alle periferie; ci chiede di andare nelle periferie e lui predica con l鈥檈sempio. Egli fa ciò che dice. Quando il Papa sceglie di venire in Marocco invece di andare nel suo Paese, l鈥楢rgentina, o in Spagna, in Francia, dove ci sono molti cattolici, e viene qui, dove c鈥è una Chiesa con appena 30 mila cattolici, va alle periferie. Ha scelto di andare in Armenia, in Paesi che non sono 鈥渋mportanti鈥 agli occhi del mondo. Questa è la stessa cosa: viene in Marocco, nella terra dell鈥檌slam, per favorire il dialogo cristiano-islamico, per fortificarci nella fede, noi cristiani cattolici, per favorire l鈥檈cumenismo che già viviamo. Siamo contenti di questo esempio che il Santo Padre ci dà di venire alle periferie鈥.
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