I giovani ai confessionali del Circo Massimo: "Insieme per cambiare il mondo"
Lorena Leonardi - Roma
“Ogni benedizione è il primo giorno di una nuova vita, e io adesso mi sento proprio così”. Martina ha 29 anni e arriva da Foggia, nel sud Italia, insieme a una decina di fedeli rigorosamente “under 30” della parrocchia dei Santi Guglielmo e Pellegrino. Si è appena confessata ed è una delle centinaia di migliaia di pellegrini giunti a Roma per il Giubileo dei giovani e che per tutto oggi, venerdì 1° agosto, si riuniscono al Circo Massimo per la Giornata penitenziale.
In preparazione alla Veglia di domani sera con Leone XIV, e con l’obiettivo di offrire l’accesso al sacramento della riconciliazione a quanti più giovani possibile, sono 200 i confessionali montati su più file e oltre 1.000 i sacerdoti disponibili per le confessioni in dieci lingue diverse.
Una giornata per riconciliarsi
Alle 10 si aprono i cancelli e, scaglionati, i ragazzi e le ragazze hanno accesso agli 85.000 metri quadrati dell’antico circo romano incastonato nella valle tra i colli Palatino e Aventino.
Sotto alla prima, ampissima tensostruttura, vengono distribuite bottigliette d’acqua per consentire ai giovani di ritemprarsi dopo l’attesa e i lunghi tragitti affrontati di buon mattino a piedi e con i mezzi pubblici, partendo dai luoghi — oltre alla “Fiera Roma”, anche ostelli, parrocchie, scuole della Città — dove hanno trascorso la notte. I duecento gazebo vengono presi pacificamente d’assalto: biglietti con le bandierine indicano le competenze linguistiche dei preti che all’interno — qualcuno con l’ausilio di un ventilatore portatile — attendono i ragazzi.
Giovani cuori "ardenti"
Come questi ultimi, anche i confessori arrivano da tutto il mondo e attraverso una delle molteplici strade che conducono a Roma, sono giunti fin qui: come padre Mark Destura, 40 anni, filippino di origine, con all’attivo un impegno nella Pastorale giovanile e vocazionale in una parrocchia di Los Angeles, in California, e attualmente alla Pontificia Università Gregoriana per un periodo di studio. Il via vai è continuo, ma tra una confessione e l’altra il sacerdote riesce a raccontare “il fuoco che arde in questi cuori tanto giovani e altrettanto sensibili”: a colpirlo è il “grande bisogno di Dio” e la “ricerca di speranza in questo mondo dominato da incertezza e confusione”.
Dopo le assoluzioni, le mani dei sacerdoti stringono quelle dei giovani, che con sorriso si alzano e raggiungono i loro compagni di viaggio. Maria José ora si sente “piena, felice”. Viene da Cartagena, in Spagna, ed è al Giubileo come membro di una realtà educativa legata alle Suore Carmelitane della Carità di Vedruna: “Non avevo mai visto tanti cattolici insieme, ho quasi voglia di saltare dall’emozione. Al rientro — conclude — mi impegnerò a trasmettere ancora meglio la fede ai miei alunni adolescenti”.
Segni di speranza e pace
Da Houston, in Texas, arrivano i 17enni Matthew e Gonzalo, partiti con il movimento Regnum Christi: “Tutto questo — Matthew indica con le braccia la distesa di gazebo — è un dono che viene dalla misericordia di Dio, che ci concede ogni giorno l’opportunità di vivere meglio del giorno precedente”. “Noi non ci conosciamo tutti, ma siamo qui per lo stesso motivo: Dio, che è la speranza acquisita qui, ma da portare poi ovunque andiamo, in famiglia, a scuola”, gli fa eco Gonzalo, “super-emozionato all’idea di incontrare il “nuovo Papa”: se veniamo da tanti Paesi diversi, e siamo qui insieme come una grande famiglia, forse possiamo davvero essere un segno di speranza di pace per tutto il mondo”, riflette con una logica disarmante.
Rumore fuori, silenzio dentro
Si è appena confessata anche Miriam, giunta dalle Marche insime al Rinnovamento nello Spirito Santo. La 26enne italiana riferisce di “un momento molto profondo. In mezzo a tutta questa gente e in un posto non proprio silenzioso, non pensavo di sentire così forte l’abbraccio di Dio e il conforto nelle parole del sacerdote. Mi sento molto più leggera, non vivevo da un po’ una confessione così profonda dal punto di vista spirituale. Ne è valsa la pena”.
Essere credibili ogni giorno
Un gruppo di ragazzi pugliesi dell’Azione Cattolica rievoca con entusiasmo l’appuntamento di ieri in piazza San Pietro, per l’incontro giubilare dei giovani italiani organizzato dalla Cei: la promessa “è di portare un po’ di Giubileo anche a chi è rimasto a casa”, scherza Alessandro, 30 anni, raccontando l’impegno quotidiano “a non essere bigotti né giudicanti, ma credibili, vivendo in modo concreto il Vangelo”. “A volte ci riusciamo e comunque ci proviamo sempre”, gli fa eco la 17enne Claudia.
Mai soli
Si sentono “privilegiati” Elias, Veronica e Carlos, 25enni paraguaiani da Asunción: “Ci impressiona vedere tanti giovani con la medesima fede, che parlano tante lingue diverse, ma credono nelle stesse cose. È evidente che non siamo soli, e se siamo così tanti vuol dire che davvero possiamo cambiare il mondo”.
Il sussidio Youcat sulla confessione
In queste ore, venti volontari della Fondazione Youcat stanno distribuendo diecimila copie del libro Youcat dedicato alla confessione. Pubblicato per la prima volta nel 2014, il volume è stato aggiornato in occasione del Giubileo dei giovani ed è disponibile in italiano, inglese, francese e tedesco. La nuova edizione contiene un esame di coscienza, spiegazioni sul significato della confessione e alcune preghiere.
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