Cazzullo: “Oggi la Rerum novarum ci parla ancora"
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
Per Aldo Cazzullo, la Rerum novarum di Leone XIII è un testo “straordinariamente attuale”, capace di parlare anche al nostro tempo, a oltre 130 anni dalla pubblicazione. L’enciclica – spiega in un’intervista ai media vaticani il giornalista e scrittore, autore dell'introduzione alla nuova edizione pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana insieme a HarperCollins – conserva una forza profetica nelle sue denunce delle disuguaglianze crescenti e nel richiamo alla dignità del lavoro. “Ci sono frasi – osserva – che sembrano scritte oggi o domani”, e che pongono la dottrina sociale cristiana come alternativa tanto alla rivoluzione quanto all’indifferenza, in nome di una cura evangelica verso i più deboli. Il testo, prosegue, è anche un’opera “godibilissima” dal punto di vista letterario, redatta in un latino limpido e accessibile anche nelle altre traduzioni. Cazzullo sottolinea come Leone XIII abbia anticipato molte delle sfide della modernità, e non stupisce che Leone XIV – che ha voluto ispirarsi nel nome proprio a Papa Pecci – ne abbia raccolto l’eredità.
La crisi della politica e il potenziale della Chiesa
Secondo Cazzullo, la crisi della politica e la crescente scristianizzazione dell’epoca contemporanea, non svuotano di senso l’insegnamento sociale della Chiesa condensato in questa celebre enciclica. Anzi, lo rendono ancora più necessario. Se da una parte è evidente il declino della partecipazione religiosa e la crisi vocazionale rispetto al passato, dall’altra – osserva – “la Chiesa non deve mai sottovalutare la forza enorme che ancora possiede”. La fede cristiana continua a rappresentare per molti una speranza ultima, specialmente nei momenti di crisi. “Quando arriva la pandemia, la guerra, la sofferenza – afferma – l’uomo torna a cercare senso nella Chiesa, perché solo lì trova parole di vita eterna”. Un’osservazione che si traduce in un appello a non disperdere il patrimonio spirituale e culturale del cristianesimo, proprio nel momento in cui più forte è lo smarrimento globale.
Risonanze con la Costituzione italiana
Nella sua introduzione, intitolata Due Leoni per due rivoluzioni, Cazzullo individua anche sorprendenti assonanze tra la Rerum novarum e la Costituzione italiana, entrata in vigore sessant’anni dopo. Due in particolare gli elementi che colpiscono l’autore: il valore fondante del lavoro e il principio di uguaglianza. Il rispetto per il lavoro, che attraversa l’enciclica di Leone XIII, è lo stesso che ispira il primo articolo della Costituzione. E lo stesso vale per l’uguaglianza della persona umana davanti a Dio e alla legge. “Non si tratta di livellamento – chiarisce Cazzullo – ma di riconoscere la pari dignità di tutti, come figli dello stesso Dio”. Un principio che si riflette anche nel pensiero francescano, nella radicale contestazione delle gerarchie sociali da parte del Santo di Assisi.
Un nuovo Leone per nuove sfide
Interrogato sulle sfide che attendono Papa Leone XIV, Cazzullo non nasconde la sua ammirazione per il nuovo Pontefice. Lo definisce un Papa “straordinario”, apprezzandone il linguaggio, lo stile e la fermezza, ma anche la serenità e la visione spirituale. E sottolinea la continuità con Papa Francesco, che l’ha voluto a Roma e l’ha valorizzato nel governo della Chiesa. Secondo il giornalista, se Leone XIII affrontò la rivoluzione industriale, Leone XIV, come ha spiegato lui stesso, si misura con una trasformazione altrettanto radicale: quella digitale. “L’intelligenza artificiale – avverte il giornalista – può rappresentare una grande opportunità ma anche una minaccia per il lavoro umano, soprattutto quello del ceto medio. E può persino generare forme post-umane, cyborg capaci di dominarci anziché servirci”. Il Papa, aggiunge, “ha previsto questi pericoli, fin dal suo primo discorso, ci ha messi in guardia su questo e sono convinto che farà un grande lavoro spirituale e anche di elaborazione culturale per cercare di indicarci la retta via”.
Verso una nuova etica sociale
Le sfide odierne richiedono comunque, per Cazzullo, una “rifondazione dell’etica sociale”. Il giornalista denuncia una situazione globale in cui “più sei ricco, meno tasse paghi”, in un sistema che vede dilagare paradisi fiscali, disuguaglianze patologiche e una concentrazione del potere economico e digitale in pochissime mani. Questa tendenza, spiega, sottrae risorse fondamentali alla collettività, impoverendo servizi essenziali come la sanità, l’istruzione, la sicurezza e diventa perciò fondamentale ridare valore alla spesa pubblica ben gestita. Ma “non mi pare – commenta – che la politica, né a destra, né a sinistra, stia dando le risposte di cui i cittadini hanno bisogno”. “I ricchi – aggiunge – diventano sempre più ricchi, non pagano le tasse e concentrano nelle loro mani anche il potere economico e quello del controllo digitale: sanno tutto di noi, conoscono i dati della nostra vita, le nostre preferenze, le nostre inclinazioni, i nostri gusti, le nostre opinioni”. "Questo – aggiunge Cazzullo – offre uno scenario molto inquietante che mette in discussione proprio la dignità umana che aveva indotto Leone XIII a scrivere la Rerum novarum e che è sicuramente al centro delle preoccupazioni di Papa Leone XIV".
La fermezza del Papa e la responsabilità del futuro
In conclusione, Cazzullo indica un gesto che lo ha particolarmente colpito nei primi mesi di pontificato di Leone XIV: il dialogo con il premier israeliano Netanyahu, che ha chiamato telefonicamente il Papa all'indomani dell’attacco militare contro la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Leone XIV, pur accogliendo la telefonata, non ha ceduto sulla sua richiesta di porre fine alla guerra a Gaza. Un segno – dice – della “fermezza con cui il Papa parla di pace, denuncia le disuguaglianze, e invita al controllo etico delle nuove tecnologie”. In un tempo segnato da guerre, crisi ambientali e mutamenti epocali, conclude Cazzullo, “un Papa che indica una direzione chiara è fondamentale non solo per i fedeli, ma per tutta l’umanità”. Perché il compito dell’uomo – ribadisce – è ancora quello affidatogli fin dalle origini: custodire il Creato, proteggere la dignità umana, salvaguardare la propria specie.
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