"Coraggio e soglia", un incontro CEI su giovani, sport e inclusione
Eugenio Murrali - Città del Vaticano
Il Giubileo dei Giovani ha portato un'allegria insolita per le vie di Roma e anche di fronte alla basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini. Qui un minicampo di calcio e dei birilli da buttare giù con un pallone dicono molto con una sola semplice immagine di persone che sorridono, si abbracciano, scherzano insieme. "I giovani sono una speranza per imparare, attraverso la metafora del gioco, che c'è uno spazio per tutti" spiega Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Servizio CEI per la pastorale delle persone con disabilità, che ha promosso l¡¯evento "Coraggio e soglia", moderato dal presidente di Athletica Vaticana Giampaolo Mattei. Il titolo dell'incontro si compone di due delle dodici parole chiave che caratterizzano il Giubileo dedicato alle nuove generazioni. E le testimonianze che si sono susseguite nella mattinata di mercoledì 30 luglio hanno saputo dare voce a questo coraggio che fa superare soglie e limiti.
Ognuno ha un dono
¡°All¡¯interno del gioco ognuno può scoprire di avere un¡¯abilità, un dono¡±, spiega suor Donatello, che vede nell'attività ludica e sportiva una via ¡°per trovare il coraggio di ¡®giocarsi¡¯, di perdere, di scoprire il proprio talento, di fare squadra¡±. La religiosa è certa che la società possa cambiare, a partire dall'attenzione alle parole fino al nuovo ruolo che le persone con disabilità hanno, grazie allo sport e al lavoro. La sfida è "vivere il gusto della bellezza", creare esperienze sorprendenti, per tutti.
Uno sport che include
La testimonianza del calciatore senegalese Omar Daffe è esemplare. Omar aveva un sogno: giocare in serie A. Oggi, in quache modo, gioca in serie A, ma un¡¯altra partita: quella per il rispetto, e la lotta contro la discriminazione. Lavora infatti all¡¯Ufficio Antirazzismo della Lega Nazionale Professionisti di Serie A. Vi è arrivato, passando per una storia che lui definisce di liberazione: il coraggio, durante una partita, di ribellarsi agli insulti razzisti, di uscire fuori dal campo. La sua squadra lo ha seguito, non lo ha lasciato solo.
Anche la Federazione Italiana Gioco Calcio, con la sua Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale, attraverso il presidente Giovanni Sacripante, ha raccontato il desiderio di un calcio diverso, aperto a tutti, uno spazio umano in cui ognuno è considerato prima di tutto una persona. In questi campi trovano spazio sorrisi, abbracci, la commozione di genitori che non hanno mai visto i figli così felici.
Non lasciare indietro nessuno
¡°Il Giubileo dei Giovani, insieme al Giubileo dello Sport e a quello della Disabilità, rappresenta per me un momento importantissimo, - sostiene Alessandra Locatelli, ministro italiano per le disabilità, - per dare delle risposte qui e nel futuro alle persone con disabilità, alle famiglie, ma direi a tutti noi¡±. Un modo, secondo il ministro, per rendere protagoniste le persone, per ricordare l¡¯importanza di investire sul talento e sulla capacità di ciascuno, per affermare quanto conti che qualcuno, istituzioni e non solo, offra gli altri una possibilità. ¡°Nella vita del nostro Paese non possiamo più permetterci di lasciare indietro nessuno¡± prosegue il ministro, secondo cui è necessario invertire la rotta, ¡°mettere al primo posto le persone¡±.
Oltrepassare i muri
Lelia Bellesini è una nuotatrice di Special Olympics Italia, realtà che attraverso lo sport aiuta le persone con disabilità: ¡°Sono proprio felice di raccontarvi la mia esperienza¡±, ha detto. ¡°Ho scoperto che potevo migliorare. Infatti, ho vinto così tante medaglie che ho perso il conto. Sicuramente oggi grazie allo sport ho molta più fiducia in me stessa e nelle mie capacitࡱ. In acqua ha superato molte paure, ha capito come migliorarsi e ha incontrato molti amici.
Non si contano neanche le medaglie di Matteo Falchi, che va in giro per il mondo come nuotatore agonistico della FISDIR, Federazione italiana sport paralimpici intellettivo-relazionali. ¡°Qui ho cominciato ad aprirmi. Conta oltrepassare i muri, conoscere gli altri. Ho avuto il tifo anche da parte di ragazzi di altre nazionali¡±. Lo sport lo ha fatto uscire da sé stesso: ¡°Io ho iniziato a parlare a otto anni, prima di entrare in acqua non parlavo¡±. Il nuoto lo fa sentire libero e leggero.
Un gioco di squadra
Chiara Vingione è invece campionessa mondiale di basket, lo sport è parte integrante della sua vita, fatta di allenamenti, gioco di squadra: ¡°La mia vittoria è stata una bellissima esperienza, piena di sacrifici, bisogna crederci tutti i giorni, giocare tutti insieme. Il basket è la nostra forza, il nostro sangue nelle vene¡±. E la bellezza dello stare insieme e del condividere negli anni vibra anche nelle parole di Marzia, una giovane di vent'anni che, grazie a un progetto del Centro sportivo italiano, ha vissuto un'esperienza in Camerun per portare speranza in un contesto difficile: "Lì un campo di terra rossa diventa lo stadio più bello".
Partire dal limite
"La soglia è un'ideale confine che invita a uscire, ma invita anche a entrare", osserva monsignor Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio, che durante l'incontro ha tenuto una riflessione dal titolo Varcare la soglia con Cristo. Secondo il presule la consapevolezza e la misura di un'umanità segnata da limiti può essere ispirazione e speranza per il futuro, occasione per scoprire modalità diverse di relazione, ma anche per dare nuovo senso alla nostra vita.
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