Caccia: la Santa Sede ribadisce l'impegno per una riduzione immediata del debito
Vatican News
L¡¯obiettivo di uno sviluppo sostenibile equo ed efficace, a pochi anni dalla scadenza dell¡¯Agenda 2030, non potrà essere raggiunto senza affrontare il peso del debito che grava su molti Paesi poveri. Lo ha affermato l¡¯arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, in due interventi all¡¯High-Level Political Forum dedicati ai Piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) e ai Paesi africani meno sviluppati, senza accesso al mare e a medio reddito.
Il fardello del debito
Lo scorso 15 luglio monsignor Caccia ha evidenziato che "la realtà persistente e diffusa della povertà continua ad affliggere milioni di persone, negando loro il benessere materiale e minando la dignità che Dio ha donato loro, mentre soffoca il loro sviluppo umano integrale". Da qui, l¡¯appello affinché "la povertà rimanga la priorità centrale e urgente della comunità internazionale". Non si tratta solo di una questione economica, bensì di "un imperativo morale". Ma questo impegno, ha spiegato Caccia, è minato dal debito sovrano: "È impossibile eliminare la povertà quando 3,4 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono più per il pagamento degli interessi che per l¡¯assistenza sanitaria e l¡¯istruzione". Per questo, la Santa Sede ha chiesto "una riduzione immediata del debito, inclusa la cancellazione e la ristrutturazione, nonché l¡¯accesso a finanziamenti agevolati, soprattutto per quei Paesi africani, i Paesi meno sviluppati e quelli senza accesso al mare, il cui debito è a livelli insostenibili".
La questione ecologica
Un appello in linea con quanto sottolineato il giorno seguente: mercoledì 16 luglio, l¡¯arcivescovo Caccia ha preso la parola durante il dibattito dedicato ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS), ricordando che "quasi il 40% di essi è già in difficoltà debitoria o ad alto rischio". Caccia ha invitato a riconoscere anche il tema del debito ecologico, "in particolare tra nord e sud del mondo", legato "agli squilibri commerciali con effetti sull¡¯ambiente e all¡¯uso sproporzionato delle risorse naturali da parte di alcuni Paesi", mentre "i più poveri e vulnerabili, inclusi i SIDS, sopportano il peso maggiore degli impatti climatici".
Per una riforma dell'architettura globale del debito
La Santa Sede ha quindi nuovamente esplicitato la necessità di una riforma dell¡¯architettura globale del debito, che "tenga conto della vulnerabilità dei SIDS, promuova la giustizia ambientale e ponga al centro la dignità umana". La riduzione del debito può trasformarsi in opportunità se consente a questi Paesi di investire in infrastrutture, salute, istruzione. "Con solo cinque anni rimasti per raggiungere gli SDG - ha concluso Caccia - la comunità internazionale deve agire con rinnovata urgenza per liberare i SIDS dai cicli di debito, disastri e ritardi". E ha ricordato, citando Papa Leone XIV e facendo riferimento all¡¯anno giubilare, che "questo tempo chiede la restituzione e la redistribuzione della ricchezza accumulata ingiustamente come via di riconciliazione personale e civile".
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