Accordo Santa Sede e Italia per impianto agrivoltaico: simbolo di cura del Creato
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Una iniziativa volta ad assicurare il completo sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano, ma soprattutto un simbolo della sensibilizzazione per la cura del Creato strenuamente promossa da Papa Francesco e ora rilanciata da Papa Leone XIV. È stato firmato questa mattina, 31 luglio, alle 12, a Palazzo Borromeo l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana per un impianto agrivoltaico a Santa Maria di Galeria, zona extraterritoriale dell’Agro romano il cui status risale agli accordi con il Governo italiano del 1951 e dove dal ’57 sorge la struttura della Radio Vaticana oggi impiegata per le trasmissioni in onda corta. Il Papa vi si era recato il 19 giugno scorso per visitare sia il Centro Trasmittente che il luogo in cui si è sviluppato – sulla base del motu proprio Fratello Sole - il progetto di impianto agrivoltaico.
Comune impegno per la lotta ai cambiamenti climatici
Un progetto volto ad assicurare non soltanto l’alimentazione elettrica della stazione radio, ma anche il completo sostentamento energetico del piccolo Stato vaticano, facendo ricorso - come informa una nota - alle "soluzioni che, allo stato della scienza e della tecnologia, assicureranno il massimo rispetto possibile della terra, conciliando al meglio gli obiettivi di preservare l’uso agricolo del suolo, di mantenere l’equilibrio idrogeologico dell’area, di minimizzare, per quanto possibile, l’impatto ambientale e di garantire la tutela del patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico".
Dunque “un buon esempio”, da parte della Santa Sede, del “comune impegno alla lotta al cambiamento climatico" e di investimento in energie rinnovabili, ha sottolineato alla cerimonia per la sigla dell’Accordo, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali e firmatario dell'intesa insieme all'ambasciatore Francesco Di Nitto. Presenti all'evento diverse autorità vaticane, tra cui monsignor Giordano Piccinotti, presidente dell’APSA, e suor Raffella Petrini, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e anche italiane, oltre a rappresentanti delle amministrazioni italiane centrali e territoriali che hanno concorso alla definizione dell’Accordo. Esso, recita la nota, consta di 5 articoli ed è "segno degli eccellenti rapporti bilaterali", oltre ad adeguare "gli obblighi pattizi esistenti tra le Parti alle nuove possibilità dischiuse dall’evoluzione delle conoscenze scientifiche e della tecnologia relative alla produzione di energia da fonti rinnovabili, alla luce del comune impegno nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatta a New York il 9 maggio 1992 e dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015".
L'intuizione e la spinta di Papa Francesco con la Laudato si'
Nel suo discorso l’arcivescovo Gallagher ha voluto infatti esprimere, anzitutto, “apprezzamento” al Governo italiano e a quanti hanno contribuito ai negoziati per giungere all’intesa. Poi, ha ricordato questa spinta alla cura della Casa comune, tanto cara a Papa Francesco che alla problematica ha dedicato “uno dei documenti più significativi del suo pontificato, ”, di cui quest’anno si celebra il decennale.
E proprio un passaggio della Laudato si' ha citato Gallagher, quello in cui Jorge Mario Bergoglio osservava che: “Nel mondo c’è un livello esiguo di accesso alle energie pulite e rinnovabili. C’è ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di accumulazione…”. Il Pontefice argentino sottolineava pure nel documento che “ci sono stati anche alcuni investimenti in modalità di produzione e di trasporto che consumano meno energia e richiedono minore quantità di materie prime, come pure in modalità di costruzione o ristrutturazione di edifici che ne migliorino l’efficienza energetica. Ma queste buone pratiche sono lontane dal diventare generali”. Gallagher si aggancia a questo punto per evidenziare che “nell’ultimo decennio, sono stati compiuti passi significativi e importanti, ma vi è ancora molto da fare per ridurre i livelli di emissioni e porre fine a quelle forme di inquinamento che avvelenano la vita umana e distruggono la Terra”.
Lo sviluppo del progetto
Ancora richiamando il Papa precedente, il segretario per i Rapporti con gli Stati ricorda il suo incoraggiamento a far sì che la Santa Sede potesse “dare un buon esempio nel comune impegno alla lotta al cambiamento climatico, investendo in energie rinnovabili”. A tal fine, nel giugno dello scorso anno è stato dato mandato speciale all’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) e al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano di realizzare l’impianto agrivoltaico nell’area di Santa Maria di Galeria di proprietà della Santa Sede. L’APSA stessa nel suo bilancio 2024 di recente pubblicazione, tracciando i progetti avviati e proseguiti dallo scorso anno e le idee e proposte del futuro, menziona l’iniziativa quale via “per giungere ad esempi di transizione energetica attraverso il sostegno di energie rinnovabili”.
Sostegno delle Autorità italiane
“Siamo grati che l’iniziativa, parimenti sostenuta dal Santo Padre Leone XIV – afferma monsignor Gallagher - abbia trovato l’apprezzamento delle Autorità italiane, che con questo Accordo consentono alla Santa Sede e allo Stato della Città del Vaticano di provvedere agevolmente al proprio fabbisogno energetico nel rispetto dell’ambiente, offrendo una rinnovata prova di quello spirito di mutua collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti bilaterali dalla firma dei Patti Lateranensi”. A Sant’Ignazio di Loyola, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria, l’arcivescovo affida quindi l’Accordo, frutto, sottolinea, del “comune impegno in difesa del creato, come pure in altri ambiti fondamentali quali la pace e la tutela della vita e della dignità umana”.
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