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Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, saluta Leone XIV in Aula Paolo VI Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, saluta Leone XIV in Aula Paolo VI

Giubileo Santa Sede, Parolin: "Seminare la pace con la diplomazia del Vangelo"

Il nunzio apostolico è un "ponte" tra il Successore di Pietro e le Chiese locali, tra la Chiesa e gli Stati, "tra le ferite del mondo e la speranza del Vangelo": lo afferma il cardinale segretario di Stato in un’intervista rilasciata ai media vaticani in occasione dell’odierno Giubileo della Santa Sede e alla vigilia dell’udienza di Leone XIV con i partecipanti al pellegrinaggio giubilare e all’incontro dei rappresentanti pontifici

Vatican News

"Il rappresentante pontificio è portatore della diplomazia del Vangelo" ed è suo dovere "spendersi per la mediazione e il dialogo" e divenire seminatore di pace. Lo afferma il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un’intervista rilasciata ai media vaticani in occasione del Giubileo della Santa Sede, celebrato oggi, 9 giugno, e alla vigilia dell’udienza di Leone XIV con i partecipanti al Giubileo e all’incontro dei rappresentanti pontifici, in programma domani 10 giugno. 

Eminenza, il Giubileo della Santa Sede offre un’occasione d’incontro e uno spazio di riflessione sul modo in cui la Chiesa si relaziona al mondo. Quale significato assume per il Corpo diplomatico della Santa Sede, e in particolare per i nunzi apostolici?

Il Giubileo della Santa Sede offre l’occasione per vivere, anche per i rappresentanti pontifici, un momento di unità. La vita di ognuno di loro è un continuo “pellegrinaggio” senza la possibilità di radicarsi stabilmente in una realtà. È una vita in cammino, sì, ma non solitaria. E allora questo Giubileo mi richiama alla mente l’immagine di una famiglia che, sparsa nel mondo ma unita, si raduna a Roma per stringersi attorno al Papa. 

In questo ritrovarsi emerge con chiarezza il legame tra la dimensione particolare e quella universale della Chiesa: il rappresentante pontificio è anzitutto un ponte tra il Vicario di Cristo e le comunità cui è stato inviato, e al tempo stesso mantiene vivo il legame delle Chiese locali con la Sede Apostolica. A garanzia di questa unità, la Segreteria di Stato svolge il proprio ruolo di coordinamento, sostenendo la missione dei rappresentanti pontifici a Roma e nel mondo.

Un momento del Giubileo della Santa Sede
Un momento del Giubileo della Santa Sede   (@Vatican Media)

Come ha detto, i nunzi apostolici rappresentano il Santo Padre presso le Chiese locali e le Autorità civili. Qual è la specificità del loro servizio e in che modo coniugano la dimensione pastorale con quella diplomatica?

I nunzi apostolici sono, certamente, i rappresentanti del Papa presso i Governi nazionali e le Istituzioni sovranazionali. In questo, il loro compito è propriamente diplomatico: dialogare con le Autorità civili, operare per ricomporre fratture, favorire la pace, la giustizia e la libertà religiosa, senza perseguire interessi di parte, ma animati da una visione evangelica del mondo e delle relazioni internazionali. Il loro servizio, tuttavia, per sua natura non può ridursi a una fredda funzione istituzionale, deve essere sostenuto da un’autentica presenza pastorale. Il nunzio apostolico è anzitutto un uomo di Chiesa, è anch’egli Pastore e deve far proprio l’esempio di Cristo Buon Pastore! Essere Pastore significa farsi vicino ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle comunità che si è chiamati a servire, avendo sempre uno sguardo ecclesiale, ossia di sacerdote che sente su di sé la responsabilità verso gli altri. Così il nunzio apostolico si fa ponte tra il Successore di Pietro e le Chiese locali, tra la Chiesa e gli Stati, tra le ferite del mondo e la speranza del Vangelo. 

Quali qualità ritiene fondamentali per un rappresentante pontificio, specie in questo complesso momento storico? 

Ne sottolineerei tre. Anzitutto, l’umiltà come disposizione del cuore. Ciò permette di “farsi piccoli” e saldi nella fiducia che il Signore, attraverso di noi, possa operare grandi progetti. Con l’imperversare nel mondo di tanto odio e violenza, la tendenza potrebbe essere quella di cedere a un certo pessimismo. Dinanzi a incarichi complessi e inattesi, confidiamo con serenità nella grazia che accompagna e sostiene la missione. 

Accanto all’umiltà, lo zelo evangelico. Il rappresentante pontificio è portatore della diplomazia del Vangelo, ha il compito di portare la luce di Cristo fino ai più remoti angoli della Terra. E infine essere uomini di riconciliazione. Il lavoro della diplomazia pontificia è sostenere gli sforzi del Santo Padre nella realizzazione di un mondo sempre più di verità, di giustizia e di pace. 

Nel mondo odierno, diventa un dovere del rappresentante pontificio spendersi per la mediazione e il dialogo, perché solo così si può tessere l’ordito della cooperazione internazionale e intercettare anche la più debole e nascosta volontà delle parti alla pacificazione. Accogliamo l’appello del Santo Padre a diventare seminatori di pace, perché l’altro — specie nella diplomazia — non è anzitutto un nemico, ma un essere umano con cui parlare.

Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella Sala della Pontificia Accademia Ecclesiastica
Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella Sala della Pontificia Accademia Ecclesiastica

In un mondo in continua evoluzione, come riesce la formazione diplomatica dei giovani sacerdoti a restare al passo con le sfide contemporanee?

La Pontificia Accademia Ecclesiastica cura da trecento anni la formazione dei giovani sacerdoti che si apprestano a entrare nel servizio diplomatico della Santa Sede. La riforma dell’Accademia, recentemente introdotta, si è proposta di aggiornare e rafforzare la formazione, affinché sia sempre più rispondente alle complessità del mondo attuale. L’obiettivo di questa nuova fase della diplomazia vaticana è quello di inviare nel mondo diplomatici che siano competenti sul piano professionale e profondamente animati da uno spirito evangelico, consapevoli di portare avanti il Magistero petrino come strumenti di comunione, seminatori di pace e costruttori di relazioni solidali e pacifiche tra i popoli. 

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09 giugno 2025, 15:57