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Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, a Villa Madama Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, a Villa Madama

Parolin: la Santa Sede in prima linea per il disarmo nucleare

Il segretario di Stato a Villa Madama per un incontro su don Oreste Benzi “vero costruttore di ponti e di solidarietà”. Interpellato sul nuovo fronte di guerra tra Israele e Iran, il cardinale ribadisce l’urgenza del disarmo e di dialogo e negoziati. Sul fine vita in Italia il porporato chiede che ogni proposta o decisione siano a salvaguardia della dignità umana

Vatican News

“Noi speriamo davvero e lavoriamo come Santa Sede in prima linea per il disarmo nucleare”. È quanto afferma il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, guardando al nuovo fronte di guerra apertosi nei scorsi giorni tra Israele e Iran. A Villa Madama, ospite questa mattina dell’evento “Don Oreste Benzi: costruttore di ponti per la giustizia globale e la solidarietà” alla presenza del vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il segretario di Stato – rispondendo alle domande dell’agenzia Ansa – ribadisce l’impegno della Santa Sede per il disarmo: “Abbiamo proposto ed, anzi, è già stato anche concluso, questo accordo sull'immoralità del possesso delle armi nucleari, non solo dell’uso”. “Evidentemente – aggiunge - anche il disarmo nucleare deve essere condotto in maniera pacifica attraverso il dialogo e attraverso i negoziati. Ed è quello che noi chiediamo in questo momento”.

Fine vita

Il cardinale è stato interpellato ancora dall’agenzia sul tema del fine vita, alla luce dell’ultimo caso in Italia - sul quale dovrà esprimersi la Consulta - di una donna completamente paralizzata che non potrà autosomministrarsi il farmaco letale e che ha chiesto lo faccia il suo medico. Parolin, esprimendo “grande preoccupazione” sul tema, ricorda che “la nostra Costituzione è in favore della vita e questo deve essere ribadito in tutti i modi”. “Sulla regolamentazione del problema del fine vita ci sono tante proposte”, aggiunge, “noi speriamo veramente che qualsiasi proposta, qualsiasi decisione che possa essere presa salvaguardi la dignità umana, salvaguardi la sua situazione, che possa essere di aiuto agli interessati”.

Don Benzi, costruttore di ponti e di solidarietà

Nel suo intervento in aula, il cardinale si è soffermato invece a lungo sulla figura di don Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, in occasione del centenario della sua nascita. È la figura, ha detto, di “un vero costruttore di ponti e di solidarietà”, “fondatore e animatore di una realtà che ha arricchito la vita della Chiesa in Italia e nel mondo. Papa Benedetto XVI lo ha definito 'umile e povero sacerdote di Cristo, una figura grande ed esemplare, vicina agli ultimi'. A colpire della sua personalità è la salda fede nell'offrire e condividere una seconda possibilità di vita”.

I frutti della Comunità Giovanni XXIII

Il cardinale ha ricordato come sono “tante” le vite rifiorite nella Comunità Papa Giovanni XXIII, “a beneficio di chi si era perduto nelle infinite forme di povertà. Il Vangelo ci insegna che l'albero si riconosce dai frutti e la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata nel 1968 da Don Benzi, conferma questo principio con il suo impegno costante nel contrastare emarginazione e povertà, attraverso l'accoglienza e quella che Don Oreste definiva 'condivisione diretta’”. “La Comunità – ha proseguito Parolin - lega la propria vita ai poveri e agli oppressi, vivendo con loro come una vera famiglia e facendo crescere il rapporto con Cristo. Don Oreste insegnava e testimonia che la miseria più pericolosa è la lontananza da Dio. Il suo sorriso bonario e la tonaca consunta erano il segno di un amore profondo per i piccoli, i poveri, gli esclusi e gli abbandonati”.

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17 giugno 2025, 14:25