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Una sala della Biblioteca Apostolica Vaticana (? 2024 Biblioteca Apostolica Vaticana) Una sala della Biblioteca Apostolica Vaticana (? 2024 Biblioteca Apostolica Vaticana)
Dentro il Vaticano

La Biblioteca Apostolica e l’Archivio Apostolico

Sono queste istituzioni che coniugano tradizione e innovazione. La Biblioteca Apostolica ha il compito di raccogliere e conservare un patrimonio ricchissimo e di metterlo a disposizione degli studiosi. L’Archivio Apostolico svolge la propria specifica attività di custodia degli atti e dei documenti che riguardano il governo della Chiesa

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Un silenzio che è memoria, scrigno di sapere, anelito di infinito. È quanto si respira nella Biblioteca Apostolica Vaticana e nell’Archivio Apostolico Vaticano, istituzioni che oggi guardano al futuro, si aprono alla tecnologia pur coltivando una tradizione umanistica e conservando e rispettando testimonianze antiche della tradizione della Chiesa. Risale al 1600, con Paolo V, la distinzione istituzionale tra la Biblioteca, “istituto di conservazione e ricerca”, e l’Archivio che svolge un’attività di “carità intellettuale” perché condivide il suo patrimonio con studiosi di tutto il mondo.  Archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa è monsignor Giovanni Cesare Pagazzi.

Biblioteca Apostolica Vaticana

La Biblioteca Apostolica Vaticana è una istituzione nata nel cuore del Rinascimento che affronta le sfide di oggi. Nel XV secolo Niccolò V decide che i codici latini, greci ed ebraici fossero aperti alla consultazione e alla lettura degli eruditi. Il 15 giugno del 1475, durante il pontificato di Sisto IV, viene poi emanata la Bolla Ad decorem militantis Ecclesiae (A decoro della Chiesa militante e per la diffusione della fede). I tratti distintivi e le finalità della Biblioteca Apostolica Vaticana sono, fin dalle origini, legati ad un inestimabile patrimonio - come aveva ricordato Paolo VI nel 1975 - da mettere a disposizione “degli studiosi, nelle diverse fasi della consultazione, della lettura, del riscontro e della sintesi conclusiva”.  Non si tratta solo di una apertura materiale di locali o di testi, ma soprattutto, come aveva sottolineato Papa Montini, di una “apertura culturale” che può essere favorita se si conserva e si trasmette il sapere.

Biblioteca Apostolica, istituzione nata nel 15.mo secolo (© 2024 Biblioteca Apostolica Vaticana).
Biblioteca Apostolica, istituzione nata nel 15.mo secolo (© 2024 Biblioteca Apostolica Vaticana).   (© 2024 Biblioteca Apostolica Vaticana)

Ammissione in Biblioteca

La Biblioteca Apostolica Vaticana è specializzata nelle discipline filologiche e storiche e, retrospettivamente, in quelle teologiche, giuridiche e scientifiche. “Insigne strumento della Chiesa per lo sviluppo e la divulgazione della cultura, a supporto dell’attività della Sede Apostolica”, la Biblioteca ha il compito “di raccogliere e conservare un patrimonio ricchissimo di scienza e di arte e di metterlo a disposizione degli studiosi che ricercano la verità”. Per disposizione papale, la Biblioteca è aperta a ricercatori e studiosi qualificati senza distinzione di religione, provenienza e cultura, in particolar modo docenti e ricercatori universitari o di istituti di studi superiori, e altre persone erudite. Oggi sono circa 6000 gli studiosi e i ricercatori accolti dalla Biblioteca.

Archivio Apostolico Vaticano

Più di 1000 anni di storia in 85 chilometri di scaffali. L’Archivio Apostolico Vaticano, da 40 anni al servizio della Santa Sede, è uno dei centri di ricerche storiche più importanti e celebri del mondo. Ed è uno scrigno di tesori incomparabili: milioni di carte e pergamene sono a disposizione degli studiosi di ogni nazionalità, senza distinzione di fede religiosa. L’attuale denominazione “Archivio Apostolico Vaticano” risale all’epoca della fondazione di questo istituto su iniziativa di Paolo V. A partire dalla metà del Seicento, tuttavia, s’impose il titolo “Archivio Segreto Vaticano” (talora attestato anche nella forma “Archivio Segreto Apostolico Vaticano”) che ne sottolineava la particolare natura di questo complesso documentario, costituito dalla concentrazione in un solo luogo di diversi archivi prodotti da altrettanti uffici curiali: l’aggettivo latino secretum (da secernere = separare, distinguere, riservare) qualificava infatti l’archivio fondato da Paolo V come separato dagli altri e riservato all’uso del Pontefice e dei funzionari da lui nominati. Tale denominazione ha costituito il titolo ufficiale di questo istituto fino al 22 ottobre 2019, quando Francesco con la lettera apostolica in forma di motu proprio  ha ripristinato l’antico nome “Archivio Apostolico Vaticano”.

Attività dell’Archivio Apostolico

Il patrimonio documentario conservato nei suoi vasti depositi copre un arco cronologico di circa dodici secoli (secc. VIII-XX), è costituito da oltre 600 fondi archivistici e si estende per 85 km lineari di scaffalature, collocate, fra l’altro, nel Bunker, un locale su due piani, ricavato nel sottosuolo del Cortile della Pigna dei Musei Vaticani.

Da quando papa Leone XIII, nel lontano 1881, ne aprì le porte agli studiosi, l’Archivio Apostolico Vaticano è divenuto un centro di ricerche storiche fra i più importanti e celebri al mondo. Secondo una prassi invalsa a partire dal 1924, il papa concede il libero accesso ai documenti «per pontificati»: attualmente il limite cronologico di consultabilità è posto alla fine del pontificato di Pio XII (ottobre 1958). L’attività dell’Archivio Apostolico Vaticano si sviluppa in due direzioni principali: la tutela del patrimonio documentario, favorendo le condizioni di conservazione che ne salvaguardino l’integrità, e la sua valorizzazione in quanto memoria storica dell’attività millenaria della Chiesa.

Alcuni scaffali dell'Archivio Apostolico Vaticano
Alcuni scaffali dell'Archivio Apostolico Vaticano   (© Archivio Apostolico Vaticano)

L’amore della Santa Sede per la cultura

Stare al passo coi tempi custodendo un patrimonio plurisecolare. Essere al servizio della Chiesa. Sono queste alcune delle principali sfide che interpellano con strade nuove, ma nel solco della tradizione, la Biblioteca Apostolica e l’Archivio Apostolico. Queste istituzioni sono anche l’espressione dell’amore della Santa Sede per la cultura. Non si tratta solo di custodire il sapere ma di renderlo fecondo, ovvero capace di tramutarsi in uno strumento per lo sviluppo umano e per la pace, vivendo da protagonisti il “cambiamento d’epoca” e favorendo una virtuosa sinergia, per lo sviluppo umano integrale, tra i saperi umanistici e le nuove tecnologie.

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21 giugno 2025, 14:15