杏MAP导航

Cerca

Gugerotti: l'attentato in Siria per spingere i cristiani a lasciare il Medio Oriente

Il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, cardinale Claudio Gugerotti, esprime la vicinanza della Chiesa ai fedeli greco-ortodossi colpiti dall’attentato a Mar Elias: “Non c'è più il lusso di potersi distinguere. Siamo tutti vittime”

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Le immagini che giungono da Damasco nei momenti immediatamente successivi all’attentato che ha provocato almeno 25 morti e 63 feriti sono drammatiche e riportano la Siria in un contesto di guerra che molti nel Paese speravano superato. Un attacco, non ancora rivendicato, che ha voluto colpire al cuore e in maniera simbolica la comunità cristiana della Siria in un momento storico di tensione che contrappone nuovamente l’Oriente all’Occidente.

Un attacco contro la presenza cristiana

“Desta orrore quanto è accaduto e d’altra parte come facciamo a stupirci se in un contesto internazionale come l’attuale accadono tragedie come quella avvenuta domenica a Damasco? – dichiara a caldo il cardinale Claudio Gugerotti parlando con i media vaticani. Purtroppo il rischio è quello di non poter nemmeno immaginare quello che il giorno dopo può succedere. Sappiamo ancora poco, ma il dato di fatto, l'unico sicuro, è che una strage così di cristiani significa decuplicare l'uscita dei cristiani dai Paesi del Medio Oriente”. Sul fatto che ad essere stata colpita sia una chiesa greco-ortodossa il prefetto del Dicastero per le Chiese orientali ritiene che si possa trattare di una mera opportunità dovuta alla loro importante presenza in Siria e in quel determinato quartiere della capitale. “Ad essere colpiti sono stati tutti i cristiani della Siria e addirittura del Medio Oriente”, ribadisce il porporato.


Chi resta è un eroe

“La situazione dei cristiani in tutto il Medio Oriente è folle”, afferma il cardinale Gugerotti, che non esita a definire degli eroi quei cristiani che perseverano nel rimanere nei propri Paesi. “Lo fanno perché ancora sperano che ci possa essere un'intesa, che il “modello Libano” possa essere ancora esportabile. “I governanti occidentali devono iniziare a comprendere che qui non è un problema di fede cristiana in quanto dogma, - dichiara - ma di tutto quello che comporta l'appartenere alla sfera dell'Occidente, sia esso praticante o totalmente ateo, comunque ancora maggioritariamente di tradizione cristiana. Quindi, quello che avviene in un luogo circoscritto, in realtà lo si vorrebbe poter scatenare a livello globale. Sembrano le prove generali di una guerra mondiale con componenti di una guerra di religione”.

La vicinanza della Chiesa ai cristiani di Siria

“Quello che stiamo vivendo – spiega il porporato pensando alle vittime innocenti dell’attentato – è un lutto familiare per noi. I cristiani della Siria e del Medio Oriente sono veramente parte della nostra famiglia. Si nutrono dello stesso Corpo e Sangue del Signore, credono nel Dio incarnato, crocifisso e risorto, e quindi sono carne della nostra carne”. E proprio in questo, il prefetto per le Chiese Orientali vede un elemento di speranza: “Dio non abbandonerà il suo popolo, come non ha mai fatto nella guerra, non l'ha mai fatto nella storia, ma sempre c'è stata una risurrezione e anche stavolta, non sappiamo a che prezzo, la risurrezione ci sarà”.

Una ferita per tutta la Chiesa

“Di fronte a quanto accaduto esprimere vicinanza è troppo poco – conclude il cardinale Gugerotti. Noi oggi diciamo: siamo con voi, siamo voi. In quella chiesa di Damasco hanno ucciso anche noi. Qui non c'è più il lusso di potersi distinguere. Siamo tutti vittime”.

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

24 giugno 2025, 09:00