I leader religiosi: "Con Papa Leone per il dialogo e l'impegno di pace"
Elena Dini - Città del Vaticano
“Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”. Così Papa Leone XIV ha concluso la sua omelia della Messa per l’inizio del ministero petrino di domenica 18 maggio, durante la quale ha invitato ad ascoltare la proposta d’amore di Cristo che è il cammino da seguire “tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace”. Alla celebrazione erano presenti varie delegazioni di altre religioni che hanno attentamente ascoltato le parole del nuovo Pontefice e che sono state poi ricevute ieri mattina in udienza, insieme ai rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali.
“Rappresentanti dei buddisti, degli induisti, dei giainisti e dei sikh, chiaramente insieme con i musulmani, con i quali il dialogo è consolidato da decenni, hanno chiesto di poter partecipare alla Liturgia di inizio del pontificato di Papa Leone XIV", spiega il prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, il cardinale George Koovakad. Se, da un lato, si può facilmente intuire che questa presenza fraterna e amicale è il frutto maturo di sessant’anni di un processo di dialogo interreligioso iniziato con la Nostra Aetate, dall’altro non si può non restare sbalorditi di fronte al desiderio espresso dagli altri credenti di condividere con i cattolici i primi passi del nuovo cammino che il Papa attuale indicherà alla Chiesa e alla comunità globale dei credenti”.
Le voci dei rappresentanti delle altre religioni
E infatti, il sagrato della Basilica il 18 maggio ha mostrato i tanti colori caratteristici degli abiti tradizionali delle varie comunità religiose. “Abbiamo perso Papa Francesco che era un uomo prezioso e vogliamo lavorare con il nuovo Papa che da subito ha parlato della pace, tema centrale per la Lega Musulmana Mondiale che ha relazioni forti e storiche con il Vaticano”, dichiara Abdulaziz Sarhan, consulente e commissario coordinatore della Lega Musulmana Mondiale presso il Vaticano.
“Il mondo attraversa varie sfide e dobbiamo affrontarle insieme. Nessuna comunità religiosa può farlo da sola ma insieme possiamo collaborare per la pace”, insiste Malcolm M. Deboo, presidente del Trust Fund Zoroastriano d’Europa, riflettendo sull’importanza dell’essere presente in questo momento di inizio pontificato per poter effettivamente lavorare per costruire quei “ponti” che, già dal suo primo saluto il giorno dell’elezione, Papa Leone XIV ha menzionato ripetutamente.
Su questo tema ha continuato anche il rabbino Mark Dratch, presidente del Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose (IJCIC), organizzazione che rappresenta uno dei partner del mondo ebraico nel dialogo con il Vaticano. Il rabbino Dratch ricorda come “dalla Nostra Aetate in poi la relazione fra il mondo cattolico ed ebraico si sia evoluta positivamente in varie direzioni, in termini di fratellanza, rispetto e comprensione reciproca. Siamo ansiosi di sviluppare il nostro rapporto con Papa Leone e rinsaldare le relazioni rinforzando i ponti fra le comunità ebraiche e cattoliche, non solo a livello di leadership ma fra i banchi delle nostre congregazioni, affinché gli individui nelle nostre comunità si conoscano e apprezzino”.
L'attenzione per chi è ai margini
Lo sguardo da una parte all’eredità del passato e dall’altra alle speranze per il futuro in un momento di passaggio come quello che stiamo vivendo è chiaramente da bilanciare attentamente nel vivere il presente. “Sono stata profondamente toccata dall'opera di Papa Francesco e penso che Papa Leone stia seguendo i suoi passi, in particolare per quanto riguarda l'inclusività, essendo molto attento ai bisogni di coloro che sono ai margini della società”, commenta, da parte sua, la sorella Maureen Goodman della Brahma Kumaris che da varie decadi è attiva nell’ambito interreligioso e ha già incontrato vari Pontefici rappresentando la sua tradizione. Prima dell’udienza di ieri condivideva: “Vorrei fare i miei auguri a Papa Leone e fargli sapere che nel suo lavoro a sostegno dell'umanità saremo al suo fianco a supportarlo".
Anche la reverenda Kosho Niwano - presidentessa designata dell'organizzazione buddista Rissho Kosei-kai e nipote di Nikkyo Niwano che 60 anni orsono fu uno degli osservatori non cristiani al Concilio Vaticano II – desidera assicurare a Papa Leone XIV: “Percorreremo il cammino insieme a lui”. Spiega che “la formula del dialogo può anche cambiare nel corso del tempo con i cambiamenti in atto nella società ma il dialogo continua”. Infatti, “forse in passato era importante trovare i punti in comune nel dialogo, oggi possiamo accettare di non essere d’accordo e lavorare per la pace accettando le nostre diversità”.
Un dialogo umile e concreto
“Se, come dice un proverbio, “il buon giorno si vede dal mattino” (in questo caso dal tramonto, la sera dell’elezione!), non c’è dubbio che il dialogo interreligioso sarà una delle priorità dell’impegno missionario di questo pontificato”, conclude il prefetto Koovakad. “Nel breve termine Papa Leone XIV sembra voler incarnare una spiritualità del dialogo umile, concreta e profetica, capace di costruire ponti senza rinunciare all’identità. Un Papa che ascolta, accoglie e cammina con gli altri”.
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