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Giovanni Paolo II ferito in Piazza San Pietro nell'attentato del 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II ferito in Piazza San Pietro nell'attentato del 13 maggio 1981 

Dziwisz: l’attentato a Giovanni Paolo II, ancora un segno per la Chiesa

Ieri a San Pietro la Messa presieduta dal cardinale polacco nel 44.mo anniversario del ferimento di Papa Wojtyla. Il ricordo di Papa Francesco e l’augurio a Leone XIV

Karol Darmoros - Città del Vaticano

Le prime parole del cardinale Stanis?aw Dziwisz sono state per il nuovo Papa Leone XIV, eletto il giorno della festa Madonna di Pompei e affidato dal porporato all'intercessione di Maria e di San Giovanni Paolo II. Quindi all’omelia della Messa presieduta ieri pomeriggio, 13 maggio, nella Basilica vaticana il metropolita emerito di Cracovia ha sottolineato che gli ultimi mesi hanno permesso ai fedeli di essere ancora più vicini alla Chiesa. Ricordando il tempo della malattia di Papa Francesco e l'accompagnamento collettivo con la preghiera di quei giorni, fino alla sua ultima benedizione impartita il giorno di Pasqua, il cardinale Dziwisz ha ricordato la commozione generale “alla notizia del suo passaggio all'eternità” e il saluto “con dolore e con gratitudine a Dio per i suoi dodici anni di servizio alla Chiesa universale e al mondo”.

Il porporato polacco ha poi sottolineato che l'elezione del Santo Padre Leone XIV è stata "un dono del Signore risorto per la sua Chiesa", un altro “adempimento della promessa di Dio riportata nel Libro del Profeta Geremia: ‘Vi darò pastori secondo il mio cuore’". La Chiesa in Polonia, ha detto, ricorderà sempre che il nuovo Papa è stato eletto l'8 maggio, nel giorno della festa del principale patrono del nostro Paese: San Stanislao vescovo e martire.

Spari in Piazza San Pietro

L’Eucaristia celebrata ieri commemorava i 44 anni trascorsi dall’attentato subito da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. "I nemici di Cristo e della Chiesa - ha affermato - cercavano di privare della vita un pastore che, predicando il Vangelo dell'amore e della pace, stava ridando speranza a popoli oppressi e schiavizzati, desiderosi di verità e libertà". Nelle sue vesti di antico segretario di Papa Wojtyla, e quindi testimone diretto dell'attentato, il metropolita emerito di Cracovia ha ricordato la corsa verso il Policlinico Gemelli e l'unzione degli infermi impartita al Pontefice gravemente ferito. "Ho vegliato con lui dopo un’operazione durata ore e ho pregato per un miracolo che gli salvasse la vita, perché la Chiesa e il mondo avevano bisogno di lui", ha ricordato ancora.

Perdono fin dall'inizio

E nonostante le gravi ferite, ha sottolineato il cardinale Dziwisz, Giovanni Paolo II non ha pensato a sé stesso ma ha pregato per la Chiesa e il mondo. "Non gli importava chi gli avesse sparato, fin dall’inizio ha rivolto parole di perdono al ‘fratello’, come chiamava l'attentatore che lo aveva ferito", ha ricordato l'ex segretario di S. Giovanni Paolo II. In quel frangente, ha proseguito il porporato polacco, Karol Wojtyla ha servito la Chiesa con la sua sofferenza, sapendo anche che i fedeli pregavano per lui così "come la Chiesa primitiva “pregava costantemente per Pietro gettato in prigione ". il cardinale Dziwisz ha pure rammentato la convinzione di Giovanni Paolo II di dovere la sua salvezza alla Madonna, perché il 13 maggio è la memoria della sua apparizione a Fatima. “È stata Lei che (…)  ha sventato i piani dell'assassino e di coloro che lo avevano mandato. Questo era ed è un segno per la Chiesa”.

Il Vangelo a un mondo senza pace

Nell'omelia, il metropolita emerito di Cracovia ha anche messo in evidenza il contributo dei fedeli alla vita e alla missione della Chiesa moderna, ovvero annunciare il Vangelo a un mondo senza pace, citando un passaggio della prima omelia di Leone XIV riguardante le persone che, al posto della fede, cercano "altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere e il piacere". In un mondo del genere, ha notato il cardinale Dziwisz, la missione della Chiesa è tanto più urgente perché, proprio come detto dal Papa, la mancanza di fede comporta spesso drammi.

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14 maggio 2025, 14:12