Centesimus Annus, la Dottrina sociale antidoto alle disparità
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Troppe disuguaglianze a livello mondiale, povertà in crescita, l’Intelligenza Artificiale che può essere un’opportunità per migliorare i processi produttivi ma che allo stesso tempo rischia di tagliare molti posti di lavoro. Sono alcuni dei temi emersi nell’assemblea della Fondazione pontificia Centesimus Annus che si chiuderà domani con l’udienza privata dal Papa e la Messa a San Pietro. In previsione anche un dossier sulle conseguenze del cambiamento climatico.
L’economia mondiale troppo caratterizzata dalle polarizzazioni
Per il presidente della Fondazione, Paolo Garonna, “l'economia mondiale oggi è fortemente condizionata dalla geopolitica e poi ci sono tante crisi sovrapposte da quella energetica, quella climatica e quella pandemica da cui siamo appena usciti. Tutte queste richiedono risposte e oggi la geopolitica è fortemente condizionata da queste polarizzazioni, che è il tema del nostro convegno. Noi viviamo in un mondo di polarizzazioni nell'economia, nella società, nelle relazioni internazionali e lo sforzo della Chiesa è di lanciare questo messaggio forte e coraggioso di unità: superare le polarizzazioni. Questo è un po' il nostro impegno e noi cerchiamo di andare oltre per cercare di capire come e con quali strumenti possiamo veramente concretamente avviarci al superamento delle polarizzazioni e realizzare l'unità”.
Europa in difficoltà sullo scacchiere mondiale
Nel mondo ci sono una sessantina di conflitti e le guerre in Ucraina e a Gaza non sembrano trovare soluzione. Nel frattempo, l’Europa ha avviato un piano di riarmo che fornirà 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa. “L'Europa è in difficoltà perché ha ancora una grande incompiuta, una grande promessa che però ancora ha dato già importanti risultati ma ancora deve dare quelli decisivi soprattutto sul fronte degli equilibri mondiali", dice Garonna. "L'Europa oggi è un gigante economico, commerciale ma politicamente è ancora un nano, viene spesso marginalizzato sullo schiacchiere internazionale, non riesce a parlare con una sola voce, non riesce a difendersi da sola. Quindi l'Europa deve affrontare i suoi problemi però io credo che i principi, i valori che ispirano l'azienda sociale della Chiesa siano anche fortemente radicati”.
Con l’IA l’uomo non deleghi la propria capacità di analisi
All’assemblea della Centesimus Annus si è parlato anche dell’impatto sul mondo del lavoro dell’Intelligenza artificiale. Si calcola che almeno il 40% dei lavori sarà impattato dall’IA. Ci sono professioni che rischiano di sparire, come il contabile o l’analista finanziario, ma è probabile che ne nascano delle nuove. Il coordinatore del comitato scientifico della Fondazione, Giovanni Marseguerra, afferma che “l’IA è una straordinaria innovazione tecnologica che andrà a impattare in maniera decisiva le modalità di organizzazione del lavoro da parte delle imprese. Offre delle opportunità ma anche dei rischi, rispetto ai quali bisognerà che si prendano le opportune misure, soprattutto in termini di normativa. Ma soprattutto direi che l'utilizzo dell'Intelligenza artificiale è un pericolo per gli esseri umani, perché c'è il rischio della delega cognitiva che è molto peggio della delega fisica. Ovvero quella a cui siamo stati abituati dalla rivoluzione tecnologica di cent'anni fa, in cui agli uomini veniva concesso di non lavorare fisicamente", continua Marseguerra. "La delega cognitiva implica una rinuncia al pensiero, alla riflessione, e questo può indebolire le nostre stesse capacità. Quindi è assolutamente necessario che l'intelligenza artificiale sia utilizzata ponendo al centro l'uomo con la sua creatività, con la sua capacità di gestire la complessità e si rifugga dal pensare che l'Intelligenza Artificiale sia un sostituto dell'essere umano”.
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