Auza: con il Papa un dialogo intenso su IA, pace, famiglia, migrazioni
Luca Collodi - Città del Vaticano
“Un incontro molto intenso”. Così l’arcivescovo Bernardito Auza, nunzio apostolico presso l’Unione Europea, definisce l’udienza di questa mattina nel Palazzo Apostolico vaticano con Papa Leone XIV. “È stato uno scambio di vedute molto rapido, ma allo stesso tempo un dialogo molto intenso”, spiega il prelato filippino ai media vaticani.
Eccellenza Auza, di cosa avete parlato con il Papa?
Abbiamo toccato tutti i grandi temi: abbiamo parlato dell’Intelligenza Artificiale, delle richieste di cancellazione dai registri dei Battesimi, delle questioni legate alla migrazione, della famiglia, della situazione demografica, soprattutto nella parte occidentale dell’Unione Europea.
L’Unione Europea ha la forza dell’unità per essere ponte di pace nella crisi russo ucraina?
Ho appena cominciato la mia missione preso l’Unione Europea, anche se ho vissuto 18 anni in Europa, in cinque Paesi e nelle Nunziature apostoliche. Quindi rispondo in base a ciò che abbiamo visto e sentito in queste ultime settimane, specialmente con l’arrivo della nuova amministrazione americana che chiede di più all’Unione Europea per la difesa dell’Europa. Si sono rivelate alcune fratture, piccole fratture, soprattutto su questioni molto concrete come la percentuale del PIL o del budget annuale di ogni Paese per la difesa, cioè quanto un Paese può contribuire alla difesa dell’Unione. Certo, non è primariamente questa una questione dell’UE bensì della Nato, perché ci sono tanti membri Nato che non sono dell’Unione. È una questione assolutamente centrale per l’Europa e cose come i budget nazionali emergono come un limite. Certo l’Europa è una zona di pace, perciò quasi non si pensava più alla possibilità che un Paese potesse aggredire o fare la guerra ad un altro Paese sovrano in Europa.
In Europa emerge un problema demografico e si impone nel dibattito il tema migratorio…
Sicuramente questi due temi sono molto legati tra loro. La questione migratoria tocca la questione demografica, tocca la questione del lavoro, tocca la questione dei diritti internazionali e la questione politica. Abbiamo visto come ultimamente - e non solo ultimamente - nelle elezioni ci sono sempre queste aree più nazionaliste che hanno fatto della questione migratoria uno dei punti fondamentali della loro politica. Questo tocca anche la questione della demografia. Sulla migrazione la Chiesa ha una posizione particolare e specifica in quanto questione umana, di solidarietà, di aiutare le popolazioni, soprattutto le vittime delle guerre, del traffico delle persone e via dicendo. Dall’altra parte la Chiesa, rispetta anche le norme, le regole, la politica dei diversi Paesi. Mettere in equilibrio queste due è una grande sfida.
A che punto è il dialogo tra religioni?
La Comece stessa ha rapporti di lavoro con le Chiese ortodosse, le Chiese protestanti. Credo che c’è più ascolto quando ci presentiamo tutti insieme sulle questioni su cui abbiamo la stessa posizione. Certo, ci sono questioni che nemmeno possiamo presentarci come un ‘uno’: l’Agenda 2030, l’immigrazione e i rifugiati, l’Accordo di Parigi… Penso che su questi punti potremmo avere più forza persuasiva se presentiamo le nostre posizioni come un’unica forza.
Il 24 maggio 2025 ricorrono i dieci anni della Laudato si’. Anche l'ambiente è al centro del confronto tra i Paesi europei...
Penso che bisogna fare qualcosa. Sono stato a capo della delegazione della Santa Sede per i negoziati sull’Accordo di Parigi e la ricezione nella comunità internazionale è stata veramente molto grande. Se la memoria non mi inganna, circa 38 capi di Stato nei loro discorsi di apertura hanno citato la Laudato si’, hanno citato il Santo Padre. E i capi di Stato non si citano mai tra di loro! Questo è solo un indizio per dire quanto interesse abbia suscitato questo documento presso i governi perché siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo affrontare questi problemi insieme perché ci riguardano tutti. Per la Chiesa è un imperativo morale, un imperativo religioso: se crediamo in Dio nostro creatore, nella nostra vocazione fondamentale di essere co-creatori nel senso che il Signore ci affida questa sua creazione, questa linea è molto importante.
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