Presenza invisibile e operante
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio” (Lc 24, 50-53). L’evangelista Luca conclude così il racconto dell’Ascensione del Signore. È il momento in cui si conclude la vita terrena di Gesù che da quel momento si unisce fisicamente a Dio Padre, per non comparire più sulla terra fino alla Parusia, la sua seconda venuta per il Giudizio finale. A quaranta giorni dalla Pasqua, la Chiesa celebra questa festività a partire dal IV secolo.
Pathos e sollennità
L’episodio è illustrato da una xilografia incisa da Ligny su disegno di Gustave Doré, noto illustratore, disegnatore e incisore francese. È conosciuto soprattutto per le sue immagini della Divina Commedia di Dante. Apprezzato artista di tematiche religiose è celebre anche per la sua edizione illustrata della Sacra Bibbia che larga influenza ebbe nell’arte religiosa dall’Ottocento e da cui è tratta questa incisione. Cristo è avvolto da una luce fortissima che sembra emanata dal suo stesso corpo. In primo piano sono raffigurati gli apostoli, disposti in due gruppi: contemplano l’evento con sguardi rapiti e concitati gesti di stupore. Il pathos caratterizza questa tavola che suscita in chi la guarda forti emozioni e offre un’impressione di ieraticità tesa e solenne.
La potenza dello Spirito
"Il carattere storico del mistero della risurrezione e dell’ascensione del Cristo - ha detto Benedetto XVI in occasione della Solennità dell’Ascensione nel 2009 - ci aiuta a riconoscere e a comprendere la condizione trascendente della Chiesa, la quale non è nata e non vive per supplire all’assenza del suo Signore 'scomparso', ma al contrario trova la ragione del suo essere e della sua missione nella permanente anche se invisibile presenza di Gesù, una presenza operante mediante la potenza del suo Spirito. In altri termini, potremmo dire che la Chiesa non svolge la funzione di preparare il ritorno di un Gesù 'assente', ma, al contrario, vive ed opera per proclamarne la 'presenza gloriosa' in maniera storica ed esistenziale".
(Benedetto XVI, Solennità dell’Ascensione, Cassino, 24 maggio 2009)
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