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2025.09.01  Guy de Maupassant

Ep. 7 - Cechov, Maupassant e lo stupore delle piccole cose

Maestri incontrastati del racconto breve, entrambi rifuggono da un’impostazione libresca. La loro tensione a scrivere deriva non da una radice letteraria e accademica, ma dalla fresca sorgente della vita. Sta parlando di Maupassant e di Cechov – in un saggio pubblicato sulla rivista “The Slavonic Review” – il critico sloveno Janko Lavrin, il quale, nello stabilire uno stimolante confronto, individuava un fertile terreno comune dove germogliano condivise virtù: senso della misura e delle proporzioni, fine tatto nello scolpire i tratti della natura umana, sublime semplicità da non scambiare per rozzo primitivismo.

C’è tuttavia un elemento dominante che lega i due scrittori: l’attenzione accordata agli aspetti in apparenza meno importanti e significativi dell’ordinaria realtà quotidiana. A tali aspetti viene da loro conferita, senza ombra di retorica o di stucchevole paternalismo, dignità d’arte. Scriveva Maupassant: “C’è un aspetto inatteso in ogni cosa. Ed ogni cosa ha in sé qualcosa di sconosciuto. Spetta allo scrittore trovare questo qualcosa”.

Spicca dunque nei loro racconti – rileva Lavrin – il rifiuto di tutto ciò che possa risultare “declamatorio”, “affettato” e “pretenzioso”. A guidarli è una cifra espressiva ispirata ad una pura obiettività, che regola e modula la descrizione sia dei personaggi che dell’ambiente. Questa dimensione narrativa, precisa il critico, non degenera mai in un resoconto blando, che potrebbe risultare noioso. Non vengono a mancare, infatti, nella raffigurazione di un soggetto o nella rappresentazione di uno scenario (paesaggistico, sociale, politico) un guizzo e uno scarto che danno alla singola storia quel “brivido”, il quale permette al lettore avveduto di apprezzare il valore di una “profondità” mossa e dinamica sotto una “placida superficie”.

Anche quando Maupassant e Cechov, nello sviluppo di un racconto, assumono una posizione ed esprimono un giudizio, “la voce che si ode” non è quella del predicatore o del moralista: entrambi avevano ben compreso che in letteratura l’artista “deve essere individuale senza essere personale”, evitando pose e atteggiamenti “ingombranti” che finirebbero per “sfilacciare” il composto ordito del racconto.

Cechov è “un finissimo pittore miniaturista” che si concentrò, in particolare, sul decadimento della borghesia e dell’aristocrazia russa di fine Ottocento. Ed è “un pittore” animato da una spiccata vena umoristica (non a caso, cominciò la sua carriera di scrittore come caricaturista). Ben presto tuttavia, sottolinea Lavrin, il tono faceto divenne “saturo di una celata tristezza” al cospetto di una mediocrità che gradualmente, con perentoria inesorabilità, stava investendo la società russa. Per dirla con Baudelaire, la risata di Cechov scomparve per raggrinzirsi in un sorriso, mesto e stentato.

Egli stesso confessò questa situazione di pronunciata criticità, quando ebbe a dichiarare che “la stagnante atmosfera” che avvolgeva la Russia come “un mantello di piombo” si era inoculata nel suo organismo, tanto da fargli sentire con sensibilità acutissima, e quindi con dolore, “la noia e la volgarità” di tutto ciò che lo circondava. Ma è proprio questa “atmosfera” (con le dinamiche annesse) da lui trasfusa nella pagina ad aver contribuito in modo decisivo a decretare la sua grandezza di artista.

Anche Maupassant si disse profondamente turbato dalla “banalità” dell’essere umano, mai riscattata, se non eccezionalmente, da intuizioni di genio. Uomo di gusto raffinato ed “esteta dall’inconfondibile tratto signorile”, lo scrittore non poteva non soffrire il contrasto fra la sua natura e il rozzo mondo esterno, da lui concepito come la crudele negazione dei suoi valori e dei suoi ideali. E se Cechov riusciva (ma non sempre) a mascherare la sua cocente delusione nei riguardi della vita con una ammiccante ironia, Maupassant, meno posato e più battagliero, fece ricorso al più corrosivo sarcasmo nel denunciare le magagne dell’individuo e i mali della collettività.

Gabriele Nicolò

01 settembre 2025