Ep. 7 - Il Giubileo degli influencer e dei giovani
Lucia Vecchi ha 20 anni ed è di Reggio Emilia, studia biologia. È lei la protagonista del settimo episodio di Specchi, la speranza del Giubileo riflessa nella vita. La sua storia è quella di tanti ragazzi che vivono alternando gioia e tristezza, incertezza e sicurezza, che vivono in ricerca di qualcosa o di qualcuno che li faccia sentire importanti. Lucia è stata per molto tempo inquieta e oggi sembra aver trovato una direzione. Ha scoperto che la comunicazione è un ambito che la entusiasma e che ha una passione per i video in cui racconta le proprie esperienze. È per questo che è stata scelta tra i 100 giovani creator riuniti dalla Conferenza episcopale italiana nel progetto “Shine to share”. Ed è per questo che partecipa al Giubileo degli influencer che si apre il 28 luglio.
“Durante l'esperienza di Shine to share – racconta - ho proprio visto la luce dello stare insieme, una gioia, una felicità, proprio la bellezza del volersi bene. E forse ho visto anche proprio un amore un po' più grande di noi”. Si dice convinta che per comunicare il bene, soprattutto sui social, è necessario spogliarsi delle maschere che spesso si indossano. “Io vedevo il mio profilo Instagram che era pieno di manichini, mi mettevo anche io molto in vetrina, come se dovessi mostrare una parte della vita perfetta”. Per questo la ricetta che Lucia suggerisce è di avere “il coraggio di farsi vedere per come si è, mostrando un bene diverso, un amore più libero, forse un amore in cui ti voglio bene per come sei non per cosa fai”.
Oggi Lucia, dopo esperienze di fede intense e costruttive, ha capito che lasciarsi amare dal Signore è la strada per la felicità. Per lei la speranza è qualcosa di prezioso che va sempre protetto. “E’ una candela che fa luce anche nella stanza buia…”. La speranza è anche il desiderio di conoscere di più il Signore, la Chiesa, ricambiare l’abbraccio che lei ha sentito. “Mi auguro di essere felice. Io come Luci proverò a mostrarmi sempre amorevole, vorrei essere l'amore per le persone che ne hanno poco, cioè vorrei provarci. Oppure quell'abbraccio di cui quella persona ha bisogno, quel sorriso che ha bisogno di ricevere. E proverò a essere quello, perché secondo me più che indottrinare la gente, bisogna fargli vedere l'amore, che è quello che poi ti mette in ricerca. Io nell'amore ho conosciuto Dio, però prima è venuto l'essere amata, l'essere accolta, l'essere abbracciata e guardata”.