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2025.05.30 Intervista Amelio Castro Grueso- Schermitore colombiano e atleta paralimpico

Ep. 5 - Il Giubileo dello sport

"Quando lo sport diventa business, rischia di perdere i valori che lo rendono educativo, e può diventare addirittura dis-educativo. Su questo bisogna vigilare, specialmente quando si ha a che fare con gli adolescenti". Sono queste parole, rivolte da Papa Leone XIV agli atleti della squadra di calcio del Napoli, ad introdurre il nuovo episodio del podcast "Specchi" in occasione del Giubileo dello Sport. L'ospite è  protagonista con il Team paralimpico dei rifugiati ai Giochi Olimpici di Parigi nel 2024, che vive lo sport in modo autentico. Lo schermitore colombiano, dopo aver ricordato pagine drammatiche della sua vita - l'uccisione della madre e l'incidente stradale che gli ha fatto perdere l'uso delle gambe - svela i suoi sogni: scrivere un libro per raccontare la propria storia e vincere una medaglia d’oro alle paralimpiadi. Sono sogni diversi ma hanno lo stesso obiettivo: testimoniare, consolare, dare forza a chi, colpito da prove e sofferenze, pensa di mollare, di aver consumato ogni speranza. “Io, in realtà, la medaglia non la voglio per me. La voglio per gli altri: so che se mi presento come un campione paralimpico posso essere più credibile”. 

Amelio Castro Grueso sottolinea che anche nei momenti più dolorosi, come quelli in cui si sentiva abbandonato dalla famiglia in ospedale, ha sempre sperimentato l'amore di Dio: "ho capito che la grazia di Dio comunque mi è stata sempre accanto. La mia fede ha cominciato a diventare più forte: ho visto che se ero in sofferenza, se c’era sempre quella mancanza da parte della famiglia, c’era comunque qualcuno che mi dava quello di cui avevo bisogno; è stato un periodo di cui ringrazio tanto il Signore perché ho conosciuto Dio. Dio che, con la sua grazia, mi metteva sempre accanto qualcuno. Persone che mi aiutavano a risolvere dei problemi e che cercavano di essere anche la mia famiglia. Per questo ringrazio Dio e anche per tutto quel tempo in solitudine: è quello che mi ha fatto crescere nella fede".

Il sogno di Amelio non ha bisogno necessariamente di un bel finale olimpico, di una grande vittoria, ma di una strada da percorrere e, soprattutto, da condividere. "Io voglio vivere quel bel processo che mi porterà forse alla medaglia e vado avanti piano, uno scalino alla volta; il mio obiettivo è godermi il percorso; a volte, abbiamo anche dimenticato che il percorso è la vita. Cerchiamo tanto il finale però non ricordiamo che tra l'inizio e il finale c'è una lunga strada che è la nostra vita. Io quindi mi godo quello e tutte le persone che trovo, tutte le cose che vedo; non ho ambizioni ma sogni, lavoro per arrivare al traguardo ma se non ci dovessi riuscire comunque rimane tantissima bellezza nella strada che ho costruito".

13 giugno 2025