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2024.08.03 Papale Papale COMUNITA'

Ep. 342 - Papale papale - "Comunità"

Giovanni Paolo II,

Nella comunità cristiana le relazioni sono essenzialmente fraterne, come ha chiesto Gesù nel “suo” mandato rievocato con tanta insistenza dall’apostolo san Giovanni nel Vangelo e nelle Lettere (cf. Gv 13, 14; 15, 12. 17; 1 Gv 4, 11. 21). Gesù stesso dice ai suoi discepoli: “Voi siete tutti fratelli” (Mt 23, 8).

Secondo l’insegnamento di Gesù, presiedere la comunità non significa dominarla, ma servirla. Egli stesso ci ha dato l’esempio del Pastore che pasce e serve il suo gregge, e ha proclamato di essere venuto non per essere servito ma per servire (cf. Mc 10, 45; Mt 20, 28). Alla luce di Gesù, buon Pastore e unico Signore e Maestro (cf. Mt 23, 8), il Presbitero capisce che non può ricercare il proprio onore né il proprio interesse, ma soltanto ciò che ha voluto Gesù Cristo, mettendosi a servizio del suo Regno nel mondo. Egli dunque sa – e il Concilio glielo rammenta – che deve comportarsi come servitore di tutti, con sincera e generosa donazione di se stesso, accettando tutti i sacrifici richiesti dal servizio e ricordando sempre che Gesù Cristo, unico Signore e Maestro, venuto per servire, lo ha fatto fino a dare “la propria vita in riscatto per molti”.

Paolo VI,

Oggi preghiamo per Roma, la nostra, la vostra Diocesi, per la sua comunità ecclesiale, e per quante altre chiese locali si trovano in analoghe condizioni.

(...) E allora preghiamo, fratelli, innanzi tutto per sentirci e per essere fratelli. Sì, per sentirci e per essere fratelli. La residenza d’una popolazione eterogenea e enormemente accresciuta in pochi anni e affluita in una città impreparata ad ospitarla degnamente e priva di mezzi per una adeguata accoglienza, non basta a infondere negli abitanti, antichi e nuovi, unità, solidarietà, coscienza storica comune, lavoro, assistenza, benessere, ordinata compagine civile. La triste diagnosi, resa talora da alcune voci anche più amara del giusto, fatta in questi giorni circa i malanni e i bisogni di tanti quartieri, ha accresciuto e anche crudelmente inasprito la sofferenza umana e cristiana, che già tanti di noi portavano nel cuore; abbiamo sentito con pena acuta la necessità, anzi il dovere d’un nuovo spirito comunitario. Offriamo ora al Signore questa sofferenza, affinché Egli la converta in nuovi propositi di vera e operante socialità.

Benedetto XVI,

La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo, che rende possibile una testimonianza cristiana capace di assumere anche i tratti della radicalità. Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato (cfr Statuti, art. 6), la sua forma ordinaria. Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo.

Giovanni XXIII,

I turbamenti che scuotono la pace interna delle nazioni traggono origine principalmente proprio da questo, che l'uomo è stato trattato quasi esclusivamente da strumento, da merce, da miserevole ruota di ingranaggi di una grande macchina, semplice unità produttiva. Solo quando si prenderà come criterio di valutazione dell'uomo e della sua attività la sua dignità personale, si avrà il mezzo per placare le discordie civili e le divergenze, spesso profonde, fra datori di lavoro, per esempio, e lavoratori, e soprattutto per assicurare all'lstituto familiare quelle condizioni di vita, di lavoro e di assistenza, atte a fargli meglio svolgere la sua funzione di cellula della società e prima comunità da Dio stesso costituita per lo sviluppo della persona umana.

30 novembre 2024