Ep. 13 Leone dixit - L'umiltà è la libertà da se stessi
Oggi ci soffermiamo su una scena che segna l’inizio della passione di Gesù: il momento del suo arresto nell’orto degli Ulivi. L’evangelista Giovanni, con la sua consueta profondità, non ci presenta un Gesù spaventato, che fugge o si nasconde. Al contrario, ci mostra un uomo libero, che si fa avanti e prende la parola, affrontando a viso aperto l’ora in cui si può manifestare la luce dell’amore più grande (…). Gesù non viene preso: si lascia prendere. Non è vittima di un arresto, ma autore di un dono (…) Nel cuore della notte, quando tutto sembra crollare, Gesù mostra che la speranza cristiana non è evasione, ma decisione (…). Nel momento del suo arresto, Gesù non si preoccupa di salvare sé stesso: desidera soltanto che i suoi amici possano andarsene liberi. (…) E noi? Quante volte difendiamo la nostra vita, i nostri progetti, le nostre sicurezze, senza accorgerci che, così facendo, restiamo soli. La logica del Vangelo è diversa: solo ciò che si dona fiorisce, solo l’amore che diventa gratuito può riportare fiducia anche là dove tutto sembra perduto.
All’udienza di mercoledì 27 agosto Papa Leone ha spiegato che ci sono momenti nei quali il consegnarsi, l’andare incontro, inermi, a chi ci vuol male, è un atto d’amore. La decisione di Gesù consegnarsi ai carnefici chiedendo in cambio che siano liberati i suoi amici, è l’espressione di un amore altissimo, gratuito. È un sacrificio destinato a portare frutto. Anche se a noi non è chiesto il dono della vita, come purtroppo accade ancora oggi ai fratelli nella fede che sono martirizzati in certe parti del mondo, questa testimonianza di Gesù non ci può lasciare indifferenti. Difendere i nostri progetti e le nostre sicurezze finisce infatti per lasciarci soli… mentre Nella vita non serve avere tutto sotto controllo. Basta scegliere ogni giorno – ci ripete il Papa - di amare con libertà…
Sederci insieme alla mensa eucaristica, nel giorno del Signore, significa anche per noi lasciare a Gesù la parola. Egli si fa volentieri nostro ospite e può descriverci come Lui ci vede. È tanto importante vederci con il suo sguardo: ripensare a come spesso riduciamo la vita a una gara, a come diventiamo scomposti per ottenere qualche riconoscimento, a come ci paragoniamo inutilmente gli uni agli altri. Fermarci a riflettere, lasciarci scuotere da una Parola che mette in discussione le priorità che ci occupano il cuore: è un’esperienza di libertà. Gesù ci chiama alla libertà. Nel Vangelo usa la parola “umiltà” per descrivere la forma compiuta della libertà. L’umiltà, infatti, è la libertà da sé stessi.
All’Angelus di domenica 31 agosto Leone XIV ci ha ricordato che il Vangelo ci è dato per scuoterci, metterci in discussione, ferirci. Ci ricorda che dobbiamo uscire dalla logica di chi vuole primeggiare, apparire, sgomitare per emergere. La testimonianza di Gesù e la sua parola capovolgono le nostre logiche umane, ci fanno scoprire che il centro di gravità non siamo noi e il nostro protagonismo, la nostra voglia di controllare tutto e di ricondurre a noi ogni cosa. Il centro di gravità è lui. Ci fanno scoprire la libertà e l’umiltà.
Andrea Tornielli