Ep. 3 - Lasciamo spazio a Lui
L’evangelizzazione, cari fratelli e sorelle, non è una conquista umana del mondo, ma l’infinita grazia che si diffonde da vite cambiate dal Regno di Dio. È la via delle Beatitudini, una strada che percorriamo insieme, tesi fra il “già” e il “non ancora”, affamati e assetati di giustizia, poveri di spirito, misericordiosi, miti, puri di cuore, operatori di pace. Per seguire Gesù su questa via da Lui scelta non occorrono sostenitori potenti, compromessi mondani, strategie emozionali. L’evangelizzazione è opera di Dio e, se talvolta passa attraverso le nostre persone, è per i legami che rende possibili. Siate dunque legati profondamente a ciascuna delle Chiese particolari e delle comunità parrocchiali dove alimentate e spendete i vostri carismi. (...) Le sfide che l’umanità ha di fronte saranno meno spaventose, il futuro sarà meno buio, il discernimento meno difficile. Se insieme obbediremo allo Spirito Santo!
Durante la Veglia di Pentecoste con i movimenti, le associazioni e le nuove comunità, Papa Leone ha spiegato che cos’è l’evangelizzazione: non "conquista" ma la grazia che scaturisce dall’incontro con persone la cui vita è cambiata. Alla Chiesa perciò non servono collateralismi, non serve cercare l’appoggio dei potenti di turno, non servono scambi di favori con il mondo. Ma nemmeno servono strategie di marketing che fanno leva sulle emozioni o magari sul protagonismo dell’ultimo influencer. L’evangelizzazione infatti è Dio che opera. È Lui il protagonista, è Lui che evangelizza servendosi di coloro che lo seguono perché sono stati attratti da Lui. Se lasciamo spazio a Lui, se obbediamo al suo Spirito che ci riunisce, ogni sfida sarà meno spaventosa.
Lo Spirito apre le frontiere anzitutto dentro di noi. È il Dono che dischiude la nostra vita all’amore. E questa presenza del Signore scioglie le nostre durezze, le nostre chiusure, gli egoismi, le paure che ci bloccano, i narcisismi che ci fanno ruotare solo intorno a noi stessi. Lo Spirito Santo viene a sfidare, in noi, il rischio di una vita che si atrofizza, risucchiata dall’individualismo. È triste osservare come in un mondo dove si moltiplicano le occasioni di socializzare, rischiamo di essere paradossalmente più soli, sempre connessi eppure incapaci di “fare rete”, sempre immersi nella folla restando però viaggiatori spaesati e solitari.
La domenica di Pentecoste, Leone XIV ha ricordato la benefica azione dello Spirito Santo che ci sfida e ci aiuta a combattere l’autoreferenzialità così presente purtroppo anche nella vita della Chiesa. Nel nostro mondo così digitale e social, e al tempo stesso così ammalato di individualismo e solitudine, la Pentecoste ci raduna, ci mette insieme facendoci uscire dal guscio, dalle nostre bolle di indifferenza: ci fa camminare insieme. Nella comunità cristiana dove soffia lo Spirito, diceva Benedetto XVI, non ci sono né dimenticati né disprezzati, ma soltanto liberi fratelli e sorelle di Gesù Cristo. Peccatori perdonati attratti da Lui, che riflettono la Sua luce perché si vogliono bene e annunciano il Vangelo non con le parole ma con la loro vita, che lasciano agire Dio, obbediscono al suo Spirito e lo fanno "insieme".
Andrea Tornielli