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2025.05.27 copertina podcast Leone dixit

Ep. 4 - Dalla parte degli ultimi

Nella Colletta abbiamo chiesto anche che la Chiesa «esulti per la santità dei suoi figli». In effetti, questa fecondità di Maria e della Chiesa è inseparabilmente legata alla sua santità, cioè alla sua conformazione a Cristo. La Santa Sede è santa come lo è la Chiesa, nel suo nucleo originario, nella fibra di cui è intessuta. Così la Sede Apostolica custodisce la santità delle sue radici mentre ne è custodita. Ma non è meno vero che essa vive anche nella santità di ciascuno dei suoi membri. Perciò il modo migliore di servire la Santa Sede è cercare di essere santi, ciascuno di noi secondo il suo stato di vita e il compito che gli è stato affidato. Ad esempio, un prete che personalmente sta portando una croce pesante a motivo del suo ministero, e tuttavia ogni giorno va in ufficio e cerca di fare al meglio il suo lavoro con amore e con fede, questo prete partecipa e contribuisce alla fecondità della Chiesa. E così un padre o una madre di famiglia, che a casa vive una situazione difficile, un figlio che dà pensieri, o un genitore malato, e porta avanti il suo lavoro con impegno, quell’uomo e quella donna sono fecondi della fecondità di Maria e della Chiesa.

La mattina del 9 giugno Papa Leone ha celebrato il Giubileo con i dipendenti della Santa Sede. E in un passaggio della sua omelia ha parlato di quella santità “nascosta”, di quella santità di ogni giorno, che vede sacerdoti e laici vivere il loro impegno con spirito di servizio, con amore e con fede. E lo vivono nonostante i pesi che portano, come può esserlo una croce nel ministero sacerdotale, o la situazione difficile per un figlio malato oppure ribelle. La Santa Sede è santa anche grazie a questi piccoli grandi santi, che svolgono i loro compiti nel nascondimento, con spirito di servizio.

Conto su di voi affinché nei Paesi dove vivete tutti sappiano che la Chiesa è sempre pronta a tutto per amore, che è sempre dalla parte degli ultimi, dei poveri, e che sempre difenderà il sacrosanto diritto a credere in Dio, a credere che questa vita non è in balia dei poteri di questo mondo, ma è attraversata da un senso misterioso. Solo l’amore è degno di fede, di fronte al dolore degli innocenti, dei crocifissi di oggi, che molti di voi conoscono personalmente perché servite popoli vittime di guerre, di violenze, di ingiustizie, o anche di quel falso benessere che illude e delude.

Il 10 giugno Leone XIV ha incontrato i nunzi apostolici, i suoi rappresentanti nel mondo. E a loro ha ricordato da che parte sta e da che parte deve sempre stare la Chiesa: dalla parte degli ultimi e dei poveri. Il Papa ha ringraziato i nunzi perché con il loro servizio aiutano le persone in difficoltà, i tanti innocenti crocifissi dei nostri giorni, le persone che patiscono le ferite della guerra. E aiutano queste persone a credere che le loro vite non sono in balia dei potenti di questo mondo, testimoniando che Dio c’è e opera. Anche questa forma di servizio, che i nunzi apostolici svolgono in tanti Paesi del mondo, contribuisce a rendere la Santa Sede più santa.

Andrea Tornielli

 

17 giugno 2025