Mozambico. Missionario: a Capo Delgado la popolazione soffre molto
Un ringraziamento sentito al Papa per il suo secondo appello, dopo quello nel Messaggio Urbi et Orbi a Pasqua, per la situazione a Capo Delgado, nel nord del Paese, è quello espresso dal missionario italiano padre Roberto Maver, Superiore Regionale della Congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo. "Se ne parla poco - ammette il religioso - in effetti le notizie sono spesso frammentarie e contraddittorie, certo è che la popolazione sta soffrendo molto. Fugge, con i pochi stracci che ha, verso la Tanzania oppure verso le province a Sud del Mozambico. I religiosi sono stati invitati dal vescovo a mettersi in sicurezza. L'ipotesi più accreditata è che si tratti di terrorismo islamico e che ci sia un tentativo di installazione di uno Stato islamico dentro la comunità mozambicana. Un paio di suore brasiliane, della Congregazione di S. Giuseppe di Chambery, hanno voluto trattenersi perché molte persone di quelle zone povere bussavano alle loro porte per cercare assistenza. Sappiamo che stanno bene - riferisce padre Maver - ma sono isolate e non riescono ad avere contatti frequenti con la popolazione e con le consorelle". Come la pandemia sta incidendo su un sistema sanitario e sociale già molto fragile?: "La situazione è preoccupante ma non drammatica. C'è una questione economica che invece lo è, drammatica. Hanno chiuso tantissime fabbriche e la gente dice: meglio morire di coronavirus che di fame". Intanto è passato un anno dalla visita di Papa Francesco in quella terra, nell'ambito del suo Viaggio Apostolico in Africa australe. Quali frutti?: "La presenza del Papa tra noi è stata eccezionale. Ha significato uno stimolo a far sì che la Chiesa fosse una Chiesa in uscita, impegnata a levare il grido contro le ingiustizie, aperta al dialogo interreligioso".
Con noi:
Padre Roberto Maver, Superiore Regionale della Congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo.
Conduce:
Antonella Palermo