Il Mondo alla Radio 08.07.2025
L’ottimismo di Trump sulla tregua di 60 giorni a Gaza mentre a Doha nuovo round di negoziati indiretti tra Israele e Hamas, poi parliamo dell’Uganda e di un progetto di cura e integrazione messo a punto dalla Christian Blind Mission, infine i corridoi umanitari lavorativi e universitari della Caritas per rispondere alla crisi migratoria
La terza visita di Netanyahu a Washington dall’insediamento di Trump arriva in un momento cruciale, con il presidente degli Stati Uniti che lavora per un’intesa sul cessate il fuoco a Gaza. "Penso che le cose stiano andando molto bene", ha detto Trump all'inizio della cena nella Blue room con il leader israeliano e quindi ha espresso fiducia nel fatto che Hamas sia disposto a porre fine al conflitto che sta entrando nel suo 22esimo mese. Il premier israeliano è stato più cauto sulla pace a Gaza ha detto che lo Stato ebraico manterrà "sempre il controllo della sicurezza sulla Striscia”, sottolineando che le autorità israeliane stanno "lavorando con gli Stati Uniti per trovare Paesi disponibili a dare un futuro migliore ai palestinesi, quindi una sorta di immigrazione controllata". "Ci sono persone - ha spiegato Netanyahu - che possono rimanere, ma se vogliono andarsene, dovrebbero poterlo fare”. L'incontro a Washington è avvenuto mentre a Doha proseguono i colloqui indiretti sulla tregua mediati da Quatar e Egitto. Per aiutarci a commentare la situazione, ospite Luigi Toninelli, analista dell’Ispi.
Passi avanti verso una realtà in cui tutti possano ricevere cure necessarie, godere dei propri diritti ed esprimere appieno il potenziale di cui dispongono. E insieme emozioni, incontri, nuove idee. È la missione che Cbm Italia (Christian blind mission) ha appena compiuto in Uganda: nel Paese africano, l’organizzazione internazionale - che promuove salute, educazione, lavoro e diritti delle persone con disabilità - porta avanti diversi progetti, tra cui quello al Ruharo mission hospital di Mbarara, nella parte occidentale dell’Uganda, dove vengono curati i bambini con retinoblastoma, una forma tumorale maligna degli occhi che può manifestarsi in età pediatrica e che, se non diagnosticata in tempo, porta alla perdita della vista. Nei casi più gravi, anche alla morte. A visitare la struttura a fine maggio sono stati il direttore di Cbm Italia, Massimo Maggio, alcuni colleghi e l’ambasciatrice della fondazione, Filippa Lagerbäck. Ma l’impegno di Cbm Italia non è solo quello di garantire cure ma anche ridare speranza e lavorare per l’inclusione. Nel centro di Rwam-wanja, sorge un grande campo profughi: lì ammassate vivono oltre 100.000 persone, provengono principalmente da Repubblica Democratica del Congo e Rwanda, ma anche da altre aree limitrofe. All’interno di tale realtà si è creata un’ulteriore comunità, quella degli albini, affetti dalla rara malattia genetica che comporta la mancanza di pigmentazione della melanina nei capelli, nella pelle e negli occhi: sono spesso oggetto di credenze e superstizioni che ne favoriscono l’emarginazione sociale e provocano stigmatizzazioni e violenze. Ci racconta tutto il direttore di Cbm, Massimo Maggio
Come rispondere alle “crisi migratorie” e alla mancanza di vie legali per mettere in sicurezza i rifugiati? I corridoi umanitari, lavorativi e universitari sono oggi una delle poche risposte che la società civile, insieme ad alcuni governi, stanno implementando in varie parti del mondo. Un tema che è stato al centro dell’evento Migramed, promosso dalla Caritas italiana e svoltosi nei giorni scorsi a Salerno. La Chiesa continua ad essere protagonista di queste attività a favore di chi lascia le proprie case per trovare una via di speranza e futuro altrove: in questo senso arrivano contributi da parte delle Chiese evangeliche, di UNHCR, di Pathways International, di alcune Caritas diocesane impegnate nell’accoglienza e persino di aziende che hanno deciso di mettersi in gioco assumendo rifugiati giunti in Italia attraverso i corridoi lavorativi di Caritas Italiana. “Noi le definiamo ‘opere parlanti’ – dice Paolo Valente, vicedirettore di Caritas italiana – autore del libro “L’altra strada”, che racconta il modo in cui le comunità hanno accolto le persone giunte in Italia attraverso i Corridoi. “Nel mondo ci sono oltre 120milioni di milioni di uomini e donne che sono state costrette ad abbandonare i propri paesi, ma con i corridoi umanitari, al momento le uniche vie legali e sicure di ingresso in Italia e in Europa, - spiega Valente - noi siamo riusciti ad accogliere circa 8000 persone negli ultimi dieci anni. In termini numerici non è una risposta enorme, ma è un modo di far vedere che è possibile una soluzione alternativa a quella delle traversate del Mediterraneo e soprattutto delle morti in mare”. Sentiamo la sua testimonianza
Nella seconda parte de' il Mondo alla Radio, l'approfondimento dedicato ai cammini religiosi e non solo che sempre più persone scelgono di intraprendere per riconciliarsi con se stessi, con la natura, con Dio e staccare la spina in questo tempo di vacanza.
In conduzione: Cecilia Seppia
In redazione: Cecilia Seppia, Michele Raviart con il contributo di Giada Aquilino
In regia: Daniele Giorgi