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Ancora raid di Israele su Gaza, si scavano fosse comuni per seppellire le persone Ancora raid di Israele su Gaza, si scavano fosse comuni per seppellire le persone  (AFP or licensors)

Il Mondo alla Radio 04.07.2025

A Gaza muoiono talmente tante persone che sono finiti i posti nei cimiteri e i corpi vengono sepolti in fosse comuni e l’esercito continua a sparare a vista sui civili in fila per ricevere aiuti; in Iran invece il governo intensifica la repressione con arresti di massa e impiccagioni, infine il grave incidente a Roma Est provocato dall'esplosione di un distributore di benzina con 45 feriti. 

A Gaza  proseguono i raid di Israele almeno 41 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di oggi tra cui almeno cinque persone mentre aspettavano di ricevere i pacchi di aiuti umanitari al centro di distribuzione di Rafah, nel sud dell'enclave palestinese. A proposito di questi massacri sistematici è arrivata una nuova condanna dell’Onu che parla di 613 vittime nei pressi di punti distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation e dei convogli umanitari. Secondo un'inchiesta del quotidiano israeliano "Haaretz", alcuni militari delle Forze di difesa di Israele che operano nella Striscia hanno sparato deliberatamente contro i palestinesi nei pressi di questi siti, ricevendo ordini superiori in tal senso. Sul fronte negoziati, Hamas   sta tenendo consultazioni con le altre fazioni sulla proposta di accordo sostenuta dagli Stati Uniti per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il ministro degli Esteri egiziano Abdelatty, ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo francese Jean-Noel Barrot, con cui ha discusso in particolare della situazione nella Striscia e della volontà de’ il Cairo di ospitare una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza. Andiamo a vedere cosa succede sul terreno e lo facciamo con Andrea Avveduto, portavoce della ONG Pro Terra Sancta, buon pomeriggio…

Nelle ultime settimane di guerra con Israele l’Iran ha arrestato più di 700 persone, in gran parte dissidenti politici, ed eseguito almeno tre condanne a morte per impiccagione, nell’ambito di una grossa operazione di repressione del dissenso per prevenire la possibilità di rivolte e manifestazioni, temendo per la propria stabilità. Nei primi giorni di bombardamenti il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva infatti incitato i dissidenti iraniani a rivoltarsi contro il governo, e lo stesso Trump aveva citato la possibilità di un “regime change”, cioè di un cambio politico forzato in Iran cosa che per altro non si è verificata. Le informazioni sono scarse e poco chiare, anche perché il governo controlla le comunicazioni e nei giorni scorsi ha più volte limitato l’accesso a Internet. Si sa però che gli arresti hanno riguardato sia i dissidenti politici sia le minoranze etniche, e in particolare i curdi, che vivono nella parte occidentale dell’Iran e sono politicamente molto attivi. Secondo la ong statunitense Human Rights Activists in Iran (HRAI), un’organizzazione che si occupa della difesa dei diritti umani nel paese, buona parte delle persone arrestate è stata accusata di aver collaborato con Israele, fornendo informazioni e supporto nei giorni dei bombardamenti. Dunque la cosiddetta guerra dei 12 giorni tra Iran e Israele e la repressione che sta attuando il regime, inviando anche l’esercito ai principali varchi di frontiera, per evitare che presunti infiltrati entrino nel paese, sono collegate? Ci risponde Riccardo Noury Portavoce di Amnesty International - Italia 

La capitale colpita da un fatto di cronaca piuttosto drammatico. 45 feriti, di cui 2 gravi attualmente in rianimazione al Sant’Eugenio: i civili sono 24, 11 gli agenti di polizia, poi ci sono operatori del 118 e vigili del Fuoco. Questo il bilancio delle due esplosioni in un distributore di carburante che hanno scosso Roma Est, questa mattina dopo le 8. Un boato udito in tutta la capitale, fino in Vaticano, da dove il Papa ha voluto esprimere la sua vicinanza via social.  In studio Daniele Piccini della Redazione Papa – Santa Sede che abita proprio nella zona interessata da questo incidente e dopo l’esplosione si è precipitato nel quartiere Prenestino-Labicano, raccogliendo alcune testimonianze.

In questa seconda parte de' Il Mondo alla Radio vogliamo parlare del Mare. La stagione estiva è iniziata da un po’ e l’Italia si riconferma meta turistica privilegiata dagli stranieri, soprattutto tedeschi ed europei ma anche asiatici e americani proprio per la bellezza delle spiagge e del mare. Purtroppo però nella Penisola così come in altri luoghi del mondo il Grande Blu è minacciato dall’overtourism, ovvero il turismo fuori controllo che sta provocando non pochi danni. Barriere coralline perse per sempre a causa del surriscaldamento e dell’acidificazione degli oceani, dell’ancoraggio selvaggio e dello snorkeling, ecosistemi di mangrovie devastati per far posto a villaggi turistici, baie soffocate dai natanti, cetacei cacciati dai loro habitat per l’eccessiva presenza umana questa è un po’ la triste lista per raccontare quello che l’overtourism, sta provocando. A lanciare l’allarme e? Marevivo che punta il dito su 10 casi esemplari in cui il turismo di massa ha messo in crisi la biodiversita? marina: tra questi luoghi la Thailandia, Filippine, Hawai, Zanzibar e Tanzania ma anche la nostra Sardegna.  Ne parliamo con Mila Cataldo, responsabile dell’area internazionale per Marevivo

Ci sono diversi progetti e operazioni che la Fondazione Marevivo attiva ormai da 40 anni porta avanti per tutelare il mare, una di queste è il recupero delle reti fantasma. Pochi giorni fa grazie alla collaborazione con Arca Fondi SGR, supportata da Banca Agricola Popolare di Sicilia (BAPS), i sub di Marevivo hanno rimosso diverse ghost nets per un totale di oltre 600 metri dai fondali nei pressi di Aci Castello, a pochi chilometri da Catania. Questo ecosistema di straordinaria bellezza e biodiversità, minacciato dalla presenza di attrezzi da pesca abbandonati o dispersi in mare e rifiuti ingombranti, può adesso “respirare” grazie al prezioso intervento concluso dalla Divisione subacquea della Fondazione. Quella delle isole “Ciclopi” è un’area caratterizzata da meravigliosi faraglioni che svettano dal mare e fondali con una morfologia lavica contraddistinta da rocce scure e taglienti, che creano una barriera abitata da numerose specie di pesci. Tale conformazione, purtroppo, facilita la pesca intensiva e l’intrappolamento delle reti che restano incagliate, continuando a catturare tra le loro maglie la fauna e la flora marina e causando un impatto devastante sull’equilibrio dell’intera area. “Purtroppo, questi ecosistemi sono costantemente minacciati dall’intensa attività di pesca e dalla presenza di reti abbandonate, che continuano a compromettere la vita nei fondali - spiega Massimiliano Falleri, Responsabile Divisione Subacquea Marevivo. - Portare a termine operazioni di questo tipo, supportando e coinvolgendo le realtà locali, è fondamentale per tutelare la biodiversità marina” Sentiamo…

In conduzione: Cecilia Seppia

In redazione: Cecilia Seppia, Francesco De Remigis

In regia: Gabriele Di Domenico

04 luglio 2025