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La stretta di Donald Trump sulle università americane La stretta di Donald Trump sulle università americane  (FAITH NINIVAGGI)

Il Mondo alla Radio 18.04.2025

La stretta di Trump sulle università americane, la strada della diplomazia per risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina e poi Gaza ancora sotto le bombe che non spaventano la solidarietà, infine le criticità del welfare italiano in questa puntata de' Il Mondo alla Radio. 

La campagna dell’amministrazione di Donald Trump contro alcune delle più prestigiose università degli Stati Uniti sta facendo molto discutere. Il Capo della Casa Bianca sta minacciando gli atenei di cancellare miliardi di dollari in fondi pubblici alla ricerca, in parte lo ha già fatto, se non concederanno al governo potere di influenza su programmi, criteri di ammissione, e persino l’amministrazione dei campus. La ragione più citata di queste decisioni è che le università non avrebbero fatto abbastanza per contrastare episodi di antisemitismo nei campus durante le proteste degli scorsi mesi contro la guerra nella Striscia di Gaza. In realtà i problemi della destra americana contro le università sono cominciati anni fa, e hanno ragioni politiche e culturali profonde. 60 gli atenei sottoposti a revisione, ma ieri l’Università di Harvard, la più antica università americana e tra i più prestigiosi atenei della Ivy League, ha dichiarato che “non rinuncerà alla propria indipendenza né rinuncerà ai propri diritti costituzionali” e che “nessun governo, indipendentemente dal partito al potere, dovrebbe dettare cosa possono insegnare le università private”. Abbiamo chiesto un’analisi della situazione a Gianluca Pastori, americanista, docente alla Cattolica di Milano e ricercatore dell’Ispi.

Roma blindata per la visita del vicepresidente americano JD Vance che dopo la premier italiana Giorgia Meloni vedrà il segretario di Stato vaticano il cardinale Pietro Parolin. Durante il briefing con la stampa a Palazzo Chigi Vance si e' definito "ottimista" sia sui negoziati tra la Russia e l'Ucraina, sia sui dazi sui quali crede di poter raggiungere un accordo anche con l’Ue. Guardando all’Ucraina anche il portavoce del Cremlino, Peskov, proprio oggi ha parlato di “progressi nei negoziati legati soprattutto alla moratoria per non colpire le infrastrutture energetiche", mentre Kiev fa sapere di aver firmato un memorandum con gli Stati Uniti sul controverso accordo sui minerali. Intanto i tavoli diplomatici, come quello di ieri a Parigi, riaccendono speranze di dialogo, anche perché i principali leader stanno usando la comunicazione politica per lanciare messaggi agli interlocutori. L'analisi di Massimiliano Panarari, saggista e docente di Sociologia della comunicazione all'Università di Modena e Reggio Emilia.

Ennesima giornata di raid israeliani su Gaza, oltre 40 gli obiettivi colpiti dall’esercito che parla di azioni mirate contro terroristi e depositi di armi. Si registrano però decine di vittime tra i civili tra cui 15 bambini uccisi nelle ultime 24 ore, secondo quanto riferisce l’Unicef che aggiorna a 600 il bilancio dei minori morti dalla ripresa dei bombardamenti dopo la rottura della tregua.  Essere in prima linea in questo contesto di guerra come protagonisti della risposta all’interno della propria comunità, è l’obiettivo, raggiunto, da 20 giovani cuochi con disabilità uditive che ogni giorno a Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, preparano e consegnano pasti caldi a 250 famiglie sfollate, grazie all’Inclusive community kitchen, il progetto di cucina comunitaria sostenuto da Cbm Italia insieme alla ong palestinese Atfa-luna Society for Deaf Children. Ne parliamo con Eleonora Giordano, direttrice dei programmi internazionali di Cbm Italia:

L’Istat ieri ha lanciato l’allarme. Negli ultimi mesi i prezzi stanno salendo, soprattutto quelli di cibo, energia e prodotti per la casa. Dopo un periodo stabile, il costo della vita ha ripreso ad aumentare. Sempre più famiglie si aspettano ulteriori rincari nei prossimi mesi. Anche molte imprese prevedono di alzare i prezzi. È un segnale che l'inflazione sta tornando a farsi sentire. Ma quello che preoccupa è anche il cambio di prospettiva del welfare, con una popolazione che invecchia, e sempre meno giovani che possono contribuire con i loro contributi da lavoro allo stato sociale. Al festival Impatta Disrupt il presidente dell’Inps Fava ha affermato che "il nuovo modello di welfare che stiamo costruendo si fonda sulla personalizzazione dei servizi, mettendo al centro donne, giovani, famiglie e lavoratori”. L'intervista a Giulio De Rita, ricercatore Censis. Per garantire un welfare universale bisogna però razionalizzare la spesa sanitaria. Il Documento di Finanza Pubblica 2025 prevede timidi segnali di crescita, ma il rapporto con il Pil resta inchiodato al 6,4% sino al 2028. Il Servizio sanitario nazionale rimane dunque largamente sottofinanziato. Il vero tallone d’Achille è la prevenzione. In Italia, la spesa per questa voce è di circa il 4,5% della spesa sanitaria complessiva.  Stefania Boccia, Ordinario di Medicina Preventiva e Sanità Pubblica all’Università Cattolica

In Conduzione: Cecilia Seppia

In redazione: Cecilia Seppia, Alessandro Guarasci con il contributo di Giada Aquilino e Francesco De Remigis

In regia: Daniele Giorgi

18 aprile 2025