Il Mondo alla Radio - prima parte 27.03.2019
Cura e conduzione: Paola Simonetti
Ospite: Lucia Capuzzi, giornalista esperta di America Latina per il quotidiano Avvenire
Il 24 marzo scorso, in America Latina, si è celebrata la Giornata della memoria per la verità e la giustizia per ricordare i desaparecidos delle feroci dittature che dagli anni 60 per decenni hanno seminato terrore, morte, spazzando via un’intera generazione. Una data che di fatto coincide con il funesto anniversario del golpe dei militari del generale Videla in Argentina, un evento che si traduce in un paradigma di quanto tutta quest'area del mondo ha vissuto in modo pressochè identico. Quello argentino fu uno dei più agghiaccianti regimi che risucchiò nel buco nero della barbara repressione almeno 30mila persone, scomparse nel nulla. Club Atlético, Campo de Mayo, Garage Olimpo erano i nomi apparrentemente innocui di inferni in terra, ovvero i luoghi di detenzione clandestini in cui finivano i dissidenti. Il governatore di Buenos Aires, mise bene in chiaro quali erano i termini della riorganizzazione del paese pensata dagli autori del colpo di Stato: uccidere tutti gli oppositori politici, poi i collaboratori, quindi i simpatizzanti, per poi passare agli indifferenti e infine ai timidi. Dunque, una macchina di oppressione, terrore, tortura, morte ben congegnata e super organizzata. Squadroni armati arrivavano di notte e prelevavano dai loro letti studenti, docenti universitari, intellettuali, scrittori, giornalisti e chiunque altro fosse anche solo sospettato di essere un dissidente. A fare scuola a Videla era stato, solo tre anni prima, il generale Pinochet, in Cile. Poi seguirono Urugay, Paraguay, Nicaragua. Regimi che seguirono tutti un medesimo "manuale", applicando metodi di tortura esportati dagli Stati Uniti. A distanza di dedenni dai quei fatti, le famiglie delle vittime continuano a rivendicare giustizia, a chiedere i resti dei loro congiunti, a cercare i figli strappati ai dissidenti e fatti crescere nelle famiglie degli aguzzini. Tutto questo mentre, in un paese come il Messico a tenere in ostaggio la popolazione c'è un'altra forma di terrore: quella del narcotraffico. Che uccide e fa sparire i civili, nella totale impunità.