Le incognite della Conferenza di Palermo sulla Libia
La Conferenza sulla Libia che si apre oggi a Palermo inizia con una moltitudine di interrogativi su quelli che saranno i risultati di questo incontro internazionale. A depotenziare in partenza l’iniziativa diplomatica sembra essere l’assenza di Khalifa Haftar, definito l’uomo forte della Cirenaica, che comanda l’Esercito Nazionale Libico dal proprio quartier generale di Bengasi. Ulteriori incognite sono rappresentate dall'assenza di alcuni leader politici ‘di peso’: la cancelliera tedesca Merkel, il presidente francese Macron, ed i due presidenti statunitense e russo, Trump e Putin. Che pure hanno tutti avuto occasione di incontrarsi per la celebrazione del centenario della fine della Prima GM in Francia. Ad avvelenare il clima della Conferenza anche la spaccatura geopolitica, che molti stati nordafricani e arabi patiscono in seguito alla frattura che oppone il Qatar all'Arabia Saudita. Tra i protagonisti della conferenza diplomatica anche l’inviato speciale dell’ONU per la crisi libica Ghassan Salamè, che auspica un percorso che porti ad elezioni legislative in Libia nel 2019. Di tutto questo abbiamo parlato con Arturo Varvelli – analista dell’ISPI, responsabile per il settore Mediterraneo e Nord Africa, e con Federica Saini Fasanotti – analista per Brookings e Consulente per il Pentagono sulla Libia.