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Zoom - LISA MANOSPERTI - "UNCAGED BIRD"

ZOOM - di Luigi Picardi

In studio con l cantante pugliese Lisa Manosperti per presentare il suo personale omaggio ad Abbey Lincoln, “Uncaged bird“, pubblicato da DODICILUNE. La affiancano Roberto Ottaviano ai sax, Umberto Petrin al pianoforte, Silvia Bolognesi al basso e Cristiano Calcagnile alla batteria. “Quando ho ascoltato per la prima volta il trittico ”Prayer, Protest, Peace” interpretato da Abbey Lincoln nella suite di Max Roach “We Insist! Freedom Now Suite” ho pianto. In quelle grida, quei sospiri, quella rabbia, c’e molto più di una voce o di una interprete. C’e’ l’appartenenza, la rabbia e anche la rassegnazione di un popolo da secoli costretto ad essere sottomesso. Una voce, quella di Abbey, fuori dal coro, senza orpelli o abbellimenti, asciutta e fiera della sua diversità. Un esempio per me e per chi si avvicina al mistero del canto. Questo disco vuol essere un piccolo, dovuto omaggio a questa immensa vocalist, compositrice e songwriter a mio parere un po’ sottostimata e che senza dubbio merita di essere annoverata tra le grandi cantanti del jazz!” (Lisa Manosperti). “Sulla musica e sull’arte canoro-compositiva di Abbey Lincoln (1930-2010) esistono solo due album. Se ne aggiunge ora un terzo, pensato e realizzato dalla vocalist Lisa Manosperti. Quest’omaggio alla vocalist afroamericana nasce dal profondo, dall’esigenza di “dar voce” allo spirito libertario e creativo di una donna che ha sofferto e lottato nella propria vita, affermandosi infine con un songbook innovativo e ricchissimo (80 brani), basato su esperienze reali e concrete, sulla vita personale e collettiva narrate attraverso uno straordinario e catartico storytelling e uno stile vocale che scolpisce ogni singola parola. Così Lisa Manosperti ha deciso di non “rifare” la Lincoln ma di rileggerla e interpretarla con nuovi arrangiamenti in una felice e personale scelta antologica che va dal 1959 al ‘98, privilegiando il maturo decennio dei ’90 della produzione francese Polygram/Verve sotto l’egida di Jean-Philippe Allard (scomparso anzitempo nel ‘24). Nella varietà di strutture e tematiche, complice l’eccezionale quartetto, la vocalist mantiene il mood originale nel filosofico “Should’ve Been” e nell’innodica “First Song”. Altri brani vengono mutati nell’organico e nell’impatto come il drammatico “The World Is Falling Down” e il narrativo “Bird Alone” (in trio) e l’informale “Let Up” in duo con Petrin; per “You Gotta Pay the Band”, ancora in trio, c’è un’autentica risignificazione con il pezzo che si fa brevissimo e fulminante, quasi cabarettistico. “Straight Ahead” perde la livida drammaticità diventando un’anomala ballad; “The Music Is the Magic” e “And It Supposed To Be Love” vengono jazzificate con efficacia. Su due brani-capisaldo della Lincoln (“Throw It Away” e “Caged Bird”) si privilegiano un tempo veloce e una dimensione coltraniana, esaltata da Ottaviano e dal quartetto. Ma è la voce di Lisa Manosperti che convince, perché ha metabolizzato la lezione della Lincoln ma non la imita, trovando accenti, intervalli, suoni personali sulla lunghezza d’onda di Abbey, con una sofferta sincerità.” (Luigi Onori)

23 maggio 2025